EPPUR SI MUOVE!

Editoriale n. 11 del 23.12.2000

di Paolo Quintavalla

 

Delle ultime vicende del contratto (gli incontri preliminari con l'ARAN del 7, del 13 e del 19 dicembre ed i comunicati di varia fonte di cui sono costellati) avevo dato una prima ed istintiva lettura pessimistica ed avevo già pronto il titolo di queste note: "Aspettando Godot". Il mitico ed invisibile personaggio del famoso dramma di Samuel Beckett sempre invocato sulla scena dai due barboni protagonisti si presta bene, in fondo, a rappresentare l'attesa sfibrante e sempre delusa di un Contratto sempre annunciato, sempre sul punto di comparire ma che fatalmente mai si materializza. Sembra ai Dirigenti che la situazione sia ancora una volta stagnante, ripetitiva, chiusa in una specie di stanca circolarità mentre manca l'essenziale, quell'Atto d'indirizzo che alberga inesplicabile nella mente del Ministro ma non trova la forza o la possibilità di tradursi in un tratto di penna liberatore.

Godot ha promesso di venire - deve venire - ma non comparirà mai sulla scena. Anche il Contratto, come Godot, deve venire, sappiamo che verrà. E come i due barboni, fermi al bivio nella loro attesa frustrante, i dirigenti potrebbero intrecciare il dialogo:

"Andiamocene"

"Non si può"

"Perché?"

"Aspettiamo Godot"

"Già, è vero"

A questo pensavo leggendo nei vari comunicati che "l'Atto di indirizzo del Governo è dato ancora una volta per imminente" e che "per i dirigenti scolastici il Governo si impegna ad una rapida (sic!) emanazione dell'Atto di indirizzo per il primo contratto dell'Area" (stralcio dall'"Intesa Governo-OO.SS. sulle politiche di sostegno allo sviluppo dell'istruzione e formazione e sulla valorizzazione del personale" del 15.12.2000)

Il dramma di Beckett, come è noto, è il testo canonico del cosiddetto "teatro dell'assurdo" e potrebbe emblematicamente essere preso in prestito per rappresentare i molti aspetti di insensatezza delle nostre vicende contrattuali. Guardando sotto la superficie, tuttavia, avvertiamo che qualcosa si muove e, visto che siamo entrati nel clima natalizio, siamo indotti ad un sia pur tenue ottimismo. Così ho deciso di cambiare il titolo di queste considerazioni in "Eppur si muove!".

Il fatto nuovo e consistente, oltre i tre incontri programmati presso l'ARAN, è stata l'iniziativa della "Giornata Nazionale di protesta dei Dirigenti senza contratto" promossa dall'ANP e realizzata con successo il 15 dicembre scorso al teatro Eliseo di Roma. Nel corso della manifestazione sono state lanciate alcune parole d'ordine in cui possono e devono riconoscersi tutti i Dirigenti Scolastici:

Se si arriverà a questa manifestazione, essa sarà il vero banco di prova dell'esistenza di una dirigenza scolastica degna di questo nome ed al suo esito sarà legato l'atto di nascita effettivo (anche e soprattutto psicologico) della nostra categoria. In occasione dello sciopero generale della scuola del 7 dicembre scorso i sindacati confederali avevano chiamato i DD.SS. a partecipare ma l'adesione dei presidi e dei direttori didattici non aveva superato il 5%. Non si può tirare in ballo il destino cinico e baro. Quello non era lo sciopero dei dirigenti scolastici perché le nostre ragioni e la nostra specificità semplicemente non erano rappresentate, erano quasi del tutto ignorate, eclissate dalle ragioni e dagli interessi dei docenti. Il prossimo sciopero - se sarà necessario - dovrà essere quello specifico dei dirigenti scolastici e da esso dipenderà buona parte del "destino" o, fuori dalla retorica, delle possibilità di sviluppo della nostra categoria.

Cari colleghi, non aspettiamo Babbo Natale che, del resto, in questi giorni è molto indaffarato con i bambini. Se vogliamo che qualcosa cambi non dobbiamo aspettarci i regali. Dobbiamo solo rivendicare con forza i nostri diritti e impegnarci singolarmente nel perseguire la realizzazione degli obiettivi che ci proponiamo. Dobbiamo solo investire ogni energia per la riuscita di uno sciopero giusto che, allo stato attuale, appare inevitabile.

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