Veritas odium parit


Una pacata risposta al collega Armando Catalano
estensore della nota CGIL pubblicata il 5 maggio 2001

Fonte: Sito Web ANP - 8 maggio 2001

 

Il tentativo della CGIL di spingere ad ogni costo alla chiusura del contratto prima del 13 maggio si è esplicato in molte forme, compresa una serie di bordate dirette all'Anp nel periodo compreso fra il 28 aprile ed il 5 maggio scorso. In tale ultima data, il collega Catalano ha ritenuto di dover commentare, con toni piuttosto pesanti, la lettera aperta inviata da Giorgio Rembado ai colleghi qualche giorno prima. Per parte nostra, abbiamo sempre preferito confrontarci con le sigle e le idee espresse, astenendoci dal chiamare in causa le persone. Non possiamo esimerci, in questa circostanza, dal derogare a tale principio, visto che altri ha fatto prima di noi un passo su questo terreno. Abbiamo peraltro volutamente moderato i toni della risposta, anche in questa occasione, i toni della polemica, in quanto non abbiamo alcun desiderio di spostare l'attenzione dalle questioni contrattuali al piano della contrapposizione personale.

 

Il n'y a que la vérité qui blesse . . .

Solo la verità ha il potere di ferire, dicono i nostri cugini francesi. La nota con cui la CGIL scuola scomunica le posizioni Anp conferma il detto.
Che di scomunica si tratti, e non di risposta, è evidente a chiunque legga: non c'è argomentazione, ma solo indignazione, condita dall'esplicito tentativo di squalificare moralmente l'avversario, associandolo ad entità (Forza Italia, Confindustria) e concetti (il reclutamento diretto dei docenti), che da soli dovrebbero suscitare nel lettore l'esecrazione e dispensarlo dall'ulteriore sforzo di comprendere le tesi presentate.
Questa tecnica dimostra almeno due o tre cose, non prive di interesse per chi voglia comprendere la partita in corso, e non semplicemente "fare il tifo" per una delle parti:

·        CGIL considera come sua vera controparte l'Anp e non la parte datoriale, verso la quale è prodiga di riconoscimenti ed a cui è pronta a fare, anzi ha già fatto, illimitata apertura di credito per il futuro, anche oltre la scadenza del suo mandato politico. E, quando si discute di retribuzione dei lavoratori, preferisce allearsi con chi offre di meno che con chi chiede di più. Viviamo, certo, in un mondo privo di certezze; siamo testimoni quotidiani di crisi di identità: ma ci sono ancora cose che hanno il potere di stupirci . . .;

·        nel ricostruire il cammino dell'autonomia e della dirigenza scolastica attraverso gli anni, viene usata pudicamente la terza persona, che però lascerebbe intendere come di questi accadimenti la CGIL sia stata antesignana e sostenitrice convinta fin dal principio. La verità è ben nota e documentabile a tutti: solo l'Anp si è battuta per l'autonomia delle scuole e la dirigenza per i capi di istituto. Lo ha fatto fin dal suo sorgere e senza mai cambiare linea. In questa battaglia politica ha costantemente trovato sulla sua strada proprio la CGIL, fino a quando questa non è stata scavalcata da un Ministro della sua stessa area di riferimento e si è dovuta allineare, non senza cospicui "mal di pancia" (è lecito usare ancora una figura retorica, collega Catalano?). Tutto questo è presente alla memoria di chi non vuol dimenticare ed è dimostrabile con documenti scritti, che possiamo anche ripubblicare. L'attuale battaglia per chiudere il contratto a pochi soldi non è che l'ennesimo atto di una politica costantemente volta a contrastare l'emergere di una vera classe dirigente all'interno della scuola. Ora che la dirigenza è legge, si cerca di indebolirla per via contrattuale: non abbiamo certo dimenticato che il recente CCNL dei docenti (15 marzo 2001) ha introdotto il limite di due collaboratori per il dirigente, con palese forzatura di una norma di legge. Ed è chiaro a tutti che chiudere, di forza, un accordo che ha l'effetto di sottopagare il dirigente, risponde alla stessa logica di contenimento e contrasto del suo ruolo. Ma, per Catalano, questi sono solo vaneggiamenti . . .

·        a proposito di vaneggiamenti: il secondo atto di indirizzo del Ministro della Funzione Pubblica non promette affatto un intervento sul DPEF, né tanto meno fissa "l'obiettivo di acquisire compiutamente l'allineamento retributivo al primo gennaio 2002". Più sommessamente recita: "obiettivo che sarà perseguibile nel prossimo contratto collettivo, in relazione alle risorse che saranno rese disponibili dalla manovra finanziaria." Nel prossimo contratto collettivo significa fra il 2002 ed il 2005 e non il primo gennaio 2002; perseguibile non significa che sarà in ogni caso raggiunto; in relazione alle risorse significa quello che abbiamo già visto accadere questa volta: basterà inserire in finanziaria risorse insufficienti per vanificare l'obiettivo. E questo sarebbe un "documento politico sottoscritto in maniera non equivoca", sulla cui affidabilità la CGIL è pronta a scommettere? Non vogliamo, poi, per evitare altre polemiche, sottolineare che un impegno, pur così vago e circoscritto, è assunto da un Ministro in scadenza di mandato. Come mai il candidato premier dello stesso schieramento non ha ritenuto di rispondere alla sollecitazione Anp di far suo tale impegno? Forse perché, essendo persona seria, non ritiene di assumere impegni che non ha intenzione di mantenere? O perché, dall'interno del suo schieramento, qualcuno gli ha posto un veto? Comunque vadano le elezioni, non è però difficile immaginare lo scenario: se l'attuale maggioranza sarà stata riconfermata, il suo leader non sarà tenuto ad onorare un impegno che si è rifiutato di sottoscrivere. E, se non sarà stata riconfermata, non avrà evidentemente la possibilità di operare. Sono queste le certezze, sulla cui base la CGIL lancia anatemi a chi si permette di operare a tutto campo, senza autocensure pregiudiziali?


Il fatto che, su singoli punti, le nostre proposte per la scuola possano coincidere con quelle di Confindustria o di Forza Italia non significa che Anp sia automaticamente un clone di quei soggetti politici. Se è per questo, siamo stati fra i più decisi e leali sostenitori delle riforme scolastiche promosse da Berlinguer: e questo non vuol dire che siamo stati un clone dei Democratici di sinistra. Vuol dire semplicemente che l'Anp si confronta con i diversi interlocutori senza pregiudiziali ideologiche, portando avanti quella che da sempre è stata la sua ragion d'essere: promuovere e difendere la qualità del servizio scolastico pubblico. Se cose buone sono state fatte a sinistra, siamo stati pronti a riconoscerle ed appoggiarle, senza però sentirci in obbligo di aderire acriticamente a qualunque posizione la sinistra abbia ritenuto di volta in volta di esprimere: e lo stesso vale per Confindustria e per qualunque altro soggetto.
La cultura dell'intellettuale organico non è la nostra: essa sì appartiene alle logore bisacce di un passato che si credeva sepolto sotto le macerie di crollati muri Né, in nome di una qualsivoglia appartenenza preconcetta, ci sentiamo legittimati a manipolare i fatti e le parole; ad estrapolare da una lettera aperta singole frasi e concetti per esorcizzarne il senso ed esporli ad un presunto facile biasimo. Per fortuna, i colleghi sanno leggere da soli: e non hanno bisogno delle nostre chiose per comprendere il senso reale di quel discorso, come pure non hanno bisogno che glielo interpreti il collega Catalano.
Al quale vorremmo rivolgere un pacato invito ad abbandonare i toni censori e la tecnica dell'invettiva moralistica. Maneggiare con troppa disinvoltura termini come "vaneggiamenti", "supponenza", "saccenteria", "arroganza" per cercare di squalificare e colpire le persone potrebbe anche far sorgere in chi legge il dubbio che non si sappia come rispondere alle idee.

Roma, 8 maggio 2001

Giorgio Rembado
presidente nazionale Anp