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Sito telematico dedicato all'informazione, al confronto, al dibattito sui problemi connessi con il CONTRATTO DEI DIRIGENTI SCOLASTICI – a cura del D.S. Paolo Quintavalla  in servizio presso la Direzione Didattica 3° Circolo di Parma - In Rete dal maggio 2000 –

 

 

 

 

NEWS 

 

 

«Centomila insegnanti di troppo nelle graduatorie»

Il ministero: sono quelli di ruolo che cercano cattedre più prestigiose o sedi più comode. Ma così si penalizzano i precari

Corriere della Sera – 4 gennaio 2003


ROMA - «Aspiranti professori» col contratto a tempo indeterminato. «Precari» con la cattedra assicurata fino all’età della pensione. Succede nella scuola. Ed è un fatto piuttosto comune, anche se finora poco noto nella sua esatta dimensione. Secondo un’indagine del ministero dell’Istruzione, sono circa 104 mila gli insegnanti legati all’amministrazione da un contratto a tempo indeterminato che affollano anche altre classi di concorso delle graduatorie provinciali permanenti, a fianco di chi attende da anni un posto nella scuola. Poiché nelle graduatorie di tutta Italia, al 25 ottobre scorso, risultavano 427 mila persone, si può affermare che circa il 25 per cento dei professori presente in quelle liste non può essere definito in senso stretto aspirante a una cattedra dal momento che già la possiede. La presenza di un insegnante di ruolo in una o due graduatorie di altrettanti ordini scolastici o classi di concorso ha delle ragioni ben precise. Il docente in questo modo cerca di assicurarsi una nomina più gratificante, sotto il profilo economico, col passaggio a un ordine scolastico superiore, o della sede. Secondo l’indagine del ministero dell’Istruzione, dei 427 mila aspiranti professori, 245.958 sono presenti nelle graduatorie di un solo ordine di scuola, 166 mila si trovano nelle graduatorie di due ordini scolastici, mentre 9.813 insistono su graduatorie di tre ordini scolastici.

Si tratta di scelte legittime, che non violano né leggi né regolamenti. Non c’è dubbio però che la presenza di oltre 100 mila insegnanti di ruolo nelle graduatorie finisca per allungare l’attesa dei veri precari. Due docenti milanesi di filosofia, supplenti da anni, vicini ai cinquanta, hanno lanciato di recente un Sos a viale Trastevere: «Siamo bloccati da cinque docenti che insegnano in un’altra classe di concorso: non abbiamo speranza». «Uno dei casi più ricorrenti e di intasamento riscontrato in varie province - spiega Michele Borello, docente di Diritto a Milano e animatore di un movimento di precari - è quello causato dall’ingresso dei colleghi di Lettere delle medie inferiori nelle graduatorie di filosofia dei licei, grazie ai corsi riservati, a scapito dei vincitori di concorso». «Il tappo - aggiunge Borello - crea maggiori sofferenze nelle classi di concorso che offrono pochi posti di ruolo, quelle cioè dove avvengono poche assunzioni l’anno».
La possibilità, per un docente di ruolo, di passare da una cattedra all’altra è garantita comunque, ma il numero di posti è contingentato. Ecco perché così tanti docenti, ottenuta l’assunzione, restano iscritti alle altre classi di concorso in cui sono abilitati. «E’ sicuramente un problema - ammette Franco Coppoli, referente del coordinamento nazionale precari Cobas scuola - ma il vero nodo per i precari è il blocco delle assunzioni, la mancanza di ricambio. Nella Finanziaria ci sono decine di migliaia di tagli del personale e non c’è nessuna prospettiva di investimento nella scuola pubblica. In realtà la flessibilità dei docenti, ovvero la possibilità di passare da una cattedra all’altra - continua Coppoli - comporta una dequalificazione dell’insegnamento perché si perde il patrimonio professionale acquisito sul campo».
«Finché non ci sarà in Italia un organico sistema di reclutamento - dice Fedele Ricciato, segretario generale dello Snals - non si potrà dare mai seguito con equità alle legittime aspettative degli aspiranti inseriti nelle graduatorie. Nell’attuale sistema non si possono negare due diritti: il diritto al lavoro e il diritto a fare carriera. Ammettiamo che io sia un incaricato della scuola dell’infanzia - continua Ricciato - e abbia i titoli per accedere al ruolo della secondaria per Lettere. Come faccio a rinunciare a quest’opportunità, se è l’unica possibilità di carriera ammessa nella scuola, oltre ai passaggi contingentati? Al ministero avrebbero tante altre cose a cui pensare. Il precariato esiste perché non si fanno le nomine in ruolo».

Giulio Benedetti

 

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