Lettera ai parlamentari della XIV Legislatura
La proposta dell'ANP

Fonte: Sito web ANP - 5 giugno 2001

Oggi il presidente Giorgio Rembado ha inviato ai deputati e ai senatori una lettera nella quale vengono individuate le tematiche relative alla scuola che dovranno occupare i primi posti nell'agenda parlamentare, e le proposte dell'Anp perché trovino rapida soluzione le questioni ancora aperte. Si tratta di un vero e proprio programma di Legislatura per il sistema dell'istruzione, idoneo a consolidare e sistematizzare il processo di riforma già avviato dal Parlamento negli ultimi anni. Pubblichiamo la lettera e la sintetica scheda allegata nella veste grafica che ha assunto come inserto del numero in spedizione di A&D, la nostra rivista.

 

LETTERA AI PARLAMENTARI DELLA XIV LEGISLATURA

 

All’avvio della nuova legislatura, è il momento di esprimerLe, a nome dell’associazione

sindacale maggioritaria della categoria dei dirigenti delle scuole, le congratulazioni più

sentite per la Sua elezione e per l’alta responsabilità che Le è stata affidata.

Nel far riferimento ai temi inerenti la politica scolastica, non si può non rilevare che in

tale settore la passata legislatura ha prodotto molto sotto il profilo quantitativo: leggi primarie importanti (autonomia scolastica, esami di Stato, obbligo, riordino dei cicli),

accompagnate da un numero fin troppo consistente di provvedimenti delegati e regolamentari.

L'urgenza di "fare" e di svecchiare le strutture, dopo decenni di sterili contrapposizioni,

ha portato a privilegiare il numero dei provvedimenti, soprattutto delegati, con

inevitabili conseguenze sul piano della fattibilità e della possibilità di gestire le scuole

attraverso una programmazione che non avesse il respiro corto e, spesso, affannoso.

Ciò che proponiamo ora, per noi che abbiamo la responsabilità della conduzione sul

campo, e soprattutto per la sempre maggiore qualificazione del sistema e per le attese

degli studenti, che hanno diritto a vivere la stagione della formazione con tempi distesi e

prospettive certe intorno al proprio avvenire, appartiene a due ambiti distinti e fra di loro

complementari:

-occorre in primo luogo por mano al completamento del disegno riformatore: varare

alcuni - pochi - provvedimenti legislativi ancora mancanti (penso in primo luogo alla

riforma degli Organi collegiali di istituto), ma anche, e in particolare, indirizzare il

Governo a coordinare fra loro i molteplici interventi regolamentari, al fine di snellire

gli adempimenti e di mandare a regime il funzionamento delle istituzioni scolastiche.

Tale azione dovrà obbligatoriamente tener conto dell'autonomia delle scuole, già sancita

per legge ed ora elevata a rango di norma costituzionale dalla revisione del titolo

V della Carta fondamentale dello Stato;

- in secondo luogo va ripensata in termini nuovi, e finalmente efficaci, la questione

delle risorse umane, che è centrale quando si parla di scuola. Finora tale aspetto è sempre

stato gestito all'insegna dell'emergenza ed in una logica prevalente di assorbimento

della disoccupazione intellettuale, quasi che la soluzione (o il tamponamento) di

un'urgenza sociale potesse per ciò stesso risultare idonea al miglioramento del servizio

di istruzione. E' tempo di pensare al personale della scuola come ad una riserva di

professionalità e non solo di posti di lavoro, e di porre in opera tutti gli strumenti, dalle

politiche del reclutamento a quelle della formazione, da quelle contrattuali a quelle

della valutazione, per far sì che la qualità dell'istruzione sia il vero elemento distintivo

delle scelte politiche di questa legislatura in materia di scuola.

Per non restare sul generico, ritengo opportuno allegare a questa mia una scheda sintetica

con l'indicazione degli argomenti che - secondo la valutazione dell'Anp/CIDA -dovrebbero

occupare i primi posti dell'agenda parlamentare e Le dichiaro fin d'ora la più

completa disponibilità a continuare la nostra tradizionale opera di collaborazione con le

istituzioni per le riforme e per il loro monitoraggio in fase di attuazione.

Certo di trovare in Lei un interlocutore attento e sensibile, nel quotidiano impegno parlamentare,

Le formulo i migliori auguri di buon lavoro.

 

Roma, 30 maggio 2001

 

Giorgio Rembado

Presidente nazionale Anp

XIV legislatura:

la proposta dell’Anp

 

Materia

Proposta

Primo contratto

dei dirigenti delle

istituzioni scola-stiche

 

I dirigenti delle istituzioni scolastiche, tali in via sperimentale dal 1°

settembre 1998 e pleno jure dal 1° settembre 2000, hanno carichi di

lavoro molto accresciuti rispetto al passato e responsabilità di gestione

corrispondenti a quelle degli altri dirigenti pubblici, quando non

addirittura superiori. Nonostante ciò, sono tuttora privi di contratto e

continuano ad essere retribuiti e gestiti come funzionari direttivi dell'ex

nono livello, poiché la legge finanziaria 2000 non ha previsto

nulla per loro e quella per il 2001 ha iscritto un importo inferiore alla

metà di quanto necessario all’equiparazione retributiva con gli altri

dirigenti.

Si tratta di intervenire fin dai primi giorni della legislatura, con la

legge di assestamento di bilancio o con altro intervento legislativo

urgente, per rideterminare l'importo iscritto nell'apposito capitolo.

L'ulteriore stanziamento necessario è di circa 250 miliardi.

 

 

 

Materia

Proposta

Primo concorso

per il reclutamen-to dei futuri diri-genti delle scuole

 

La norma esiste già da tempo (art. 28bis D.Lgs. n. 29/93). Va esercitato

un forte impulso sull'Amministrazione della Pubblica

Istruzione, che continua a procrastinare ingiustificatamente l'emana-zione dei decreti attuativi e del bando di concorso. Secondo stime

della stessa Amministrazione, già oggi il concorso dovrebbe essere

indetto per quasi tremila posti; ogni anno di rinvio determina un

aumento di sei-settecento sedi vacanti. Su una base nazionale di

circa diecimila dirigenti, questo comporta un rinnovamento di oltre

il 30% in prima applicazione, incrementato del 6-7% annuo. E' troppo

per garantire un rinnovamento fisiologico della categoria, senza

aggiungere nuove scosse al funzionamento delle scuole. Inoltre, l'au-mento del precariato genera tensioni in direzione di "sanatorie", che

costituirebbero un rimedio peggiore del male.

Occorre emanare subito - non oltre l'estate 2001 - il bando di con-corso, per nominare i vincitori dal 1° settembre 2002. Nel merito

delle procedure concorsuali, l'Anp ha presentato da tempo un'ar-ticolata proposta.

 

 

Materia

Proposta

Costituzione

delle aree con-trattuali dei

docenti e dei

quadri ammini-strativi e connessi

problemi di

rappresentatività

 

L'effettiva tutela del ruolo professionale dei docenti e della loro

dignità anche retributiva non può che passare tramite una revisione

profonda della loro posizione contrattuale. La strenua difesa, finora

attuata, di un unico "comparto scuola" (che comprende docenti,

ausiliari, impiegati, ma anche quadri qualificati come i direttori dei

servizi generali ed amministrativi e - fino a ieri - anche i dirigenti

delle scuole) finisce con il concentrare l'attenzione e le tutele sugli

aspetti "comuni", cioè su quelli che meno hanno a che vedere con

le specificità professionali. L'identità culturale e di ruolo degli inse-

gnanti e dei quadri amministrativi ne esce indebolita e confusa ed

altrettanto si trova priva di strumenti per crescere ed affermarsi l’e-sigenza di una deontologia forte di entrambe le categorie.

Occorre promuovere, mediante opportuno impulso all'azione della

Funzione Pubblica, la costituzione di un'area contrattuale separata

per i docenti e di un'altra per i quadri (i funzionari direttivi), con

conseguente rideterminazione degli ambiti di rappresentatività

contrattuale interni a ciascuna di esse.

 

 

 

Materia

Proposta

Reclutamento dei

docenti da impie-gare sulla quota

nazionale del

curricolo di studi

Sul reclutamento dei docenti da impiegare sulla quota nazionale del

curricolo, l'Anp ha formulato - e ripresentato più volte - una proposta

tendente a trasferirne la sede alle istituzioni scolastiche autonome.

Tale proposta presenta numerosi vantaggi: a) snellisce i tempi

concorsuali; b) offre maggiori garanzie di trasparenza e correttezza

delle procedure; c) consente di selezionare i docenti più preparati e

più idonei a ricoprire i posti disponibili, in quanto la commissione,

formata da persone che dovranno collaborare direttamente con i pre-scelti, ha tutto l'interesse a scegliere i migliori; d) favorisce il regolare

avvio dell’anno scolastico e risolve pertanto un problema endemico.

Occorre pervenire in tempi rapidi alla riforma del reclutamento dei

docenti, assegnando alle scuole autonome il compito di selezionarli,

sia pure all'interno delle risorse di organico previste dal sistema.

E' l'unico modo per superare tempi biblici, graduatorie con

migliaia di aspiranti e ricorrenti episodi di cronaca giudiziaria.

 

 

Materia

Proposta

Reclutamento dei

docenti da impie-gare sulla quota

locale del curri-colo di studi

 

 

C'è una grave contraddizione fra il reclutamento centralizzato dei

docenti e l'autonomia didattica delle singole scuole: queste potranno

definire localmente dal 20% al 40% delle proprie attività, ma tutti i

loro insegnanti continueranno ad essere reclutati secondo le classi di

concorso nazionali ed assegnati alle scuole in base all'organico tra-dizionale.

Ciò significa che l'innovazione risulterà, di fatto, impossibile,

perché dovranno comunque essere utilizzati docenti assunti in

altra sede, a copertura della totalità dell'orario di lezione. Ciò non

lascerà margini reali alle autonome scelte contenute nel piano del-l'offerta formativa delle singole scuole.

L'Amministrazione scolastica dovrebbe astenersi dall'assegnare alle

scuole i docenti destinati a coprire la quota locale del curricolo. In

cambio, dovrebbe trasferire loro le corrispondenti risorse finanzia-rie, perché provvedano direttamente all'assunzione di personale

funzionale al piano dell'offerta formativa. Il problema degli inse-gnanti "in esubero" potrebbe essere risolto in parte attraverso la

loro assegnazione all'organico funzionale (vedi sotto), in parte attra-

verso un raffreddamento del turn-over derivante dai pensionamenti

(che si prevedono numerosi nei prossimi anni, a partire dal

2004).

 

 

Materia

Proposta

Organico funzio-nale del personale

delle scuole

 

La scuola dell'autonomia, per funzionare, deve poter diversificare i

propri servizi: classi aperte, gruppi di livello, percorsi differenziati

secondo gli interessi e le capacità degli alunni, ecc. Per far questo,

deve superare il collegamento rigido fra l'orario di servizio degli

insegnanti e la lezione frontale. Lo strumento è stato individuato nel-l'organico funzionale, previsto per legge già da anni e mai attuato

(tranne che nelle scuole elementari ed in circa trecento scuole secon-darie).

Occorre estendere rapidamente a tutte le scuole la normativa sul-l'organico funzionale, attualmente limitata ad una ristretta speri-mentazione.

Lo strumento può essere costituito dal DPEF e dalla legge finanziaria, fin qui usati per rinviarne di anno in anno l'attuazione.

 

 

Materia

Proposta

Valutazione di

sistema

 

L'Italia è tuttora priva di un efficace servizio di valutazione del siste-ma

scolastico. Una recente norma (D.Lgs. n. 258/99) ha trasformato

il CEDE in Istituto nazionale per la valutazione del sistema dell’istru-zione.

Tale riforma è concettualmente errata, in quanto affida la

valutazione di sistema ad un organismo dipendente da chi ha la

responsabilità di organizzare il sistema medesimo (MPI).

La valutazione di sistema - relativa agli obiettivi e agli standard

nazionali - deve essere condotta da un'agenzia indipendente, che

rilevi le prestazioni degli istituti scolastici mediante la costruzione

di indicatori tali da consentire anche interventi compensativi nelle

situazioni di difficoltà. Inoltre è necessario costruire un sistema di

rilevazione delle competenze degli alunni che utilizzi standard per

consentire un processo di allineamento a livello europeo, in termini

di misurabilità, di comparabilità, di certificabilità.

 

 

Materia

Proposta

Valutazione del

servizio del per-sonale

Qualunque riforma di sistema che abbia realmente a cuore la qualità

del servizio di istruzione deve prevedere anche la valutazione

delle prestazioni professionali individuali. Ciò è determinante per la

piena affermazione dell’autonomia delle scuole che si fonda in

primo luogo sull’assunzione di responsabilità dei singoli riguardo

alle scelte, alle azioni, al rispetto della deontologia professionale.

Occorre istituire in ogni scuola nuclei di valutazione delle presta-zioni individuali del personale. Di essi deve far parte il dirigente -che

ha la responsabilità complessiva dei risultati - ed un esperto

disciplinare con competenze valutative verificate. Deve anche essere

assicurato il coinvolgimento, opportunamente filtrato, dell'utenza.

 

 

 

Materia

Proposta

Riforma degli

Organi collegiali

di governo delle

scuole

 

La XIII legislatura stava per varare una pessima legge, che moltiplicava

il numero degli organi e rendeva ambigua e confusa l'individuazione

delle sedi decisionali e l'assunzione di responsabilità. La

situazione attuale, che vede ancora in vita gli organismi partecipativi

del 1974, è comunque incompatibile con le norme sull'autonomia.

Occorre approvare con urgenza una legge snella, che preveda

pochissimi organi (non più di due o tre), con chiara individuazione

e separazione di responsabilità fra loro e rispetto al dirigente.

Tutto il resto deve essere demandato all'adozione di regolamenti di

istituto, non vincolati in alcun modo a strutture, ma solo - se ed in

quanto necessario - a principi.

 

 

Materia

Proposta

Riordino dei cicli

di istruzione

 

La maggioranza politica espressa dalle urne ha anticipato l'intenzione

di rinviare l'applicazione della legge sul riordino dei cicli e di

ripensarne a fondo l'architettura. Il rinvio appare in sé opportuno,

dato che i provvedimenti attuativi finora emanati sono sicuramente

insufficienti a garantire un ordinato e funzionale avvio del prossimo

anno scolastico.

Nel varare il rinvio dell'attuazione, il Parlamento assuma impegni

precisi circa i tempi di completamento del percorso. Se sarà decisa

una modifica incisiva dell'architettura, si assegni ai lavori una

specifica sessione parlamentare con tempi predefiniti. In questa

ipotesi, l'Anp si riserva di formulare proposte e riflessioni nel meri-to.

 

 

Materia

Proposta

Integrazione di

sistema e parità

scolastica

 

E' ormai dato acquisito nel dibattito internazionale che l'istruzione e

la formazione non possono continuare a rimanere circoscritte alla

fase iniziale dell'esistenza individuale, ma devono accompagnare

tutta la vita delle persone, alternandosi a periodi di attività lavorati-

va. Il concetto stesso di formazione esce poi dal ristretto ambito

dello studio teorico, per abbracciare esperienze variamente connotate

e fruibili in ambiti molto diversi fra loro. Questo insieme di cir-costanze rende più che mai attuale l'esigenza di integrare le diverse

tipologie di opportunità formative esistenti, a prescindere dal soggetto

che le eroga, anziché insistere nell'impossibile tentativo di riassorbirle

tutte nell'unico contenitore di un servizio di istruzione non

integrato. Non è importante chi fa che cosa, ma che cosa si fa e con

quali esiti. In tale contesto, va ripreso ed approfondito anche il pro-blema della parità scolastica, superando l'approccio della rivalità per

approdare a quello della effettiva integrazione delle diverse offerte

disponibili.

Partendo dallo spazio educativo già gestito dalle Regioni e dai pri-vati, occorre costruire un quadro normativo agile ed integrato, che

eviti duplicazioni di sforzi, ma anche lacune e carenze, soprattutto

nel presidio delle aree di bisogno educativo più specializzate e mar-ginali rispetto ai grandi numeri.

 

 

Materia

Proposta

Formazione per-manente

e certifi-cazione

dei cre-diti

 

La formazione permanente porta con sé l'esigenza di evitare sprechi

di risorse. Richiede quindi la massima valorizzazione delle competenze

comunque acquisite, attraverso un sistema flessibile ed efficace

di certificazione dei crediti formativi. E' uno spazio in cui altri

Paesi, in Europa, si stanno muovendo molto rapidamente e da cui

non si può restare assenti, a meno di dover accettare un fatto compiuto

che potrebbe risultare molto penalizzante per il nostro sistema

scolastico e per la mobilità competitiva dei nostri giovani sul mercato

del lavoro continentale.

Occorre ripartire dalla normativa sull'obbligo formativo e spingere

i diversi soggetti istituzionali, pubblici e privati, attivi in questo

campo, a formulare in tempi brevi un sistema di misurazione delle

competenze e di certificazione dei crediti, in grado di sorreggere

efficacemente i rientri formativi ed i passaggi di settore, anche in

funzione della validità di tali attestazioni nei Paesi comunitari.

 

 

Materia

Proposta

Riforma dell'am-ministrazione

scolastica centra-le e periferica

 

L'attuale riforma (D.Lgs. n. 300/99, D.P.R. n. 347/00 ed i provvedi-menti attuativi) è già diversi passi indietro rispetto alla revisione del

titolo V della Costituzione approvata nell’ultimo scorcio della XIII

legislatura. Per di più, quel che si è visto finora della sua attuazione

ripropone, sotto mutati nomi, la struttura centralistica precedente: le

Direzioni Regionali, anziché assumere modelli organizzativi autonomi,

elaborati in accordo con l'Ente Regione, hanno adottato un modello unico proposto in sede centrale - denominato Linee Guida -sul

quale è stata raggiunta un'intesa con la Conferenza Stato-Regioni.

Anche gli uffici erogatori di servizi sul territorio hanno competenze e localizzazioni largamente coincidenti con quelle dei vecchi Provveditorati. Sembra prevalere, ancora una volta, la logica

della continuità e la preoccupazione di non spostare il personale

dalla sede e dalle consuetudini operative. Per questa via non si rinnova

nulla, ma si fa solo del gattopardismo vecchia maniera.

La XIV Legislatura - nel ripensare il rapporto fra lo Stato centrale

e le Regioni - dovrà riscrivere anche il capitolo dell'amministrazione

scolastica, curando che non si tratti solo di ritocchi puramente

cosmetici, ma della costruzione di un reale supporto all'autonomia

delle scuole. Si vogliono qui richiamare alcuni principi:

a) se la struttura periferica deve continuare a dipendere dall'am-ministrazione centrale della Pubblica Istruzione, essa deve assu-mere un ruolo esclusivamente di servizio;

b) se, in alternativa, si attribuisse alle Regioni la responsabilità in

materia, il principio dell'autonomia didattica ed organizzativa

delle scuole dovrebbe uscirne rafforzato.

In nessun caso si dovrà giungere ad un assetto che costituisca un

passo indietro rispetto al principio enunciato nel testo di revisione

costituzionale già approvato: l'autonomia delle scuole deve essere

fatta salva rispetto a qualunque ipotesi di gestione strutturale del

servizio di istruzione.

 

 

Materia

Proposta

Stabilizzazione

normativa

Se la XIII legislatura è stata caratterizzata da una produzione normativa

abbondante e stratificata in materia di scuola, la XIV - al di là dei necessari interventi qualificanti (Organi collegiali, competenze

regionali) - dovrebbe dedicare alla scuola un'attenzione di diversa

natura: maggiore qualità degli interventi e minore quantità di norme. Sotto la voce qualità, va innanzitutto la questione della stabilizzazione

normativa: non si può continuare a cambiare per troppo tempo le regole del gioco a partita in corso senza che si smarrisca il senso stesso dell'attività richiesta.

 

Poche norme nuove e chiare. Dedicare l'attenzione alla potatura

ed al coordinamento del troppo che è stato prodotto negli anni

scorsi, sommato all’iperproduzione normativa vigente. Conferire

alle scuole una sensazione di sicurezza e di stabilità ed una pro-spettiva di lavoro continuativo di respiro medio-lungo. Il principio

della delegificazione non può essere applicato solo a livello delle

leggi primarie, per essere poi sistematicamente stravolto da un’ab-norme produzione successiva di regolamenti e decreti applicativi.

Le Camere hanno il delicato compito di vigilare sull'esercizio della

delega non solo sotto il profilo della coerenza, ma anche sotto quello

della quantità della normazione delegata.

 

 

Materia

Proposta

Allocazione di

risorse (finanzia-rie e non solo)

 

Le scuole per funzionare hanno bisogno di indirizzi chiari, di strutture

snelle e funzionali, di competenze professionali e di risorse. Le

vicende di politica economica generale sono andate finora in senso

contrario. Si tratta di invertire la tendenza, o almeno di assicurare

alle istituzioni scolastiche gli strumenti per reperire per altra via le

risorse necessarie.

Rivedere la politica di spesa in favore delle istituzioni scolastiche,

per esempio attraverso una diversa assegnazione del personale.

Eliminare subito l'attuale regolamentazione iugulatoria relativa ai

flussi di cassa.

 

 

Materia

Proposta

Autonomia finan-ziaria delle istitu-zioni scolastiche

 

Nella prima stesura della Legge n. 59/97, fra i vari profili autonomistici

attribuiti alle istituzioni scolastiche, figurava anche quello

finanziario, che consiste nella facoltà di autofinanziare le proprie

attività, stabilendone - almeno in parte - i costi. Tale previsione fu

cancellata nella stesura definitiva della legge. Si tratta di reintrodurla,

con opportuno criterio.

Non si tratta di far pagare agli utenti il servizio fondamentale dell'i-struzione, ma si potrebbe pensare ad un diverso trattamento dei servizi

di integrazione curricolare o ad altre offerte formative che le

scuole potrebbero progettare ed attuare al proprio interno o in colla-borazione con soggetti del territorio.

Ripristinare la facoltà dell'autonomia finanziaria delle scuole, cir-condata dalle garanzie minime atte a tutelare comunque la gratuità

del servizio fondamentale da loro reso. Determinare meglio gli

oneri a carico delle comunità locali a fronte della loro possibilità

di intervenire parzialmente sulla domanda formativa.

 

 

Materia

Proposta

Sedi elettorali

Una promessa mille volte ripetuta ed altrettante dimenticata impegna

il Governo a reperire sedi elettorali diverse dagli edifici scolastici,

per evitare il sistematico saccheggio della risorsa tempo che si ripete

ormai ogni anno ai danni degli studenti.

Le Camere diano chiare indicazioni al Ministro dell'Interno perché

da subito - non alla prossima vigilia elettorale - avvii le iniziative

opportune per lo spostamento delle sedi elettorali dagli edifici

scolastici, eventualmente accompagnate dalle misure organizzative

e tecnologiche necessarie per snellire i tempi di voto e di scrutinio.