Bene
il contratto scuola e ora il contratto per i
Dirigenti Scolastici
Fonte:
sito web Cgil Scuola – 13 giugno 2003
Pubblichiamo una lettera unitaria inviata ai
Dirigenti Scolastici italiani sul contratto del
Comparto scuola
Roma, 13 giugno 2003
testo
lettera
Cara/o
collega,
il
16 maggio 2003 è stata siglata dai Sindacati CGIL
CISL UIL Scuola SNALS e dall’ARAN l’ipotesi di
Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro 2002-2005 riguardante il personale Docente e Ata della Scuola
statale.
Vorremmo,
con queste note, necessariamente brevi e
schematiche, puntualizzare alcuni contenuti del
Contratto del Comparto Scuola, ben sapendo quanto
alti siano l’attenzione e l’interesse dei
Dirigenti Scolastici per i riflessi che esso ha sull’organizzazione del lavoro
e sulla funzionalità delle scuole
italiane.
Diciamo
subito che sul Contratto del Comparto Scuola si
sono confrontate due visioni della scuola
italiana.
Una,
interpretata dall’Aran su mandato del Governo,
che si può definire di modernizzazione
anacronistica, basata sulla riduzione, ancor di più
di quanto già non si stia facendo, degli spazi
dell’autonomia, sul ritorno al rapporto
impiegatizio da stato giuridico, sulla confusione
delle competenze dei soggetti e degli organismi.
L’altra,
rappresentata da tutto il Sindacalismo
democratico, che punta alla crescita della scuola
italiana basata su maggiori investimenti, maggiore
flessibilità, maggiore democrazia, riconoscimento
di una più alta professionalità dei suoi
operatori.
Possiamo
dire che l’offensiva del Governo non è passata,
e si sono, al contrario, salvaguardate le
condizioni per avanzare, in un quadro politico e
sociale diverso, lungo una strada realmente
riformatrice che non può prescindere comunque
dagli investimenti
sulla scuola pubblica.
Il
Contratto, per sintetizzare soprattutto i
contenuti di più immediato interesse per la
gestione delle scuole, prevede i seguenti punti:
- è stata mantenuta in
campo organizzativo e gestionale alla esclusiva
competenza del Dirigente Scolastico la nomina dei
suoi collaboratori – essendo nel contempo
caduta, perché ormai inesistente nelle norme, la
figura del Vicario - di contro alle ipotesi di
tornare alla individuazione di tali figure dentro
al Collegio;
- le Funzioni
strumentali al Piano dell’Offerta Formativa,
appartenendo al campo pedagogico-didattico, sono
individuate per
contenuto modalità e numero dal Collegio dei
Docenti;
- ogni altra figura in
campo organizzativo, oltre i due Collaboratori,
può essere individuata dal Dirigente
Scolastico in base al Pof, alla delibera del Consiglio d’Istituto e ai criteri
stabiliti dal Contratto di scuola (art.86 lettera
j) del CCNL);
- sono superate le
modalità di individuazione degli incarichi
specifici (ex Funzioni aggiuntive del personale
Ata definite nel precedente Contratto su
graduatoria di anzianità) per essere affidate
alla nomina del Dirigente Scolastico su proposta
del Direttore dei Servizi;
- sono ampliati
i terreni
di intervento della trattativa di scuola ( essa
individua ad esempio i compensi delle Funzioni
Strumentali e delle Funzioni Aggiuntive, individua
i criteri per l’organizzazione del lavoro e
dell’orario del personale ferme restando le
prerogative del Dirigente Scolastico) e nel
contempo si affida al Dirigente Scolastico il
compito di una proposta di Accordo che renderà più
funzionale e più snella la contrattazione, anche
in ragione dei tempi definiti per l’avvio della
trattativa stessa;
-
è prevista l’istituzione di una Commissione
nazionale di lavoro composta dalle parti per
individuare meccanismi di carriera per il
personale Docente, a valere dal prossimo biennio,
ferma restando la necessità di copertura
finanziaria per corrispondere a tale esigenza.
Esce, in
sostanza, battuta l’arroganza di chi ha tentato
di utilizzare il Contratto della scuola per dare
un serio colpo alle condizioni di esercizio di
autonomia.
La
confusione delle competenze fra Organi Collegiali
e Dirigente Scolastico, il drastico
ridimensionamento della Contrattazione
d’Istituto, il ritorno allo stato giuridico, così
come emergevano dalle proposte governative,
avrebbero – contrariamente a quanto si
possa pensare ad una prima schematica riflessione
– sottratto
autonomia al Dirigente Scolastico, eliminato un
elemento caratterizzante il suo profilo proprio,
peraltro, della Dirigenza pubblica quale la
prerogativa negoziale, avrebbero, in definitiva,
spianato la strada ad una Dirigenza Scolastica
“minore” e indebolita anche rispetto alla
rivendicazione, che per noi rimane centrale,
dell’equiparazione retributiva alle altre
Dirigenze di Stato.
Il Dirigente
Scolastico, negli intendimenti della controparte
governativa, doveva assumere il ruolo di Dirigente
agli ordini del Governo e non di Dirigente
autonomo di una scuola autonoma. Tale logica
avrebbe prefigurato una linea di comando che,
partendo dal Ministero e ramificandosi nelle
Direzioni Regionali, avrebbe lasciato al Dirigente
delle Scuole una responsabilità meramente
esecutiva. Una figura, quindi,
di Dirigente concepita non come funzionario
della Repubblica ma come funzionario dei Governi
di turno.
Vediamo, del
resto, in questi giorni come si sia tentato di
piegare il Dirigente Scolastico a mero esecutore di ordini, in merito
all’applicazione della Legge 53: si è chiesto
ai Dirigenti della scuola di base, con una
semplice comunicazione di servizio e in mancanza
del D.L.vo applicativo, l’aggiornamento del
personale in assenza dell’approvazione del
Collegio Docenti. Si comanda ai Dirigenti di
eseguire ordini e di disattendere le leggi vigenti
(DPR 275/99) o di anticiparne altre ancora da
approvare.
Contemporaneamente
con una semplice Circolare, la C.M. 49 del 16
maggio 2003, il MIUR, al fine di aumentare il
controllo sulla Dirigenza Scolastica, estende
illegittimamente anche ad essa l’applicazione
della legge Frattini : con quella Circolare,
infatti, cessa il carattere bilaterale
dell’incarico che riconosce
al Dirigente Scolastico la prerogativa di
“negoziare” con il Direttore regionale
obiettivi contenuti e durata dell’incarico
stesso.
Infine il
Miur ha proposto finora una inaccettabile
valutazione dei Dirigenti Scolastici,
classificatoria e inutilmente “competitiva”,
che va alla ricerca di una improbabile eccellenza,
senza valutatori validi, senza uno strumento
valutativo validato ed accettato, senza vere
risorse per la retribuzione di risultato.
Tutto ciò a
fronte di un rinnovo contrattuale negato alla
Dirigenza Scolastica, nonostante il CCNL sia
scaduto da ben 18 mesi e sia stato tempestivamente
disdettato dai Sindacati Scuola CGIL CISL UIL
Oggi siamo
impegnati:
-
a rivendicare la definizione delle Aree
contrattuali con la conferma della V Area
specifica della Dirigenza Scolastica;
-
a far prevedere nel DPEF congrui impegni
finanziari per il nostro Contratto, al fine di
realizzare la irrinunciabile equiparazione
retributiva alle altre Dirigenze di stato;
-
a far
emanare l’Atto di indirizzo al Governo, il
quale, dopo aver tanto promesso ai Dirigenti
Scolastici, in campagna elettorale
e negli atti ufficiali, nulla ha mantenuto.
A risposte
negative daremo seguito a tutta la nostra capacità
di mobilitazione, per la quale molto confidiamo
nel tuo contributo di partecipazione e di idee.
RingranziandoTi
dell’attenzione che ci hai dedicato, Ti
auguriamo buon lavoro e inviamo i nostri più
cordiali saluti
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