CONTRATTO A PASSO DI GAMBERO
di Paolo Quintavalla
Editoriale n. 15 dell' 8. 3.2001
Le trattative contrattuali, per decisione unanime delle OO.SS. , sono state inaspettatamente ma giustamente sospese in attesa che il Governo reperisca le necessarie risorse finanziarie mancanti e impartisca coerenti ed indispensabili disposizioni all'ARAN. Non solo è tutto fermo ma, purtroppo, si torna indietro.
Non immaginavo francamente di assistere a questo nuovo colpo di scena e di dover scrivere un nuovo editoriale, di tenore completamente diverso rispetto a quello, aperto ad un cauto ottimismo, di una settimana fa. Per la scelta del titolo, a caldo, mi sono venuti in mente: "la doccia fredda" oppure "nuovo capitolo della serie: abbiamo scherzato, ragazzi" "contratto al contagocce" oppure "uno scarto da colmare". Ma poi ho preferito registrare il passo indietro ricevuto dalle trattative, per rappresentare lo sconcertante comportamento da gambero della parte pubblica.
Devo ammettere di avere sbagliato previsioni e di essermi lasciato prendere dalla ingenua speranza che il Contratto imboccasse finalmente la strada della celerità e del buon senso. Credo, tuttavia, che molti di voi siano stati tratti nello stesso inganno dal fatto inusuale dei tre giorni consecutivi convocati sicuramente per accelerare la trattativa ma anche legittimamente interpretabili come indice di una comune volontà di pervenire ad una rapida conclusione della contrattazione. Credo anche che molti di voi siano stati illusi dal fatto, sia pure incontestabile, che nell'Atto di indirizzo era ripetuto per diverse volte e a chiare lettere il principio della equiparazione retributiva della dirigenza scolastica con le altre dirigenze pubbliche, come risulta da questi rapidi estratti:
Visto che non abbiamo letto male perché le frasi sono scritte lì - nero su bianco - oggettive ed indiscutibili, chiediamoci se, per caso, le abbiamo interpretate erroneamente.
Non vogliamo credere che il Governo si comporti in questa situazione come il dottor Jeckill e Mr. Hide e cioè da una parte affermi il giusto principio dell'allineamento retributivo mentre, dall'altra, non si ponga il problema della sua traduzione pratica in termini economici. Eppure è molto semplice: basta prendere le tabelle stipendiali, verificabili e non clandestine, dei dirigenti degli altri comparti del pubblico impiego e confrontarle con quelle attuali dei DD.SS. (che sono ancora quelle relative al precedente personale direttivo di provenienza). Non credo che ci voglia la competenza di un ragioniere per effettuare la dovuta differenza. Quello scarto è esattamente quello che ci spetta ed è quello che vogliamo subito, in questo primo contratto e non procrastinato al secondo. Tutto ciò non viene affermato da soggetti anarchici né eversivi. E' il Governo stesso, nelle affermazioni sopra richiamate, che legittima le coerenti e necessarie implicazioni: il trattamento economico non è e non può essere indipendente rispetto alle attribuzioni giuridiche connesse ad una determinata funzione. La funzione dei dirigenti - mi sembra incontestabile - è la stessa al di là del fatto che sia incidentalmente esercitata nel settore della sanità, oppure dei Ministeri, oppure degli Enti Locali.
Ritengo utile, per opportuna documentazione degli inconsapevoli o degli smemorati, riprodurre una tabella comparativa e riepilogativa dalla quale si evince l'entità di questo scarto retributivo da colmare:
RIEPILOGO (x 1000) |
||
dirigenti |
retribuzione media annua lorda |
differenza annua media |
scuola |
65.671 |
= |
ministeri |
91.711 |
- 26.040 |
aziende autonome |
94.754 |
- 29.083 |
enti pubblici non economici |
120.147 |
- 54.476 |
enti locali |
89.874 |
- 24.203 |
sanità medici a tempo pieno |
109.076 |
- 43.405 |
sanità amministrativi |
85.803 |
- 20.132 |
enti ricerca 1 |
121.370 |
- 55.699 |
enti ricerca 2 |
100.724 |
- 35.053 |
università |
125.747 |
- 60.076 |
Allora, deve essere colmato questo scarto? Certamente sì, a patto che il Governo si renda conto doverosamente che non bastano le parole. Perché si sa che le parole possono anche consolare o illudere, gratificare o solleticare ma scontano un limite fondamentale: non danno, purtroppo, calorie.
Per ora registriamo il passo indietro impresso alle trattative dall'Aran e dal Governo. Ci preoccupa certamente la considerazione che questo evento imprevisto non potrà che alimentare il livello e il carico di frustrazione e di rabbia della nostra categoria, già abbastanza elevati in questo periodo. Ci conforta, tuttavia, questa asserita e per ora visibile unità d'intenti delle Organizzazioni sindacali con la speranza che non sia solo contingente ma possa reggere anche l'urto delle prossime e decisive prove.
Ora spetta a tutti noi - come si suol dire - fare la nostra parte!
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