NO
AD UN CONTRATTO AL RIBASSO!
NO
AD UNA DIRIGENZA DI SERIE B!
DUE
COMUNICATI, DUE FILOSOFIE, DUE STRATEGIE
Editoriale n. 16
del 28 marzo 2001
di Paolo
QUINTAVALLA
Si è concluso da poche ore l’incontro a Palazzo Vidoni, sede del Ministero della Funzione Pubblica, che doveva essere decisivo per sbloccare la situazione contrattuale. Ho appena preso visione dei due comunicati disponibili on line su questo evento importante per la nostra categoria, quello dell’ANP e quello dei Sindacati Confederali. Per comodità del lettore e per il valore pedagogico che contengono li trascrivo di seguito:
Comunicato ANP |
Comunicato
CGIL-CISL-UIL |
CONTRATTO DEI
DIRIGENTI DELLE SCUOLE: Fonte: Sito web ANP - Comunicato stampa - 28 marzo 2001 - Si è concluso il
confronto politico al tavolo di Palazzo Vidoni, voluto dall'Anp-CIDA al
momento della sospensione della trattativa presso l'ARAN. E' stato conseguito
il risultato di un'acquisizione aggiuntiva di risorse da rendere disponibili
per il contratto, nella misura di ulteriori 40 miliardi. |
Dirigenti Scolastici Comunicato Stampa
Unitario 28-03-2001 Il Governo si è impegnato a
garantire nuove risorse e l'allineamento alle retribuzioni della dirigenza
pubblica. COMUNICATO STAMPA CGIL CISL UIL
SCUOLA Fonte: Sito web CISL Scuola TRATTATIVA SUL CONTRATTO DEI
DIRIGENTI SCOLASTICI
|
Nota: grassetti a cura del redattore
Da una parte provo un sincero sconcerto perché dalla
lettura di questi bollettini sembra, a prima vista, che le OO.SS. abbiano partecipato
a due incontri diversi. Dall’altra parte, appurato che si tratta dello stesso
incontro ma di interpretazioni degli stessi fatti molto differenti, occorre
capire perché siamo di fronte a questa disparità di giudizio e da che parte
stanno gli interessi della categoria. Non dimentichiamo mai che i soggetti
sindacali, pur avendo filosofie di fondo e strategie diverse, affermano, tuttavia, di sostenere questi
stessi interessi. La logica qui si ribella. E’ evidente che siamo di fronte ad
una palese contraddizione.
Da una parte (ANP) si registrano i 40 miliardi di
aumento ma, giustamente, si afferma che l’incremento non permette di conseguire
la perequazione retributiva con le altre dirigenze. Questo è un fatto, non
un’opinione. Se dovesse servire una conferma, sia pure approssimativa ed
empirica, posso citare l’esperienza personale: la mia retribuzione di dicembre
2000, comprensiva di tredicesima, era inferiore alla retribuzione mensile
ordinaria di un amico dirigente di un Ente locale con la stessa anzianità di
servizio. Se si vogliono dati concreti e oggettivi possiamo sostenere, senza
timore di smentite, che le nostre retribuzioni annuali lorde sono inferiori –
tolti gli spiccioli – di 29 milioni rispetto ai dirigenti delle aziende
autonome, di 24 rispetto ai dirigenti degli Enti Locali, di 43 rispetto ai
dirigenti della Sanità, di 60 rispetto ai dirigenti dell’Università e di 26
milioni rispetto ai dirigenti dei Ministeri (prima - beninteso – del nuovo
contratto, ora alla firma, che ha riconosciuto indennità e aumenti
sostanziosi).
Dall’altra parte (CGIL-CISL e UIL) si esprime
soddisfazione per queste risorse aggiuntive, sorvolando sul fatto che sono
chiaramente insufficienti. Quello che la stragrande maggioranza dei dirigenti
definirebbe un piatto di lenticchie viene conclamato, invece, come un
“incremento significativo”. Si demanda ad un futuro incerto la soluzione del
problema. Ma come è possibile credere alla favoletta che “il Governo ha assunto
esplicitamente l'impegno a garantire il pieno allineamento alle retribuzioni
della dirigenza pubblica, a partire dalla vigenza contrattuale che decorrerà
dal 1° gennaio 2002”sapendo che siamo in campagna elettorale e che gli esiti sono incerti?
In ogni caso, a quella data, avremo sicuramente un altro governo con ben altri
problemi da risolvere e ben diverse priorità in agenda. Sappiamo anche che il
nuovo contratto non si aprirà nel 2002 ma sarà trascinato il più lontano
possibile, come è già accaduto in questi anni ai dirigenti dell’Area
1(Ministeri). Questo significa accettare l’uovo oggi, senza la garanzia di
avere la gallina domani. Questo significa che l’Atto di Indirizzo del Governo
all’ARAN è carta straccia, anche se in ben 4 passaggi contempla l’allineamento
normativo e retributivo con le altre dirigenze in questo contratto, non
in un altro. “Abbiamo scherzato,
ragazzi!” sembra dire adesso il Governo, con l’avallo determinante dei
Sindacati confederali. Potete accontentarvi dell’uovo ( si parla di 700.000
lire nette medie mensili, come ormai tutti sanno). Alla gallina penseremo -
forse- domani. Dell’allineamento retributivo tratteremo in un altro momento.
Intanto sorbitevi e sostenete - tutto intero e fino in fondo, (mi
vergogno a dire cosa e mi trattengo per non scomodare la censura), come scrisse
una volta Arbasino, in un famoso corsivo della “Repubblica” – gli impegni, i
doveri e le responsabilità che derivano dall’Autonomia, dalla responsabilità di
risultati, dall’esigenza di qualità del servizio, dal riordino dei cicli e
dall’applicazione dei nuovi curricoli di studio.
Ma in queste condizioni, viene spontaneo obiettare
ai Sindacati confederali, è possibile sottoscrivere un contratto dignitoso e
soddisfacente? Ma si può esprimere soddisfazione per delle ennesime promesse? Nell’Atto
di Indirizzo – ed è incontestabile perché è scritto nero su bianco – non sono
contenute promesse ma il riconoscimento che l’allineamento retributivo è un
atto dovuto ed equo, da conseguire, ripeto, in questo contratto. Ciò che sta
avvenendo è da addebitare ad un comportamento schizofrenico del Governo e al
sostegno dei Sindacati Confederali, che da un lato emanano proclami solenni e,
dall’altro, non si preoccupano di tradurli in pratica, con buona pace di ogni
logica e di ogni coerenza.
Colleghi dirigenti, si stanno creando le condizioni
per concludere un contratto al ribasso, mortificante per la categoria.
In questi giorni si sta consumando, come molti paventavano, il possibile e,
anzi, probabile tradimento delle nostre legittime istanze. No è per questo
esito che i direttori didattici e presidi più illuminati e impegnati hanno lottato
in questi ultimi due decenni.
Non vogliamo diventare dirigenti di serie B! Vogliamo essere
dirigenti a pieno titolo, a partire da una retribuzione in linea e in media
con le omologhe dirigenze del pubblico impiego che esercitano la nostra stessa
funzione. Se accettiamo ora di procrastinare
l’equiparazione con le altre dirigenze nel prossimo contratto ci
accontenteremo del classico… campa cavallo che l’erba cresce! Se
accettiamo ora questa logica del ribasso saremo sempre alla rincorsa di un
allineamento che non verrà mai, in uno stato di eterna rivendicazione senza
alcuna certezza.
Confido in un sussulto di dignità della categoria.
Spero che sappia comprendere senza esitazione quali siano i propri interessi e
chi li difende e li rappresenta. Non ho dubbi che sappia riconoscere e
respingere da sé chi gioca al ribasso, chi mette in svendita il patrimonio
sociale, chi, dietro il paravento delle compatibilità, difende di fatto gli
interessi di altre categorie.
Colleghi dirigenti, questi sono i giorni decisivi!
Questo è per tutti il momento della massima attenzione e della presenza
collettiva!
Post scriptum: Avevo appena terminato questo editoriale “a caldo”
quando ho potuto prendere visione del comunicato
del Ministero della Funzione Pubblica, emanato al termine dell’incontro di
oggi 28 marzo 2001. Nel testo balzano subito agli occhi due elementi
macroscopici:
1. il tentativo maldestro di giustificare
lo stanziamento aggiuntivo come sufficiente in questa fase per chiudere (ora in
fretta!) il contratto
2. e questa perla di ipocrisia “il Governo, nel riconoscere che tali risorse consentono un
consistente avvicinamento all'equiparazione con la retribuzione dei dirigenti
dello Stato, darà atto che l'obiettivo finale del completo riallineamento
retributivo, da tutti condiviso, sarà raggiunto nel prossimo contratto
collettivo (anno 2002)”. Tradotto: il
Governo ci darà atto che siamo dirigenti, ma di serie B. E ci darà atto anche
che sosteremo nel “campionato minore” per almeno altri 3 anni, fino al 2004 -
2005 perché è dimostrato che i contratti vengono, di fatto, rinnovati ben oltre
termine della loro scadenza.
Complimenti! Bel capolavoro! Ora, però, non ho più parole. Sono
stanchissimo, profondamente deluso nel cuore della notte e vado a letto (dopo
aver partecipato a 12 ore di corso di formazione sulla sicurezza in tre giorni
consecutivi).
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