BILANCIO DI UN ANNO:

TRA FRUSTRAZIONE ED ATTESA

di Paolo Quintavalla

Editoriale n. 12 del 5 gennaio 2001

Un altro anno è passato e ancora una volta noi dirigenti siamo senza contratto.

Un anno fa eravamo in attesa del fatidico Atto di indirizzo del Governo all'Aran e pensavamo ingenuamente che l'avvio delle trattative fosse imminente. Il nostro ragionamento era semplice: se era scritto nero su bianco in una legge della Repubblica italiana - non su un qualsiasi pezzo di carta - che il Contratto dei DD.SS. doveva essere concluso entro il 30 marzo 2000, non si vedevano ragioni né tecniche né politiche per le quali il Governo non dovesse onorasse i suoi impegni, tra l'altro così solennemente sanciti.

Proprio in quei mesi, dal settembre 1999 al giugno 2000, siamo stati impegnati nella frequenza del corso obbligatorio per l'acquisizione della dirigenza, il corso di formazione più massacrante e darwiniano della storia scolastica antica e recente. Negli stessi mesi, inoltre, veniva avviata la nuova procedura di valutazione dell'azione dei dirigenti scolastici ad opera di nuclei valutativi esterni. Tutto ciò, ovviamente, non poteva non provocare l'effetto di aumentare la delusione in coloro che sperimentavano sulla propria pelle lo scarto crescente tra l'aggravio dei carichi di lavoro e l'assenza di gratificazioni professionali e retributive.

Infatti, nonostante aumentassero gli impegni, i doveri e le responsabilità, nonostante da molti anni esercitassimo di fatto le funzioni tipicamente dirigenziali, al riconoscimento sul piano giuridico di tale funzione non ha corrisposto un coerente riconoscimento sul piano economico.

Questo solco si è acuito ancora di più dal 1° settembre 2000. Molti presidi e direttori didattici hanno avuto la netta sensazione di una colossale presa in giro perché mentre l'avvio dell'Autonomia si rivelava priva di risorse economiche, la nuova e contestuale Dirigenza si manifestava di latta o di cartapesta, cioè per molti aspetti meramente formale.

Il 2000 doveva essere l'anno del primo contratto, cioè del pieno riconoscimento sociale del ruolo complesso esercitato dai dirigenti scolastici, tradotto in una retribuzione coerente con la qualità e con la quantità delle attività svolte e delle responsabilità assunte. Il 2000 è stato, invece, un altro anno di interminabile attesa e sfibrante frustrazione delle nostre legittime rivendicazioni.

La fine di un anno e l'inizio di un nuovo anno inducono a formulare il bilancio di quello trascorso e a prefigurare speranze per quello appena iniziato. Il 2000, se riferito alle vicende del contratto inesistente e sempre rinviato, è stato un anno molto negativo per noi. Il 2001 non dovrà essere un anno di rassegnazione e di attesa ma dovrà coincidere con un periodo di lotte e di impegno comune per affermare le istanze di una categoria che prende consapevolezza della propria identità professionale e rivendica i propri diritti.

Il prossimo sciopero del 30 gennaio 2001, a cui parteciperanno tutte le categorie dirigenziali del Pubblico Impiego, costituirà per la dirigenza scolastica un primo e sostanziale banco di prova. Forse il suo esito positivo, affidato all'impegno comune e individuale di tutti i presidi e i direttori didattici italiani, potrà costituire il vero atto di nascita della nostra categoria.

L'augurio per il 2001 è che tutti sappiamo guardare avanti, che tutti sappiamo assumere le responsabilità e i doveri che ci competono nel processo ancora lungo ma inevitabile di affermazione delle ragioni culturali, professionali e civili che animano la Dirigenza nella scuola dell'Autonomia.

Torna a INDICE