La CGIL scuola ha emesso, nella serata di
ieri 27 aprile, un comunicato dai toni aspri nei confronti di presunti
"atteggiamenti dilatori" tenuti dall'ANP al tavolo delle trattative.
Ci corre a questo punto l'obbligo di ricordare alcune cose:
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dal 24 aprile si sono
già tenuti, o sono stati calendarizzati, i seguenti incontri: 24 - 26 - 27
aprile; 2 e 7 maggio. Si tratta di cinque incontri nell'arco di quattordici
giorni, quattro dei quali festivi e quattro prefestivi. Parlando di dilazione,
la CGIL vuole lamentare che non siano state ancora fissate sedute notturne?
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chi trova che questi
ritmi siano "dilatori", quale posizione ha assunto nei mesi passati,
quando c'era tutto il tempo per negoziare? Ci limitiamo a ricordare che l'Anp
ha indetto, da sola, uno sciopero il 15 marzo 2000, per sollecitare
l'apertura del tavolo; che ha organizzato, insieme con gli altri dirigenti
pubblici privi di contratto, una manifestazione nazionale a Roma il 15 dicembre
scorso, per sollecitare l'atto di indirizzo. Dov'erano e cosa facevano in quel
momento quelli che adesso premono per una firma ad horas, a qualunque
prezzo? Quale atteggiamento hanno assunto, quando era tempo, nei confronti di
una controparte (il Governo) che ha emanato l'atto di indirizzo solo a
dicembre, cioè quattro mesi dopo il momento in cui il contratto dei dirigenti
della scuola avrebbe dovuto entrare in vigore? Agli immemori, ricordiamo
che siamo stati i soli a chiedere che la contrattazione si concludesse prima
del 1° settembre 2000 e ad assumere concrete iniziative di lotta in questa
direzione;
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l'area I ha aspettato
tre anni per avere il suo contratto, ma l'ha avuto a condizioni vantaggiose,
perché la trattativa ha permesso di acquisire le risorse aggiuntive
inizialmente negate. Il nostro negoziato è iniziato solo da tre mesi (17
gennaio 2001): e la CGIL non vede l'ora di chiuderlo subito, praticamente sulla
prima offerta della controparte. Perchè?
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per parte nostra, non ci
sono ostacoli ad una firma, anche domani: ma non a qualunque contratto e non a
qualunque retribuzione. I colleghi non ignorano che, negli ultimi tre anni, il
loro carico di lavoro è enormemente cresciuto, sia per qualità (responsabilità
per i risultati, relazioni sindacali, sicurezza, ecc.) che per quantità (i
diecimila dirigenti "superstiti" si dividono il lavoro che, tre anni
fa, era svolto da tredicimila). In quale altro ambito di lavoro si è già visto
un sindacato accettare - anzi esigere - la chiusura immediata di un contratto
sulla base di condizioni quali: passaggio di qualifica subito,
responsabilità e doveri aggiuntivi subito, retribuzione differita per
metà al prossimo quadriennio? E' molto dubbio che questa sia una scelta
dettata da ragioni sindacali. Noi siamo certi che essa non risponde ai reali
interessi della categoria.
La CGIL dichiara adesso - unica sigla
sindacale - che " il tempo dello sciopero si sta avvicinando a passi
veloci e decisi". E' lecito chiedere:
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considerati i tempi
"tecnici" per l'indizione dello sciopero, questo non potrà aver luogo
prima del 13 maggio: a quale controparte, allora, intende rivolgersi? a un
governo anche formalmente decaduto? ad uno non ancora costituito? è con questi mezzi
e con questa scelta di tempi che pensa di tutelare la categoria? o ci sono
altre spiegazioni?
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per quale obiettivo
vuole scioperare? per l'urgenza di chiudere, a qualunque costo? per costringere
la categoria ad accontentarsi di una retribuzione inferiore a quella di tutti
gli altri dirigenti, quale quella che è disponibile in questo momento?
Noi abbiamo già dimostrato con i fatti - in
tempi non sospetti e cioè ben lontani da scadenze politiche - di volere e di
attuare la mobilitazione dei colleghi, con vere azioni di lotta,
realizzate nei confronti di governi nella pienezza dei loro poteri ed in grado
di assumere impegni, e con l'obiettivo di ottenere un contratto autenticamente
dirigenziale, sia nel profilo normativo che nella retribuzione. Questo Governo
non ce le ha fornite, se non in misura molto inadeguata (il 57% di quanto
sarebbe servito). Noi non siamo intenzionati a fare sconti a nessun futuro
governo, a qualunque schieramento politico appartenga. Si può dire lo stesso di
tutti gli altri?
Ai colleghi la valutazione.