STORIE DI ORDINARIA FOLLIA

 

IL SISTEMA ASSURDO DI CONFERIMENTO DELLE SUPPLENZE

 

Storie di ordinaria follia n. 1 del 26 gennaio 2002

 

Uno dei coordinatori del Collegio dei Dirigenti Scolastici della provincia di Parma così scrive ai colleghi:

 

Non v’è dubbio che per l’imminente futuro dovremo trovare il modo di migliorare alcuni aspetti organizzativi generali, ma è altrettanto vero che il vigente sistema di tutele permette ogni disfunzione:

 

trenta scuole sono un assurdo che impedisce il rapido conferimento di supplenze temporanee, la mancanza di ogni conseguenza permette ogni temporeggiamento e ricusazione, le revoche dei nominati sconvolgono preziose continuità (si pensi al sostegno). Occorre ridurre a due, al massimo tre le richieste di supplenza alle scuole dell’infanzia ed elementari per garantire, con un ritorno alla territorialità, le possibilità di interventi rapidi; occorre confermare il limite dei 20 giorni dall’inizio delle lezioni per  bloccare i balletti di supplenti che abbiamo dovuto sperimentare; occorre che la reperibilità sia costante e rapida e perciò limitata all’ambito provinciale.

 

Ne guadagneremo tutti, anche le finanze delle scuole (i telegrammi) e dei Comuni (i telefonini)

 

Il collega mette il dito sulla piaga di una disfunzione che le nostre segreterie stanno pesantemente sperimentando in questi mesi. Siamo arrivato ad un caso che credo rappresenti un limite. La Segreteria del 3° Circolo di Parma recentemente è stata costretta ad effettuare circa 120 telefonate (con la compilazione del relativo fonogramma) per reperire finalmente un docente disponibile ad accettare una modesta supplenza temporanea. Il giorno dopo, naturalmente, bisogna ricominciare di nuovo tutto da capo perché i docenti che hanno rinunciato alla supplenza il giorno prima devono essere nuovamente interpellati in quanto possono accettare una supplenza successiva.

Si consideri lo spreco di risorse professionali e materiali che consegue ad una procedura così assurda. Nel caso specifico un assistente amministrativo è stato distolto dalla sua attività ordinaria (particolarmente intensa in questo periodo) ed è stato costretto a trascorrere al telefono un’intera mattinata. Spesso la ricerca del supplente risulta vana e siamo costretti a dividere le classi e a provvedere in extremis alla sostituzione dei docenti assenti con il risultato che tutti, personale amministrativo e docenti, si sentono “sull’orlo di una crisi di nervi”. Pesante è anche la conseguenza sul piano dello spreco di risorse economiche. La bolletta telefonica per i Comuni si gonfia a dismisura con il risultato che le già magre risorse destinate alle scuole per i progetti e le attività didattiche si assottigliano ancora di più. Gli unici sicuramente a guadagnarci in un tale sistema sono i bilanci di Telecom, Infostrada, Wind e simili.

Risulta davvero grave che, sulla base di una presunta tutela di presunti diritti dei docenti supplenti, la pubblica amministrazione venga lasciata completamente sprovveduta di possibilità operative.

Non abbiamo dubbi sul fatto che sia indispensabile una riforma urgente del sistema di conferimento delle supplenze perché il sistema attuale è assurdo, incongruente con qualsiasi istanza o principio di funzionalità, dispendioso in termini economici e professionali. E’ necessario un diverso sistema di conferimento delle supplenze che, senza ledere gli interessi legittimi dei supplenti, tuteli tuttavia gli interessi prevalenti del pubblico servizio. Occorre, pertanto: