La
Cisl Scuola "risponde" all'ANP
Fonte:
sito web Cisl Scuola - 21 febbraio 2003
Lettera
aperta a tutto il personale della scuola di
"risposta" ad un'analoga iniziativa
dell'Associazione Nazionale Presidi, rivolta ai
docenti italiani
LETTERA
APERTA
A TUTTO IL PERSONALE DELLA SCUOLA
Con
una Lettera aperta indirizzata ai Docenti
italiani, il Presidente dell'Associazione
Nazionale Presidi, aderente alla CIDA
(Confederazione Italiana Dirigenti d'Azienda)
chiede loro di sottoscrivere la delega sindacale a
favore dell'ANP con la promessa, una volta che
l'Associazione, nel previsto giro di due anni,
diventerà rappresentativa anche del personale
docente (almeno così ottimisticamente spera) e
potrà sedersi, quindi, al tavolo negoziale del
Comparto Scuola, di "… chiedere per loro
riconoscimenti non effimeri, sia di status
normativo che di livello retributivo".
Il tono propagandistico e ammiccante della
missiva, al di là del falso ecumenismo e delle
offensive mistificazioni circa il ruolo delle
Organizzazioni sindacali rappresentative
dell'intero Comparto Scuola, difficilmente trarrà
in inganno la categoria dei docenti giacché
risulta del tutto evidente il messaggio che in
essa chiaramente traspare. Infatti, i veri
destinatari dell'invito rivolto dall'ANP sono
esclusivamente coloro che si sentono espressione
di "alta professionalità" e
ritengono di svolgere "un lavoro di qualità
elevata nella scuola, senza altra prospettiva che
quella di un'avara mancia prelevata annualmente
dal fondo d'istituto".
E' qui che l'ANP mostra il suo vero volto e
l'aspirazione di fondo delle sue strategie di
proselitismo: spaccare, dividere, mettere in
contrapposizione in base a criteri selettivi ed elitari
le variegate professionalità che vivono ed
operano nella scuola, che nella nostra visione
risultano invece tutte concorrenti - in varia
misura e con diversità di ruolo e funzioni - al
perseguimento degli obiettivi istituzionali che la
Costituzione e l'Ordinamento affidano al pubblico
servizio scolastico.
Ha iniziato 15 anni fa, al momento della sua
costituzione, con i Capi d'Istituto, oggi
Dirigenti Scolastici, assumendone la tutela
corporativa degli interessi, con una scelta
fondata sulla asserita inconciliabilità
politico/sindacale delle specifiche rivendicazioni
con quelle degli altri lavoratori del Comparto
Scuola, ulteriormente legittimata dalla presunta
supremazia culturale e professionale dei Capi
d'istituto, fino a metterne sdegnosamente in
discussione la provenienza stessa dalla docenza
quale vincolo per il loro reclutamento.
I docenti italiani, perciò, hanno ben in mente le
rivendicazioni fondamentali sulle quali l'ANP, nei
15 anni dalla sua fondazione, ha costruito il
proprio consenso tra una ragguardevole fetta di
Capi d'Istituto/Dirigenti Scolastici, vagheggiando
una sovranità amministrativa e gestionale di
stampo rigidamente gerarchico e autoritativo, del
tutto omologabile alle altre dirigenze pubbliche,
da perseguire attraverso:
- l'introduzione
nella scuola del modello aziendalistico
- il
coinvolgimento diretto nel procedimento di
valutazione del personale docente
- l'esercizio
incontrastato del governo monocratico,
rendendo del tutto residuale il ruolo della
collegialità e della partecipazione
- la
facoltà diretta di assunzione e licenziamento
del personale docente e ATA
- la
scelta discrezionale e autoreferenziale di staff
e collaborazioni
- l'affidamento
esclusivo di qualsiasi incarico fiduciario
nella scuola
- lo
svuotamento della contrattazione d'Istituto e
il ridimensionamento del ruolo delle RSU.
Ben
diversi i valori fondativi della CISL e le
conseguenti aspirazioni della CISL SCUOLA
per l'esercizio del ruolo di rappresentanza e di
tutela di tutto il personale della scuola, assunte
nell'ambito della scelta confederale di collegare
in maniera stretta e inscindibile la
valorizzazione delle professionalità con
l'innalzamento dei livelli qualitativi del
servizio scolastico.
E' l'idea di scuola che ci separa nettamente e
irrevocabilmente dall'ANP. Per noi la scuola è
essenzialmente luogo di partecipazione,
corresponsabilizzazione e solidarietà
interprofessionale, criteri irrinunciabili per una
condivisa progettazione, gestione e verifica del
progetto educativo, rispetto al quale ciascuna
componente offre il proprio contributo nel
rispetto del proprio ruolo, delle proprie
competenze e delle connesse responsabilità, a
partire dalla libertà d'insegnamento e
dall'autonomia professionale dei docenti.
Forti di queste consapevolezze - assunte quali
principi di fondo e in quanto tali sottratte alla
logica delle convenienze estemporanee e di natura
tattica - nella nostra storia ultracinquantennale
abbiamo da sempre sviluppato una coerente azione
rivendicativa e contrattuale che ha cercato di
tenere sempre unito il fronte dei lavoratori della
scuola, incidendo nel contempo sullo sviluppo
delle politiche scolastiche e mirando ad una
distribuzione equa delle risorse disponibili,
ragionevolmente rapportata ai contenuti
professionali delle prestazioni, ai carichi di
lavoro ed ai regimi delle responsabilità. Si
tratta di un patrimonio etico-culturale prima che
rivendicativo-contrattuale che esibiamo con
orgoglio e che ha orientato e guidato stabilmente
il nostro modo di essere e fare sindacato e sul
quale abbiamo costruito un consenso forte e
generalizzato tra i lavoratori della scuola.
La scuola dell'autonomia - alla cui sanzione
giuridica e ordinamentale e pur non volendocene
presuntuosamente attribuire l'esclusiva paternità
- crediamo di aver contribuito con tutto il peso
della nostra rappresentatività e con il prestigio
delle nostre coerenti e argomentate
rivendicazioni, prevede "…l'individuazione
di nuove figure professionali del personale
docente, ferma restando l'unicità della
funzione…" per l'attivazione delle
quali vanno costruiti adeguati percorsi di accesso
fondati su accertate e condivise competenze
didattiche ed organizzative, e non unicamente
basati su un atto dispositivo unilaterale e
discrezionale del dirigente scolastico.
E' banale, mistificante e riduttivo averci
attribuito la responsabilità di una politica
retributiva del personale di "appiattimento"
e di "malinteso egualitarismo".
La previsione di uno sviluppo di carriera, basato
anche su una possibile articolazione dei compiti
legati alla piena attuazione dell'autonomia delle
istituzioni scolastiche, esige innanzitutto la
disponibilità di risorse economiche che il
Governo a tutt'oggi non è ancora in grado di
garantire e la messa a punto di un efficace e
riconosciuto sistema di valutazione nazionale che
il MIUR non riesce a far decollare.
In assenza delle necessarie risorse economiche, è
obiettivamente velleitario oltre che "utopico"
pensare di avviare una credibile politica
retributiva fondata su una diversa architettura
delle "carriere".
La proposta dell'ANP, ispirata al criterio di dare
di più a "pochi" mortificando i "molti"
(che comunque svolgono, checché ne pensi l'ANP
con dedizione e competenza il proprio ruolo) non
potrà, comunque, mai essere calata dall'alto e
imposta - magari per legge - al personale della
scuola, bensì dovrà misurarsi con un percorso
democratico di coinvolgimento e partecipazione
della Categoria, quale imprescindibile presupposto
per le eventuali conseguenti definizioni
contrattuali.
A tale proposito rileviamo una strana - ma per noi
non casuale - coincidenza temporale tra questo
intervento dell'ANP ed alcune recenti proposte di
autorevoli esponenti politici del MIUR e di alcuni
onorevoli parlamentari della maggioranza miranti:
- al
depotenziamento della contrattazione sindacale
attraverso il tentativo di sottrarre al tavolo
negoziale importanti istituti del rapporto di
lavoro del personale della scuola
- a
riaffidare alla legge o ad atti decretativi
unilaterali la definizione dello stato
giuridico dei docenti e "la fissazione
di criteri diretti a stabilire una
progressione di carriera" (ordine del
giorno della Camera, accettato dal Governo)
- ad
attribuire al dirigente scolastico la
titolarità di distribuzione e di erogazione
al personale del Fondo d'Istituto, facendone
così una authority salariale sottratta
a qualsiasi vincolo preventivo.
Noi
dubitiamo che ciò rientri nelle aspettative di tutto
il personale della scuola per il quale ci stiamo
battendo e continueremo a batterci perché questo
disegno non si realizzi. E siamo certi che non
avremo al nostro fianco l'ANP, le cui scelte
politiche e culturali appaiono molto vicine, per
non dire consonanti, agli orientamenti
dell'attuale Governo.
Roma, 20 febbraio 2003
Daniela Colturani
Segretario Generale Cisl Scuola
|