«Scuola, musica già alle
elementari» Moratti: «Ci saranno
percorsi personalizzati». Dubbi dei presidi sul
loro nuovo ruolo Fonte: sito web Corriere
della Sera – 27 marzo 2002 ROMA - Lo studio di uno strumento musicale
dalle elementari. Tutor qualificati nelle scuole contro il disagio
giovanile e in grado di assistere i ragazzi nella scelta dell’università.
Sono due novità annunciate dal ministro dell’Istruzione. Con la riforma della
scuola lo studio della musica intesa non solo come storia, ma anche come
padronanza tecnica di uno strumento, entrerà gradualmente in tutti gli
istituti, a partire dalle elementari. Letizia Moratti lo ha detto durante
l'inaugurazione del 120° anno accademico del Conservatorio «Rossini» a Pesaro
(dove è stata contestata da un gruppo di studenti). Di tutor, invece, ha
parlato nell’intervista uscita ieri sul Corriere , dove ha anche
precisato il ruolo dei dirigenti scolastici: «Non mi piace la figura del
preside manager. I presidi devono prima di tutto capire le esigenze delle
famiglie e dei ragazzi». Una posizione che però non soddisfa del tutto i
dirigenti. «Nessuno di noi - è stato il commento di Giorgio Rembado,
presidente dell’Anp - ci tiene al termine di manager, ma nessuno per
esercitare la professione può rinunciare alle competenze nel campo delle
gestione delle risorse umane e finanziarie». La riforma sta per approdare
in Parlamento e il clima è sempre più rovente. L’opposizione continua a
sparare a zero sulle proposte del governo in materia di istruzione. Il
ministro si rivolge direttamente ai genitori per chiarire i contenuti del
progetto. «Nelle scorse settimane - ha affermato Letizia Moratti - qualcuno
ha detto che la riforma prevede una penalizzazione dell'insegnamento della
musica -. Vorrei tranquillizzare studenti e genitori. Nella riforma sono
previsti indirizzi musicali nella scuola media e nei licei. Al tempo stesso
studieremo formule organizzative che consentano specifici percorsi
professionalizzanti». La musica è stato uno dei cavalli di battaglia dell’ex
ministro dell’Istruzione, Luigi Berlinguer. «Ma sull'idea di scuola come
azienda, Moratti fa finta di tornare indietro - ha detto Berlinguer -. Mentre
restano tutti interi il buono scuola, il reclutamento futuro dei docenti
direttamente dall'albo professionale, la struttura degli organi collegiali
all'insegna della cultura aziendale». Critiche anche da Margherita e Pdci.
Giovanni Manzini: «La Moratti è come Giano bifronte, a parole promette una
scuola comunità, nei fatti fa il contrario». E Katia Bellillo, ex minisro per
le Pari opportunità: «C’è una progressiva dequalificazione della scuola
pubblica che apre la strada alla privatizzazione». |
Giulio Benedetti |
|