CONTRATTO A PASSO DI GAMBERO

di Paolo Quintavalla

Editoriale n. 15 dell' 8. 3.2001

Le trattative contrattuali, per decisione unanime delle OO.SS. , sono state inaspettatamente ma giustamente sospese in attesa che il Governo reperisca le necessarie risorse finanziarie mancanti e impartisca coerenti ed indispensabili disposizioni all'ARAN. Non solo è tutto fermo ma, purtroppo, si torna indietro.

Non immaginavo francamente di assistere a questo nuovo colpo di scena e di dover scrivere un nuovo editoriale, di tenore completamente diverso rispetto a quello, aperto ad un cauto ottimismo, di una settimana fa. Per la scelta del titolo, a caldo, mi sono venuti in mente: "la doccia fredda" oppure "nuovo capitolo della serie: abbiamo scherzato, ragazzi" "contratto al contagocce" oppure "uno scarto da colmare". Ma poi ho preferito registrare il passo indietro ricevuto dalle trattative, per rappresentare lo sconcertante comportamento da gambero della parte pubblica.

Devo ammettere di avere sbagliato previsioni e di essermi lasciato prendere dalla ingenua speranza che il Contratto imboccasse finalmente la strada della celerità e del buon senso. Credo, tuttavia, che molti di voi siano stati tratti nello stesso inganno dal fatto inusuale dei tre giorni consecutivi convocati sicuramente per accelerare la trattativa ma anche legittimamente interpretabili come indice di una comune volontà di pervenire ad una rapida conclusione della contrattazione. Credo anche che molti di voi siano stati illusi dal fatto, sia pure incontestabile, che nell'Atto di indirizzo era ripetuto per diverse volte e a chiare lettere il principio della equiparazione retributiva della dirigenza scolastica con le altre dirigenze pubbliche, come risulta da questi rapidi estratti:

  1. "La legge n.59 del 1997, con i conseguenti provvedimenti attuativi, ha voluto introdurre anche nella scuola - pur tenendo conto delle indiscutibili peculiarità di questa realtà istituzionale - una dirigenza accomunata alla dirigenza degli altri comparti pubblici da alcuni caratteri salienti, pur in presenza di indubbi tratti di specificità."
  2. "Circa i contenuti contrattuali, l'obiettivo dell'attività negoziale dell'ARAN, come evidenziato, riguarderà l'adeguamento, per quanto compatibile, della disciplina della dirigenza scolastica alla disciplina generale della dirigenza pubblica alla luce delle caratteristiche normative, organizzative e funzionali del sistema dell'istruzione"
  3. "4.5 Retribuzione - La disciplina del rapporto di lavoro e la regolamentazione del trattamento economico dettati per la dirigenza pubblica vengono estesi, con gli opportuni adattamenti, ai dirigenti scolastici. Il trattamento economico del dirigente scolastico sarà modellato sulla disciplina generale di riferimento per le altre dirigenze pubbliche con applicazione dei principi della onnicomprensività"
  4. "Ai fini del finanziamento del CCNL di ingresso per la dirigenza scolastica, 1'ARAN potrà utilizzare tali risorse destinate al recupero dell'inflazione, nonché l'apposito stanziamento per l'anno 2001 previsto nel disegno di legge finanziaria, finalizzato al riallineamento retributivo della dirigenza scolastica con le altre figure dirigenziali, correlato in ragione d'anno in lire 200 miliardi. Per il periodo 1 settembre - 31 dicembre 2000, invece, non risulta previsto alcun finanziamento aggiuntivo rispetto alle risorse destinate all'intero comparto Scuola per l'anno 2000"

Visto che non abbiamo letto male perché le frasi sono scritte lì - nero su bianco - oggettive ed indiscutibili, chiediamoci se, per caso, le abbiamo interpretate erroneamente.

Non vogliamo credere che il Governo si comporti in questa situazione come il dottor Jeckill e Mr. Hide e cioè da una parte affermi il giusto principio dell'allineamento retributivo mentre, dall'altra, non si ponga il problema della sua traduzione pratica in termini economici. Eppure è molto semplice: basta prendere le tabelle stipendiali, verificabili e non clandestine, dei dirigenti degli altri comparti del pubblico impiego e confrontarle con quelle attuali dei DD.SS. (che sono ancora quelle relative al precedente personale direttivo di provenienza). Non credo che ci voglia la competenza di un ragioniere per effettuare la dovuta differenza. Quello scarto è esattamente quello che ci spetta ed è quello che vogliamo subito, in questo primo contratto e non procrastinato al secondo. Tutto ciò non viene affermato da soggetti anarchici né eversivi. E' il Governo stesso, nelle affermazioni sopra richiamate, che legittima le coerenti e necessarie implicazioni: il trattamento economico non è e non può essere indipendente rispetto alle attribuzioni giuridiche connesse ad una determinata funzione. La funzione dei dirigenti - mi sembra incontestabile - è la stessa al di là del fatto che sia incidentalmente esercitata nel settore della sanità, oppure dei Ministeri, oppure degli Enti Locali.

Ritengo utile, per opportuna documentazione degli inconsapevoli o degli smemorati, riprodurre una tabella comparativa e riepilogativa dalla quale si evince l'entità di questo scarto retributivo da colmare:

RIEPILOGO (x 1000)

dirigenti

retribuzione media annua lorda
pro capite

differenza annua media
pro capite dei capi di istituto rispetto ai dirigenti del pubblico impiego

scuola

65.671

=

ministeri

91.711

- 26.040

aziende autonome

94.754

- 29.083

enti pubblici non economici

120.147

- 54.476

enti locali

89.874

- 24.203

sanità medici a tempo pieno

109.076

- 43.405

sanità amministrativi

85.803

- 20.132

enti ricerca 1

121.370

- 55.699

enti ricerca 2

100.724

- 35.053

università

125.747

- 60.076

Fonte: "CONFRONTO TRA LE RETRIBUZIONI DEI CAPI DI ISTITUTO E DEI DIRIGENTI DEL PUBBLICO IMPIEGO - Elaborazione Anp su dati ufficiali del Ministero del Tesoro (cfr. Ministero del Tesoro, Ragioneria Generale dello Stato, Conto annuale 1997, I.P.Z.S. Roma 1999). Questi dati sono presi a riferimento dall'Aran al momento del rinnovo dei contratti. I dati sono riferiti ad una situazione antecedente il rinnovo dei contratti 1998-2001.

Il rinnovo del contratto dei DD.SS. se confrontato con quello dei dirigenti degli EE.LL., sottoscritto a gennaio 2000 e con l'ipotesi di Contratto per i Dirigenti dell'Area 1 (Ministeri) concordata nel febbraio 2001 legittima a ritenere che il differenziale stia aumentando. Si deve tenere conto, inoltre, del fatto che nessuna dirigenza dei comparti pubblici è sollecitata da un intenso processo di innovazione e di riforma come quello che stiamo vivendo in questo momento nella scuola e di cui siamo, volenti o nolenti, i più diretti protagonisti. Per ora sono ben chiare nelle nostre menti le implicazioni e le conseguenze di concetti quali: autonomia, dirigenza, responsabilità di risultati, qualità del servizio d'istruzione, riordino dei cicli, nuovi saperi, introduzione delle nuove tecnologie, nuovi curricoli. Nessun altro segmento della pubblica amministrazione si trova implicato in trasformazioni profonde di questa natura e in questa misura. Nessun altro segmento vive con tanta intensità le pressioni e le attese dell'intera società nei confronti della qualità del servizio come sta vivendo la scuola in questo periodo storico. Sono, quindi, minimamente accettabili, sia sul piano concettuale sia sul piano pratico, questa divaricazione, questo misconoscimento della nostra funzione, questo maltrattamento retributivo rispetto agli altri dirigenti?

Allora, deve essere colmato questo scarto? Certamente sì, a patto che il Governo si renda conto doverosamente che non bastano le parole. Perché si sa che le parole possono anche consolare o illudere, gratificare o solleticare ma scontano un limite fondamentale: non danno, purtroppo, calorie.

Per ora registriamo il passo indietro impresso alle trattative dall'Aran e dal Governo. Ci preoccupa certamente la considerazione che questo evento imprevisto non potrà che alimentare il livello e il carico di frustrazione e di rabbia della nostra categoria, già abbastanza elevati in questo periodo. Ci conforta, tuttavia, questa asserita e per ora visibile unità d'intenti delle Organizzazioni sindacali con la speranza che non sia solo contingente ma possa reggere anche l'urto delle prossime e decisive prove.

Ora spetta a tutti noi - come si suol dire - fare la nostra parte!

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