DOCUMENTO PROGRAMMATICO

“IL TEMPO DELLE SCELTE”

Fonte: Sito web FNADA

Lì, 25 Marzo 2001

Candidato - Giorgio Germani


         Presento ed accetto la candidatura alla presidenza della FNADA con spirito di servizio e rinnovata disponibilità di impegno in favore di una causa associativa di rilievo professionale che ha l’ambizione di contribuire al buon funzionamento del servizio istruzione.

            Il titolo del presente documento: “Il tempo delle scelte” non è certamente casuale e vuol rendere, con significativa immediatezza, ben chiara l’esigenza che ci troviamo dinanzi a decisioni importanti e impegnative che segneranno il futuro di questa nostra esperienza di associazionismo professionale.

            La scelta di fondo, altre volte presente nei nostri dibattiti, è proprio quella riferita alla caratterizzazione dell’identità in ragione degli obiettivi che intendiamo perseguire.

            Finora abbiamo sempre deciso, a larga maggioranza, di avere solo ed esclusivamente una identità professionale senza assumere valenza sindacale; abbiamo ritenuto che l’elemento professionale fondato su solide basi culturali e propositive fosse sufficiente a determinare nella sostanza, se non nella forma, una capacità di rappresentanza sufficiente a farci conseguire risultati apprezzabili. In verità i risultati sono venuti e la nostra presenza puntuale, documentata, critica non è certo mancata. Anche grazie ai nostri contributi vi sono stati cambiamenti profondi sul piano istituzionale, ordinamentale e contrattuale.

            E tuttavia proprio questi cambiamenti e le evoluzioni possibili di scenario istituzionale, ordinamentale e contrattuale ci impongono una presenza più diretta, più qualificata, più organizzata, pena il rischio di avere un ruolo nobile, ma non significativo di sola testimonianza.

            Una presenza più diretta, più qualificata, più organizzata ci porta inevitabilmente ad una integrazione dell’identità per aggiungere all’elemento professionale anche la valenza sindacale, al fine di assumere in proprio la titolarità di rappresentanza della categoria con l’obiettivo di giungere ai tavoli della contrattazione.

            Una categoria professionale in posizione di elevata responsabilità che non ha una rappresentanza diretta è oggettivamente una categoria professionale debole e non riuscirà ad avere adeguata tutela dei propri interessi e dei propri diritti.

            Questo ragionamento semplice, lineare e logico è stato alla base delle scelte compiute in passato dai dirigenti e deve essere alla base delle scelte che dobbiamo compiere noi.

            La disciplina contrattuale dei rapporti di lavoro nelle amministrazioni pubbliche dovrà prima o poi rispettare le categorie legali del lavoro dipendente e pervenire anche per i “quadri direttivi” ad un’area contrattuale autonoma relativamente ad uno o più comparti, come è già per i dirigenti, con la conseguente sottoscrizione di un contratto di lavoro specifico negoziato da organizzazioni sindacali rappresentative dell’area medesima.

            Continuare sulla strada di riconoscere al sindacato tradizionale, omnicomprensivo di tutte le categorie, la titolarità di rappresentanza dei nostri interessi e dei nostri diritti non è più possibile poiché la logica organizzativa e di potere dei grandi numeri e delle quantità e la logica egalitarista dell’appiattimento saranno sempre più forti delle nostre ragioni.

            La scelta della valenza sindacale imporrà, in tempi ragionevolmente brevi, il passaggio da Federazione di Associazioni ad Associazione nazionale, con adesione diretta, che si organizza sul piano territoriale, con particolare riguardo alla nuova frontiera del livello regionale.

            L’associazione nazionale con valenza sindacale dovrà scegliere collocazione ed alleanze poiché sarebbe velleitario anche solo immaginare di riuscire da soli a raggiungere obiettivi e risultati che richiedono anche modifiche legislative.

            Ad essere coerenti con il ragionamento sin qui esposto collocazione ed alleanze non possono che portarci nell’ambito dell’area dirigenziale per dare corpo ad una “comunità del management” che veda uniti dirigenti e quadri direttivi come è a livello europeo.

            Questa scelta di unione dell’area dirigenziale e dell’area quadri è già stata formalmente assunta dalla CIDA e dalle Federazioni che la costituiscono nella conferenza consultiva nazionale del 2-3 marzo u.s.

            Come noto alla CIDA e alla Federdirigenti Funzione Pubblica appartiene anche l’ANP, con la quale in questi ultimi mesi si sono intensificate le occasioni di confronto e consolidate alcune scelte di fondo riguardanti l’autonomia scolastica, i flussi di cassa, la riforma degli organi collegiali e lo svolgimento delle relazioni sindacali a livello di Istituzione Scolastica.

            L’alleanza strategica con l’ANP, l’adesione alla Federdirigenti Funzione Pubblica e la confluenza nella CIDA consentirebbero alla nostra categoria e alla nostra Associazione di entrare nel giro delle grandi organizzazioni sindacali e di essere protagonisti di un nuovo scenario delle relazioni sindacali con l’ambizione di rompere e/o comunque modificare situazioni ormai obsolete.

            Quello che propongo non è semplice e nemmeno scontato ma ci apre delle opportunità nuove e molto interessanti che possono consentire alla categoria un grande salto di qualità.

            Resta inteso che l’impegno sugli aspetti normativi della formazione, della consulenza, dell’assistenza legale e assicurativa saranno oggetto di grande attenzione e di puntuali definizioni.