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Sito telematico dedicato all'informazione, al confronto, al dibattito sui problemi connessi con il primo CONTRATTO DEI DIRIGENTI SCOLASTICI – a cura del D.S. Paolo Quintavalla  in servizio presso la Direzione Didattica 3° Circolo di Parma - In Rete dal maggio 2000 –

 

 

 

 

ASSOCIAZIONE NAZIONALE VICARI

Il vicario tra docenza e dirigenza 

 Fonte: sito web ANVI - 1 febbraio 2003

 

Prendendo spunto dalle recenti tensioni che si stanno manifestando attorno alla figura del collaboratore vicario vorrei proporre le seguenti considerazioni. 

Sono d’accordo con chi afferma che il problema di fondo, per il vicario, non è l’esonero o il semi esonero dall’insegnamento. Ciò è invece, se vogliamo, un semplice corollario, rispetto alla questione, ben più importante, e risolutiva, della sua funzione nella scuola dell’autonomia0 .  

E’ ormai evidente, infatti, e l’evoluzione normativa relativa a tale questione lo rivela1 , che oltre alla funzione docente e alla funzione dirigenziale sia necessario distinguere una funzione vicariale, da intendere come un complesso di compiti e competenze (allo stato attuale ancora indefinito, ma non per questo inesistente, anzi, sempre più esplicito e operante) non riconducibile alla mera attività docente da una parte né, dall’altra, all’attività dirigenziale. 

E’ questo complesso di compiti e competenze che deve essere chiarito, in sede legislativa innanzitutto, dal punto di vista normativo, per un corretto funzionamento dell’istituzione scolastica, pena la confusione dei ruoli, con le immancabili conseguenze negative sul piano organizzativo, operativo e gestionale.  

Ma questo doveroso chiarimento non potrà aver luogo senza una preliminare accettazione della suddetta distinzione da parte del mondo politico e sindacale. In questo senso, il confronto tra sindacati e governo sul rinnovo del contratto scuola è emblematico, se riferito alla figura del collaboratore vicario; tale confronto sembra, infatti, andare nella direzione opposta, perché, imputandosi sulla questione dell’esonero e del suo annullamento2 , dimostra di non voler accettare il principio della distinzione delle funzioni e, quindi, l’esistenza stessa del vicario come soggetto scolastico definito nei suoi compiti e nelle sue competenze, nei suoi diritti e nei suoi doveri. 

E in questo senso vorrei sottolineare come anche la pur originale e condivisibile scelta dell’ANP di aprirsi alle cosiddette alte professionalità, nonché a tutti i docenti interessati alla realizzazione di una distinzione delle carriere, potrebbe risultare, per i vicari, paradossalmente, controproducente, se non sostenuta da un preliminare chiarimento sul principio della distinzione delle funzioni oltre che, appunto, delle carriere. Una distinzione delle carriere basata sul mantenimento dell’unica funzione giuridicamente definita, quella docente, non credo, infatti, che gioverebbe gran che alla causa dei collaboratori vicari. 

Bene dunque l’associazione di ANP, ANVI, APEF etc., purchè non si perda di vista la premessa strategica delle rivendicazioni dei collaboratori vicari: quella ormai non più procrastinabile definizione della funzione vicariale, con tutte le conseguenze e i corollari ad essa collegati sul piano giuridico. 

 

Marco Saba  

Collaboratore vicario del Liceo Scientifico Statale “Pitagora” di Isili (NU) 

e-mail   sabab@tiscalinet.it 

 

0  Con questo non intendo affermare, sia chiaro, che la battaglia sul mantenimento dell’istituto dell’esonero sia di retroguardia, anzi, auspico una sua estensione a tutti i vicari, attraverso il superamento degli attuali parametri normativi, appartenenti ad un modello scolastico ormai superato. 

1  Nella recente normativa contrattuale, infatti, la figura del vicario è stata assimilata, per gli aspetti puramente economici, alle cosiddette funzioni obiettivo, mentre, per ciò che concerne gli aspetti giuridici, si è ritenuto di dover ancorare, soprattutto riguardo alla  sua scelta, tale figura alla normativa inerente la definizione della funzione dirigente. 

2  Tralascio qui, perché ci porterebbe troppo lontano, il discorso sulla discutibile correttezza del legame  causale stabilito tra annullamento dell’esonero e recupero di posti di lavoro che sembra essere stata adombrato nell’attuale tornata contrattuale; dico solo che è quantomeno sconcertante che tale posizione non abbia suscitato l’immediata e universale disapprovazione da parte dei sindacati. Aggiungo che se ciò si dimostrasse veritiero ci sarebbero gli estremi per una immediato annullamento della propria tessera sindacale

 

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