I
Dirigenti Scolastici di Milano lanciano il
manifesto per una scuola sicura
Fonte:
sito web Cgil Scuola – 3 marzo 2003
Riceviamo
e volentieri pubblichiamo di seguito il
“Manifesto per una scuola sicura” che il
Coordinamento di Milano di CGIL CISL dei Dirigenti
Scolastici lancia alle forze politiche e
istituzionali.
La
correttezza dell’impostazione – la sicurezza
della scuola è una questione che riguarda
innanzitutto la qualità del servizio pubblico e
non riguarda solo la Dirigenza Scolastica – ne
fanno un documento importante che merita di essere
raccolto e fatto proprio, con gli adeguamenti
necessari, in tutti i contesti territoriali.
Importante
anche la sottolineatura del coinvolgimento di
tutte le forze interessate e in primo luogo dei
genitori e dell’utenza in generale.
Di seguito il testo
Roma,
3 marzo 2003
COORDINAMENTO DIRIGENTI
SCOLASTICI CGIL-CISL
MILANO E PROVINCIA
MANIFESTO
PER UNA SCUOLA SICURA
Alle
istituzioni, alle forze politiche e sindacali,
alla cittadinanza.
SCUOLE
E SICUREZZA:
LO STATO DELLE COSE
Ø
Il
punto da cui partire è lo stato degli edifici e
delle strutture scolastiche. Il dato di realtà,
incontrovertibile, sotto gli occhi di tutti, è
che le scuole a Milano e provincia non possono
generalmente essere considerate
"sicure".
La stragrande maggioranza degli edifici NON
è a norma di sicurezza.
Non solo:
gli edifici non sono "adeguati"
neppure rispetto la normativa antecedente il D.Lgs.
626/1994, vale a dire rispetto quanto prevede il
DPR 547 del 1955.
Negli ultimi anni inoltre gli interventi di
manutenzione ordinaria sono diventati sempre più
carenti, per
non dire inesistenti .
Ø
La
competenza degli
interventi di manutenzione straordinaria ed
ordinaria in materia di edilizia scolastica è
dell'ente locale, proprietario
degli immobili.
Costituiscono precisi obblighi di legge per
i Comuni (o per la Provincia) non solo i lavori
edilizi di una certa importanza,
gli interventi strutturali e gli
adeguamenti degli impianti elettrici, termici,
ecc. ma anche la manutenzione ordinaria, nonché
la fornitura delle varie certificazioni di idoneità,
agibilità e conformità.
Deve essere chiaro pertanto che se vi sono
ritardi, carenze, inadempienze nello stato di
conservazione degli edifici scolastici e delle
strutture la responsabilità primaria è dell'ente
locale, poiché questi adempimenti sono di sua
stretta competenza. Così come spetta
all'Amministrazione locale mettere a norma di
sicurezza gli edifici (la scadenza di fine 2004
vale solo per l'adeguamento degli edifici
scolastici alla particolare normativa antincendio
del 1992, non per tutti gli altri adempimenti
previsti).
Ø
I
dirigenti scolastici in questi anni hanno
continuamente segnalato la necessità e l'urgenza
di diversi interventi manutentivi, così come
hanno inviato agli Enti locali documenti di
rilevazione dei rischi con l'indicazione
dettagliata delle opere necessarie.
Non solo: hanno denunciato più volte le
carenze degli interventi di manutenzione ordinaria
nelle scuole, sempre più rarefatti, così come
hanno richiesto a più riprese di acquisire
finalmente agli atti della scuola le
certificazioni necessarie (in molti casi agli atti
delle Direzioni vi è soltanto il NOP, Nulla Osta
Provvisorio dei Vigili del Fuoco, mancano tutte le
altre certificazioni di idoneità e agibilità…).
Ø
In
questo contesto
sono allora preoccupanti e fuorvianti alcune iniziative
intraprese da organi di controllo (Vigili del
Fuoco, ASL, Ispettorato del lavoro) nei confronti
dei dirigenti scolastici, individuati quali
"datori di lavoro" e quindi, in quanto
tali, "responsabili".
Occorre infatti sottolineare che non solo
il dirigente scolastico è un "datore
di lavoro atipico",
non assimilabile al dirigente d'azienda o
di altri settori lavorativi, ma soprattutto che non è proprietario
degli immobili né responsabile appunto del
loro stato. Ribadiamo
ancora una volta che lo stato degli edifici
scolastici (le carenze strutturali, le situazioni
che non sono a norma di sicurezza, ecc.) dipende
da inadempienze
dell'ente locale.
Questa situazione è la
causa prima di incidenti che si possono
verificare, di elementi di rischio esistenti, in
una parola della mancanza di sicurezza!
Ø
I
dirigenti scolastici sono i primi a denunciare lo
stato di incuria e/o insicurezza di molti edifici
e strutture scolastiche e a chiederne con forza la
messa a norma nei tempi più rapidi possibili.
Sottolineiamo al tempo stesso, a scanso di
equivoci, che
la "sicurezza delle scuole" non è un
problema esclusivo o "privato" del
dirigente scolastico:
avere scuole modernamente attrezzate,
funzionali, rispondenti alle norme europee di
sicurezza, ben arredate, accoglienti e non fonti
potenziali o reali di pericolo e/o fatiscenti è
prima di tutto un
diritto degli alunni e dei cittadini.
A maggior ragione se si tratta di scuole
pubbliche, il cui corretto funzionamento deve
essere garantito dallo Stato e dalle sue
articolazioni territoriali.
COSA CHIEDONO I DIRIGENTI
SCOLASTICI ?
ALL'AMMINISTRAZIONE
LOCALE
1.
Innanzi
tutto si chiede di garantire la necessaria e
continua manutenzione
ordinaria. La mancanza di interventi di
manutenzione ordinaria (serramenti, servizi
igienici inadeguati e in pessimo stato di
conservazione, infiltrazioni dal tetto, impianti
elettrici vetusti, dotazioni di arredi antiquate e
insufficienti, ecc.) costituisce un
elemento di rischio ambientale costante,
quotidiano, per la salute e la sicurezza di alunni
e operatori scolastici. La mancanza della
manutenzione ordinaria comporta inevitabilmente il
progressivo deterioramento delle condizioni degli
edifici.
2.
Per
quanto riguarda la manutenzione straordinaria (e
quindi l'adeguamento delle strutture al D.Lgs.
626/94) siamo ben consapevoli che si tratta di
interventi che richiedono tempi lunghi: proprio
per questo chiediamo che vengano programmati per
tempo, considerando la scadenza prevista di fine
2004. E' necessario che gli Enti locali predispongano un piano di
interventi (qualità e quantità degli interventi
necessari, tempi, modalità operative, ecc.) nelle
varie scuole, partendo da una analisi e da
un'attenta verifica delle condizioni di partenza,
cioè dalla conoscenza dello stato
"attuale".
Abbiamo la netta sensazione che questo Piano
di intervento organico stenti a decollare
e che si confidi piuttosto nell'ennesima deroga,
in un rinvio della scadenza prevista del 2004.
Questo non può costituire un alibi, a
nostro avviso, per ritardare, colpevolmente,
l'attuazione degli interventi necessari a partire
dalle situazioni di maggior gravità e rischio per
gli alunni e l'utenza.
3.
Gli
Enti locali devono fornire quanto prima possibile
alle scuole la certificazione necessaria già in
loro possesso (impianti termici, impianti
elettrici, ecc.) e attrezzarsi a fornire quella
mancante relativa alle condizioni di idoneità e
agibilità dei locali e delle strutture (es.
refettori, palestre, ecc.), approvata dagli enti
preposti (ASL, Vigili del Fuoco).
ALL'AMMINISTRAZIONE
SCOLASTICA
1.
L'Amministrazione
scolastica, su temi rilevanti come la sicurezza
degli edifici e delle strutture, non può lasciare
le singole scuole da sole, sulla base di una
distorta e impropria concezione dell'autonomia
scolastica.
L'autonomia scolastica può certamente
consistere nell'individuazione puntuale e nella
segnalazione delle varie e specifiche situazioni
da parte delle singole scuole, ma la problematica
nel suo complesso, relativa ai rapporti fra le
varie istituzioni (scuola, ente locale, ASL,
Vigili del Fuoco, Ispettorati vari) va affrontata
centralmente da parte del Centro Servizi
Amministrativi (ex Provveditorato) e/o della
Direzione Regionale sia
sul piano della contrattazione
integrativa con le rappresentanze
sindacali (applicazione art.7 comma 2 del CCNL V
Area) sia in
termini di confronto diretto, concertazione,
ricerca di protocolli
d'intesa che valgano per tutte le
istituzioni coinvolte e per tutte le scuole.
Troppo poco è stato fatto fino a questo
momento. Non
basta qualche sporadico corso di
formazione/informazione (pure indispensabile) sul
D.Lgs. 626: l'Amministrazione
scolastica deve
prendere iniziative concrete, in più direzioni.
2.
In
particolare in una metropoli come il Comune di
Milano è necessario che il CSA promuova
direttamente e favorisca incontri con l'ente
locale finalizzati alla definizione di accordi quadro sulle
modalità di intervento nella gestione degli
immobili di proprietà comunale, nell'esercizio
delle attività e nell'individuazione delle
responsabilità dei vari soggetti.
Segnatamente:
a)
responsabilità in merito alla fornitura, alla installazione, alle revisioni,
ai collaudi, alla
manutenzione ordinaria e straordinaria per
quanto riguarda l'ente locale proprietario degli
immobili (con definizione
delle modalità operative e dei tempi)
b)
responsabilità
in merito alla sorveglianza del mantenimento delle
condizioni di esercizio, alla
formazione/informazione del personale, alle prove
di evacuazione degli edifici (modalità e
periodicità) da parte del dirigente
scolastico, responsabile dell'istituzione e delle
attività in esso svolte.
3.
A
livello comunale e regionale (quindi sia CSA che
Direzione Regionale) si deve avviare un confronto
con i vari enti di controllo (ASL, Vigili del
Fuoco, Ispettorati) allo scopo di definire con
chiarezza quali sono gli adempimenti che possono
ragionevolmente essere richiesti alle scuole ed ai
dirigenti scolastici e quali invece no, in quanto
di competenza dell'ente locale proprietario degli
immobili cui vanno ricondotte le relative
responsabilità.
E'
interesse di tutti avviare un serio percorso di
adeguamento delle scuole alle norme di sicurezza.
E' soprattutto interesse dei cittadini (alunni,
famiglie) e dei lavoratori della scuola operare in
un ambiente salubre e sicuro.
Per questo si attiveranno i dirigenti
scolastici. Per
tutelare non solo se stessi, ma soprattutto
l'intera comunità scolastica. Per respingere
l'attribuzione indebita di responsabilità in
ambiti che non sono di loro competenza, ma
soprattutto perché gli adempimenti previsti dal
D.Lgs. 626 e gli interventi necessari vengano
effettuati, conditio
sine qua non per avere scuole sicure.
Milano,
19.2.2003
|