MEGLIO TARDI CHE MAI!
MA SARA’ VERA AUTONOMIA?”
Editoriale n. 42 del 18 febbraio 2002
di Paolo Quintavalla
Cgil Scuola e
Uil Scuola hanno deciso, nei recenti congressi, di costituire un’area autonoma di
rappresentanza dei dirigenti scolastici, dotata di propri organi statutari e
titolare della contrattazione di categoria. Meglio tardi che mai, verrebbe
voglia di dire. La notizia è positiva perché fa piazza pulita di molti equivoci
che hanno pesato non poco sul CCNL appena sottoscritto. Nel futuro sarà più
difficile che si possa assistere al costante condizionamento sulle vicende del
nostro contratto da parte di quello che abbiamo chiamato, con una colorita
metafora, il “convitato di pietra”, cioè la prevalente influenza della
componente docente all’interno del sindacato generalista del comparto scuola.
Nel futuro sarà più difficile che le legittime attese e rivendicazioni dei
dirigenti entrino in conflitto con quelle altrettanto legittime dei docenti perché
le due categorie avranno organismi di rappresentanza separati.
Osservo, di
sfuggita, che la notizia conferma, sia pure in modo implicito, ciò che era già
risaputo: che i dirigenti scolastici rappresentati dai sindacati confederali
non erano autonomi e che sottostavano, per così dire, ad una specie di
sovranità limitata.
Questo
dovrebbe fare piazza pulita, anche, degli equivoci che hanno accompagnato il
rapporto di collaterale subalternità dell’Andis nei confronti dei sindacati
confederali. Il cosiddetto rapporto di “interconnessione funzionale” o di
alleanza strategica che ha legato e che lega tuttora questa Associazione di
dirigenti al sindacato tradizionale dei docenti proprio in occasione del primo
contratto di categoria ha mostrato il fiato corto, la povertà della prospettiva
e la confusione dei ruoli. Un’associazione di dirigenti si è trovata
innaturalmente non solo alleata con i sindacati dei docenti ma anche ostile rispetto
all’unico sindacato dei dirigenti. Questa stessa Associazione ha subito il peso
determinante dei sindacati generalisti e ha potuto partecipare alle trattative
contrattuali grazie ad essi, delegando ad essi la rappresentanza dei propri
interessi. Adesso questi stessi sindacati sono costretti a riconoscere che i
dirigenti componenti la delegazione trattante non avevano quell’autonomia che
solo ora sembra stia per essere concessa.
Se i D.S.
iscritti ai sindacati confederali vogliono ora costituire un’area autonoma è
per avere maggiore libertà di manovra e titolarità effettiva nelle
rivendicazioni. Ciò che, appunto, sembra essere mancato finora e che la storia
del primo contratto dell’Area V prova ampiamente per molti aspetti.
Prendo atto delle
intenzioni ma credo che sia lecito, in ogni caso, nutrire dubbi sull’effettivo
grado di autonomia che verrà concesso. E se in occasione del secondo contratto
troveremo al tavolo delle trattative ancora i vari Panini, Catalano e
Valentino, per chi non lo sapesse gli strateghi del “contratto dimezzato”, gli
stessi che – non dimentichiamolo- volevano farci “battere il passo”, che cosa
se ne faranno i dirigenti scolastici dell’autonomia sindacale formale
attribuita sulla carta?
Ancora una
volta verificheremo queste intenzioni nei fatti, scevri da ogni pregiudizio.