Scheda tecnica
sulla parte economica del contratto

Fonte: Sito web ANP – 9 maggio 2001

Come preannunciato nel nostro primo commento del 8 maggio sulla situazione contrattuale, pubblichiamo oggi una scheda tecnica di analisi della parte economica della bozza di contratto presentata dall'Aran nell'ultima seduta del 7 maggio 2001.


SCHEDA TECNICA SULLA PARTE ECONOMICA

DELLA BOZZA DI CONTRATTO

 

IL BLUFF DEI 40 MILIARDI

 

La prima cosa da dire, con molta chiarezza, è che i 40 miliardi stanziati con il secondo atto di indirizzo si sono rivelati un…bluff! Per capirlo, bisogna fare una riflessione sui meccanismi che portano al blocco della progressione economica per anzianità e alla trasformazione dell’anzianità già maturata in un assegno “ad personam” che viene denominato “RIA” (Retribuzione Individuale di Anzianità); questa operazione è demandata alla stipulazione del primo contratto della dirigenza, in applicazione del D.Lgs. n. 29/93.

Il blocco dell’anzianità comporta che in futuro non ci saranno più aumenti automatici a scadenze stabilite; questo significa che i futuri dirigenti non avranno alcuna retribuzione legata all’anzianità e che quelli in servizio non matureranno altri scatti; l’anzianità già maturata, però, rimane ai dirigenti già in servizio, trasformata appunto “RIA “.

Come si calcola la RIA?

 

Si fa la differenza tra lo stipendio in godimento (che naturalmente comprende scatti di anzianità già maturati) e lo stipendio ad inizio carriera, ottenendo così un importo, diverso per ognuno secondo l’anzianità, che diventa una voce della retribuzione. Per una corretta e completa determinazione della RIA, inoltre, bisogna tener conto non solo dei gradoni già acquisiti, ma anche della frazione di gradone già percorsa (da uno a sei anni) e che non ha dato luogo alla corresponsione di alcun emolumento (queste “frazioni” vengono chiamati “ratei mensili già maturati”, o semplicemente “ratei maturati” o ancora più semplicemente “ratei”).

Al momento del blocco dell’anzianità e del calcolo della RIA avremo posizioni molto diverse:

·         alcuni hanno appena acquisito il gradone e non hanno quindi ratei maturati

·         altri hanno percorso una parte più o meno lunga del gradone ed hanno una parte ancora da percorrere; hanno quindi maturato dei ratei in misura diversificata

·         altri addirittura sono a fine carriera e quindi anche loro, come coloro che hanno appena acquisito il gradone, non hanno ratei maturati.

Come si vede, le posizioni sono molto diverse: c’è chi non ha niente e chi invece ha maturato una certa anzianità nel gradone che rischia di perdere, se nel calcolo della RIA si tiene conto solo dello stipendio al momento in godimento.

Il problema è stato risolto includendo nella RIA i ratei già maturati nel gradone: si assume il valore economico del gradone, si divide per il totale dei mesi di percorrenza e si moltiplica per i mesi già maturati. L’importo così ottenuto entra a far parte della RIA; in effetti, questo sistema di calcolo del rateo è stato applicato nei primi contratti della dirigenza e anche nel contratto del comparto scuola del 1995, quando si è passati dai gradini ai gradoni.

Finora abbiamo parlato dei ratei maturati; per i ratei ancora da maturare, ad inizio aprile, il Governo aveva assunto la decisione di metterli a disposizione per la stipula del contratto, quali ulteriori risorse, ammontanti a 40 miliardi lordo-stato.

Nell’ultimo incontro negoziale all’Aran, invece, i 40 miliardi sono stati messi a disposizione o per il recupero dei ratei maturati da ciascuno o, in alternativa, per aumentare il salario accessorio; in tal modo, i 40 miliardi si sono volatilizzati.

GLI AUMENTI PROPOSTI DALL’ARAN

 

Nella bozza di contratto sulla parte economica presentata per la prima volta dall’Aran nella seduta del 7 Maggio, finalmente si è potuta conoscere l’offerta della controparte, per lo stipendio tabellare e per la retribuzione di posizione:

 Stipendio tabellare  

* Aumenti mensili lordi, dovuti per il recupero del tasso di inflazione, differenziati per anzianità, a decorrere dal 01/01/2001:

0-2     anni                          76.000

3-8     anni                          78.000

9-14   anni                          86.000

15-20 anni                           93.000

21-27 anni                        101.000

28-34 anni                        111.000

Oltre 35 anni                   118.000

* Aumento mensile lordo, uguale per tutti, a seguito dello stanziamento di 200 miliardi della Finanziaria, a decorrere dal 01/01/2001: 1.018.067

A seguito di questi aumenti viene rideterminato lo stipendio tabellare annuo comprensivo della tredicesima, che ingloba anche l’indennità integrativa speciale (contingenza): 63.700.000

Retribuzione di posizione

La retribuzione di posizione sostituisce l’attuale indennità di direzione; ha una quota fissa uguale per tutti e una quota variabile, come l’indennità di direzione.

L’aumento annuo lordo della quota fissa ammonta a 272.000 lire, poco più di 22.000 al mese, che sommate alle 4.728.000 dell’attuale indennità di direzione portano ad un importo annuo di 5.000.000.

Totale degli aumenti

Sommando i diversi aumenti sopra indicati, si ha un aumento mensile lordo che va da un minimo di 1.116.000 con zero anzianità ad un massimo di 1.158.000 a fine carriera, cioè intorno alle 600.000 lire mensili nette. A chi volesse dilettarsi in eventuali sondaggi telematici, consigliamo di far riferimento alle cifre reali e non ad importi privi di fondamento (850.000 lire nette mensili).

Non ci sono altri aumenti ”veri”; LE NOTIZIE APPARSE SULLA STAMPA CHE PARLANO DI 1.500.000 DI AUMENTO NON HANNO FONDAMENTO. Certo, qualcuno potrebbe dire che ci sono altri aumenti oltre quelli indicati, ma si tratta solo di partite di giro, o di soldi già stanziati o già in godimento, come vedremo più avanti; per capirci: se si passano 40 miliardi dei ratei maturati dalla RIA al salario accessorio si può dire che ci sono altri aumenti, ma questi non sono aumenti veri, ma una semplice partita di giro; in altre parole, una forma di autofinanziamento.

Da notare che per il periodo settembre-dicembre 2000 non è previsto assolutamente niente.

CONFRONTO CON L’AREA I

 

La differenza con l’Area I è di 18.300.000:

                           AREA I                               AREA V                                 DIFFERENZA

Tabellare          70.000.000                             63.700.000                             6.300.000

Posizione         17.000.000                                                                5.000.000                               12.000.000

Totale              87.000.000                             68.700.000                                                                18.300.000

Il recupero del differenziale tra Area I e Area V,  dopo l’incontro del 7 maggio è sceso dal 57%  al 44%.

PENSIONABILITA’ DEGLI AUMENTI

 

E’ detto con estrema chiarezza nella bozza di contratto che gli aumenti sopra indicati sono corrisposti integralmente, alle date previste, a tutti coloro che vanno in  pensione nel corso della vigenza contrattuale; ai fini della buonuscita vengono corrisposti solo gli aumenti maturati alla data della cessazione dal servizio. Dato che gli aumenti decorrono dal 01/01/2001, tutti i pensionandi al 1 settembre prossimo percepiranno questi aumenti su pensione e liquidazione, in qualsiasi momento si firmi il contratto.

ALCUNI ISTITUTI CONTRATTUALI

Gli incarichi aggiuntivi

Il D.Lgs. n. 29/93 prevede che lo stipendio dei dirigenti sia onnicomprensivo, per cui se qualche dirigente espleta un incarico aggiuntivo oltre il suo normale incarico, non può incassare il relativo pagamento, ma versarlo ad un fondo comune per il salario accessorio. Nel contratto dell’Area I è stato stabilito che rimane al dirigente che espleta l’incarico aggiuntivo solo il 30%, mentre il 70% deve essere versato appunto al fondo per il salario accessorio; l’Aran vorrebbe estendere anche  ai dirigenti delle scuole quanto stabilito per l’Area I.

Come Anp abbiamo sostenuto che un simile ragionamento può valere per gli altri dirigenti, che hanno stipendi da dirigenti anche per la retribuzione di posizione e la retribuzione di risultato, ma non per noi che a quanto pare dobbiamo sorbirci tutti gli svantaggi della dirigenza, senza poter aspirare ad un trattamento di pari livello, anche per il salario accessorio.

Questa proposta dell’Aran appare ancora più grave se si considera che i dirigenti delle scuole possono ricevere incarichi dall’Amministrazione come tutti gli altri dirigenti, ma soprattutto possono procurarseli autonomamente, a seguito di convenzioni od accordi con enti pubblici e privati (si pensi agli IFTS, alla Terza Area dei professionali, alle mense autogestite); nel caso il dirigente fosse costretto a versare il 70% di quanto percepito a seguito di queste iniziative, è evidente che reagirebbe in un unico modo: non le farebbe più! Si potrebbe dire che l’Aran (e il Governo) sta lavorando contro l’Autonomia Scolastica.

Solo dopo lunghe e accese discussioni, sembra che l’Aran sia arrivata alla conclusione che almeno gli emolumenti derivanti da iniziative autonome debbano rimanere in gran parte al dirigente che le promuove e le attua. La questione rimane comunque aperta.

Il salario accessorio

Il salario accessorio rimane sostanzialmente immutato, per mancanza di fondi; le uniche risorse nuove sarebbero infatti…i soliti quaranta miliardi.Vale comunque la pena fare alcune riflessioni di merito.

La bozza di contratto considera “salario accessorio” la retribuzione di posizione e la retribuzione di risultato. Per l’Anp la quota fissa della retribuzione di posizione deve essere inserita nel trattamento economico fondamentale, entrando così nel calcolo della pensione e della liquidazione. La quota variabile (corrispondente all’attuale quota dell’indennità di direzione legata alla complessità della scuola) può giustamente rimanere nel salario accessorio.

La retribuzione di risultato, dovuta a tutti i dirigenti che hanno avuto una valutazione positiva (ricordiamo che la valutazione può essere o positiva o negativa, per cui il sistema delle schede a punti va ingloriosamente in pensione- vedi scheda sulla parte normativa in corso di preparazione), è giustamente collocata nel salario accessorio. L’Aran propone che la retribuzione di risultato corrisponda almeno al 20% della retribuzione di posizione e la proposta può essere accettata.

Come già detto, non ci sono risorse nuove, per cui il fondo creato per remunerare il salario accessorio è finanziato con risorse già esistenti, nel senso che si tratta di:

·          fondi già adesso utilizzati per remunerare istituti contrattuali del vecchio contratto (indennità di direzione legata alla complessità, zone a rischio);

·         fondi stanziati, ma non ancora utilizzati, quali i 15 miliardi annui della valutazione (sono disponibili i fondi di due anni, 1999-2000 e 2000-2001, perché come tutti ben sanno questi emolumenti lo scarso anno scolastico non sono stati attribuiti).

Per la verità, l’Aran indica ulteriori fondi:

·          i famosi 40 miliardi (quante volte li vogliamo contare?); abbiamo già detto che l’Anp non accetterà mai questo scippo, per cui non li consideriamo proprio in questo ambito;

·         le risorse derivanti dagli incarichi aggiuntivi, a partire dal 1 settembre 2001 (vedi sopra): almeno all’inizio, saranno poca cosa;

·         le risorse corrispondenti alle RIA dei colleghi che andranno in pensione e che lo Stato verserà nel fondo per il salario accessorio, sempre a partire dal 1 settembre 2001; si possono ipotizzare circa 12 miliardi su base annua, corrispondenti a circa un milione pro-capite.

Le ultime due voci costituiscono un incremento effettivo del fondo per il salario accessorio, ma di nuovo sono autofinanziate: si tratta degli emolumenti per incarichi aggiuntivi svolti dai dirigenti delle scuole e dall’anzianità maturata dai colleghi pensionati e che quindi lo stato non dovrà più pagare, perché i nuovi assunti non avranno anzianità; anche qui si tratta di una partita di giro, che compensa l’abolizione della progressione economica per anzianità.

CONCLUSIONI

 

Se dovessero passare simili proposte, qualche collega rischierebbe di rimetterci. Facciamo l’ipotesi di un Preside di un ITIS che sta al quinto o sesto anno di percorrenza del gradone e ha la responsabilità di uno o più IFTS in un anno scolastico, con una retribuzione di 20 milioni; questo collega perderebbe circa 4 milioni di ratei maturati e circa 14 milioni della retribuzione per gli IFTS (totale 18 milioni di perdita) e guadagnerebbe circa 14 milioni di aumento con il contratto, con una perdita secca 4 milioni (sic); potrebbe sempre sperare di recuperare qualcosa a seguito della contrattazione integrativa sul salario accessorio…

Se avessimo permesso alla Cgil di siglare questo contratto, non solo avremmo acconsentito di chiudere al ribasso e per qualcuno addirittura in perdita, ma avremmo accreditato l’idea, che qualche testata giornalistica in questi giorni ha già ripreso, di aumenti favolosi per la categoria.