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Sito telematico dedicato all'informazione, al confronto, al dibattito sui problemi connessi con il primo CONTRATTO DEI DIRIGENTI SCOLASTICI – a cura del D.S. Paolo Quintavalla  in servizio presso la Direzione Didattica 3° Circolo di Parma - In Rete dal maggio 2000 –

 

 

 

 


La Cisl Scuola "risponde" all'ANP

Fonte: sito web Cisl Scuola - 21 febbraio 2003

Lettera aperta a tutto il personale della scuola di "risposta" ad un'analoga iniziativa dell'Associazione Nazionale Presidi, rivolta ai docenti italiani

LETTERA APERTA

A TUTTO IL PERSONALE DELLA SCUOLA

Con una Lettera aperta indirizzata ai Docenti italiani, il Presidente dell'Associazione Nazionale Presidi, aderente alla CIDA (Confederazione Italiana Dirigenti d'Azienda) chiede loro di sottoscrivere la delega sindacale a favore dell'ANP con la promessa, una volta che l'Associazione, nel previsto giro di due anni, diventerà rappresentativa anche del personale docente (almeno così ottimisticamente spera) e potrà sedersi, quindi, al tavolo negoziale del Comparto Scuola, di "… chiedere per loro riconoscimenti non effimeri, sia di status normativo che di livello retributivo".

Il tono propagandistico e ammiccante della missiva, al di là del falso ecumenismo e delle offensive mistificazioni circa il ruolo delle Organizzazioni sindacali rappresentative dell'intero Comparto Scuola, difficilmente trarrà in inganno la categoria dei docenti giacché risulta del tutto evidente il messaggio che in essa chiaramente traspare. Infatti, i veri destinatari dell'invito rivolto dall'ANP sono esclusivamente coloro che si sentono espressione di "alta professionalità" e ritengono di svolgere "un lavoro di qualità elevata nella scuola, senza altra prospettiva che quella di un'avara mancia prelevata annualmente dal fondo d'istituto".

E' qui che l'ANP mostra il suo vero volto e l'aspirazione di fondo delle sue strategie di proselitismo: spaccare, dividere, mettere in contrapposizione in base a criteri selettivi ed elitari le variegate professionalità che vivono ed operano nella scuola, che nella nostra visione risultano invece tutte concorrenti - in varia misura e con diversità di ruolo e funzioni - al perseguimento degli obiettivi istituzionali che la Costituzione e l'Ordinamento affidano al pubblico servizio scolastico.
Ha iniziato 15 anni fa, al momento della sua costituzione, con i Capi d'Istituto, oggi Dirigenti Scolastici, assumendone la tutela corporativa degli interessi, con una scelta fondata sulla asserita inconciliabilità politico/sindacale delle specifiche rivendicazioni con quelle degli altri lavoratori del Comparto Scuola, ulteriormente legittimata dalla presunta supremazia culturale e professionale dei Capi d'istituto, fino a metterne sdegnosamente in discussione la provenienza stessa dalla docenza quale vincolo per il loro reclutamento.

I docenti italiani, perciò, hanno ben in mente le rivendicazioni fondamentali sulle quali l'ANP, nei 15 anni dalla sua fondazione, ha costruito il proprio consenso tra una ragguardevole fetta di Capi d'Istituto/Dirigenti Scolastici, vagheggiando una sovranità amministrativa e gestionale di stampo rigidamente gerarchico e autoritativo, del tutto omologabile alle altre dirigenze pubbliche, da perseguire attraverso:

  • l'introduzione nella scuola del modello aziendalistico
  • il coinvolgimento diretto nel procedimento di valutazione del personale docente
  • l'esercizio incontrastato del governo monocratico, rendendo del tutto residuale il ruolo della collegialità e della partecipazione
  • la facoltà diretta di assunzione e licenziamento del personale docente e ATA
  • la scelta discrezionale e autoreferenziale di staff e collaborazioni
  • l'affidamento esclusivo di qualsiasi incarico fiduciario nella scuola
  • lo svuotamento della contrattazione d'Istituto e il ridimensionamento del ruolo delle RSU.

Ben diversi i valori fondativi della CISL e le conseguenti aspirazioni della CISL SCUOLA per l'esercizio del ruolo di rappresentanza e di tutela di tutto il personale della scuola, assunte nell'ambito della scelta confederale di collegare in maniera stretta e inscindibile la valorizzazione delle professionalità con l'innalzamento dei livelli qualitativi del servizio scolastico.

E' l'idea di scuola che ci separa nettamente e irrevocabilmente dall'ANP. Per noi la scuola è essenzialmente luogo di partecipazione, corresponsabilizzazione e solidarietà interprofessionale, criteri irrinunciabili per una condivisa progettazione, gestione e verifica del progetto educativo, rispetto al quale ciascuna componente offre il proprio contributo nel rispetto del proprio ruolo, delle proprie competenze e delle connesse responsabilità, a partire dalla libertà d'insegnamento e dall'autonomia professionale dei docenti.

Forti di queste consapevolezze - assunte quali principi di fondo e in quanto tali sottratte alla logica delle convenienze estemporanee e di natura tattica - nella nostra storia ultracinquantennale abbiamo da sempre sviluppato una coerente azione rivendicativa e contrattuale che ha cercato di tenere sempre unito il fronte dei lavoratori della scuola, incidendo nel contempo sullo sviluppo delle politiche scolastiche e mirando ad una distribuzione equa delle risorse disponibili, ragionevolmente rapportata ai contenuti professionali delle prestazioni, ai carichi di lavoro ed ai regimi delle responsabilità. Si tratta di un patrimonio etico-culturale prima che rivendicativo-contrattuale che esibiamo con orgoglio e che ha orientato e guidato stabilmente il nostro modo di essere e fare sindacato e sul quale abbiamo costruito un consenso forte e generalizzato tra i lavoratori della scuola.

La scuola dell'autonomia - alla cui sanzione giuridica e ordinamentale e pur non volendocene presuntuosamente attribuire l'esclusiva paternità - crediamo di aver contribuito con tutto il peso della nostra rappresentatività e con il prestigio delle nostre coerenti e argomentate rivendicazioni, prevede "…l'individuazione di nuove figure professionali del personale docente, ferma restando l'unicità della funzione…" per l'attivazione delle quali vanno costruiti adeguati percorsi di accesso fondati su accertate e condivise competenze didattiche ed organizzative, e non unicamente basati su un atto dispositivo unilaterale e discrezionale del dirigente scolastico.

E' banale, mistificante e riduttivo averci attribuito la responsabilità di una politica retributiva del personale di "appiattimento" e di "malinteso egualitarismo".
La previsione di uno sviluppo di carriera, basato anche su una possibile articolazione dei compiti legati alla piena attuazione dell'autonomia delle istituzioni scolastiche, esige innanzitutto la disponibilità di risorse economiche che il Governo a tutt'oggi non è ancora in grado di garantire e la messa a punto di un efficace e riconosciuto sistema di valutazione nazionale che il MIUR non riesce a far decollare.
In assenza delle necessarie risorse economiche, è obiettivamente velleitario oltre che "utopico" pensare di avviare una credibile politica retributiva fondata su una diversa architettura delle "carriere".

La proposta dell'ANP, ispirata al criterio di dare di più a "pochi" mortificando i "molti" (che comunque svolgono, checché ne pensi l'ANP con dedizione e competenza il proprio ruolo) non potrà, comunque, mai essere calata dall'alto e imposta - magari per legge - al personale della scuola, bensì dovrà misurarsi con un percorso democratico di coinvolgimento e partecipazione della Categoria, quale imprescindibile presupposto per le eventuali conseguenti definizioni contrattuali.

A tale proposito rileviamo una strana - ma per noi non casuale - coincidenza temporale tra questo intervento dell'ANP ed alcune recenti proposte di autorevoli esponenti politici del MIUR e di alcuni onorevoli parlamentari della maggioranza miranti:

  • al depotenziamento della contrattazione sindacale attraverso il tentativo di sottrarre al tavolo negoziale importanti istituti del rapporto di lavoro del personale della scuola
  • a riaffidare alla legge o ad atti decretativi unilaterali la definizione dello stato giuridico dei docenti e "la fissazione di criteri diretti a stabilire una progressione di carriera" (ordine del giorno della Camera, accettato dal Governo)
  • ad attribuire al dirigente scolastico la titolarità di distribuzione e di erogazione al personale del Fondo d'Istituto, facendone così una authority salariale sottratta a qualsiasi vincolo preventivo.

Noi dubitiamo che ciò rientri nelle aspettative di tutto il personale della scuola per il quale ci stiamo battendo e continueremo a batterci perché questo disegno non si realizzi. E siamo certi che non avremo al nostro fianco l'ANP, le cui scelte politiche e culturali appaiono molto vicine, per non dire consonanti, agli orientamenti dell'attuale Governo.

Roma, 20 febbraio 2003

Daniela Colturani
Segretario Generale Cisl Scuola

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