AREA V
Linee guida per il CCNL 2002-2005
Approvate dal Consiglio Nazionale dell'ANP del
23-24 marzo 2002
Premessa
Il secondo CCNL della dirigenza delle istituzioni scolastiche si colloca in
una situazione storico-politica particolare, le cui caratteristiche vanno
attentamente esaminate al fine di contribuire alla definizione di un quadro di
riferimento favorevole sul piano legislativo e a predisporre una piattaforma
adeguata alle aspettative ed agli interessi della categoria.
In particolare, bisogna tener conto almeno dei seguenti fattori:
o
il primo CCNL non ha ancora esaurito tutte le sue
potenzialità, in quanto, al di là della corresponsione dei nuovi stipendi e
degli arretrati, manca ancora la contrattazione integrativa nazionale e
regionale, con la quale si completerà il quadro delle innovazioni introdotte
dal contratto nazionale e, soprattutto, si determinerà l'ammontare complessivo
degli incrementi economici;
o
il futuro secondo contratto potrà avere un esito
positivo solo a patto che all'impegno negoziale in senso stretto si associ
un'azione politica volta ad individuare da un lato le risorse economiche
indispensabili, e, dall'altro, alcune soluzioni legislative in grado di
favorire il percorso contrattuale. Conseguentemente, nei prossimi mesi
l'Associazione dovrà avviare un'azione politica, in primo luogo con il Governo,
perché nel DPEF venga indicato l'obiettivo della piena equiparazione
retributiva dei dirigenti delle scuole con quella media della restante
dirigenza pubblica e, quindi, nella prossima Legge Finanziaria 2003 perché
siano predisposti adeguati mezzi finanziari; in secondo luogo con il Parlamento
dove sta proseguendo l'iter del DDL di riordino della dirigenza (A.S. 1052),
destinato ad avere importanti riflessi anche sul futuro contratto dei dirigenti
delle scuole;
o
l'apertura della fase negoziale deve essere preceduta
da un accordo quadro tra Aran e Confederazioni rappresentative della dirigenza
per la definizione delle Aree di contrattazione, con relativi riflessi circa le
OO.SS. da ammettere al tavolo negoziale. In tale fase potrebbe essere rivista
anche l'Area di collocazione della dirigenza delle scuole;
o
alcune innovazioni importanti - quali la presenza di
dirigenti delle scuole nelle delegazioni di parte pubblica per la contrattazione
a qualsiasi livello del Comparto Scuola, o la necessità di individuare un
budget ad hoc per la retribuzione dei collaboratori del dirigente in numero
adeguato alle dimensioni e tipologia delle istituzioni scolastiche - richiedono
interventi in altri ambiti contrattuali;
o
l'ingresso nel ruolo unico, o l'inclusione nell'Albo
nazionale dei dirigenti pubblici (cfr. richiesta di emendamento al DDL A.S.1052
di Federdirigenti CIDA), ha risvolti importanti - ad esempio la mobilità - in
parte collegati alla legge, in parte al CCNQ.
Questi sono i confini entro cui l'ANP/CIDA dovrà muoversi, mediante
l'impegno sia sul versante legislativo che contrattuale. Dunque gli obiettivi
da perseguire nella prossima vertenza negoziale e, di conseguenza, i contenuti
della piattaforma, potranno essere compiutamente precisati solo a seguito degli
esiti dell'azione politica (riordino della dirigenza e albo) e sindacale di
livello confederale (definizione delle aree contrattuali).
Finalità
Con il prossimo contratto l'ANP/CIDA intende proporsi le seguenti finalità:
§
pari dignità contrattuale con gli altri profili
dirigenziali del pubblico impiego;
§
maggiore peso alla contrattazione integrativa
regionale;
§
maggiore rapidità nella definizione e nell'applicazione
del contratti;
§
potenziamento dell'autonomia professionale dei
dirigenti delle istituzioni scolastiche;
§
piena applicazione della normativa contrattuale.
Obiettivi
Gli obiettivi del secondo CCNL della dirigenza delle scuole, oltre al
recupero del tasso di inflazione sul trattamento tabellare, dovranno essere
sostanzialmente questi:
1.
equiparazione della retribuzione di posizione e di risultato a
quella della restante dirigenza pubblica;
2.
adeguata valorizzazione delle differenze in materia di carichi
di lavoro e responsabilità dirigenziali da riconoscere tramite un più deciso
sventagliamento della retribuzione di posizione;
3.
nuova ripartizione degli istituti contrattuali (normativi ed
economici) tra i diversi livelli di contrattazione;
4.
semplificazione e snellimento delle procedure contrattuali,
soprattutto di quelle integrative, per accelerare l'applicazione del contratto
nazionale;
5.
formulazione di un testo di CCNL completamente sostitutivo del
precedente, per evitare la necessità di faticosi rimandi o di ambigue interpretazioni.
Proposte
a) Relazioni sindacali:
§
soppressione della contrattazione integrativa
nazionale. Va, quindi, rivista la ripartizione delle materie tra gli
attuali tre livelli di contrattazione. Il processo di decentramento
dell'amministrazione scolastica, che sancisce il trasferimento di tutte le
competenze di gestione del personale dirigenziale alle direzioni regionali, e
le modifiche apportate al Titolo V della Costituzione, rendono superfluo il
ricorso alla contrattazione integrativa nazionale. Per altro, una volta
stabilita con l'imminente CCNI la ripartizione tra i fondi regionali delle
risorse per la retribuzione di posizione – parte variabile – e di risultato,
non ci sarà più bisogno di moltiplicare i tavoli. Le materie attualmente
assegnate al CCNI (Contratto Collettivo Nazionale Integrativo) possono essere
vantaggiosamente ripartite tra il CCNL e il CCRI (Contratto Collettivo
Regionale Integrativo). Ciò vale anche per il mutamento di incarico, con
relativa mobilità sia professionale che interregionale. Infatti, in futuro i
bandi per il reclutamento dei dirigenti delle scuole potranno/dovranno essere
emanati separatamente regione per regione, conseguentemente non sussisterà più
la necessità di stabilire a livello nazionale le percentuali di mobilità
professionale o interregionale.
b) Parte normativa:
§
costituzione di un Ente bilaterale autonomo per la
gestione delle attività di formazione e di aggiornamento dei dirigenti delle
istituzioni scolastiche. L'Ente dovrà essere costituito pariteticamente tra
la parte datoriale e le Organizzazioni Sindacali rappresentative dell'Area
dirigenziale di riferimento. Le sue attività dovranno essere finanziate con le
risorse extracontrattuali previste nel bilancio del MIUR in misura non
inferiore all'1% del monte-salari dei dirigenti, come stabilito dal Patto
Sociale del 1998, nonché con eventuali altre risorse provenienti da
disposizioni di legge, da programmi comunitari, da accordi di concertazione e
da intese e convenzioni con altri enti, pubblici o privati;
§
costituzione per via legislativa dell'Albo unico
nazionale di tutti i dirigenti pubblici, contenente, tra l'altro, oltre ai
risultati delle verifiche e delle valutazioni periodiche, anche il curricolo
culturale e professionale di ciascun dirigente, da tenere aggiornato a cura
degli stessi interessati. Dall'Albo potranno essere estratte sezioni regionali
dei dirigenti preposti alle istituzioni scolastiche, che dovranno costituire il
principale riferimento per i dirigenti degli uffici scolastici regionali al
momento dell'attribuzione degli incarichi dirigenziali;
§
ferma restando la necessità di trovare soluzioni anche
in altri ambiti, legislativo e/o contrattuale, deve essere garantita ad ogni
dirigente la possibilità di dotarsi di uno staff adeguato alle dimensioni e
alla complessità dell'istituzione o ufficio cui è preposto;
§
determinazione dell'ordine e dei tempi delle operazioni
per l'assegnazione o la modifica degli incarichi;
§
definizione dei criteri per l'assegnazione della
retribuzione di posizione e di risultato.
c) Parte economica:
·
incremento della retribuzione di posizione e di
risultato. Il primo contratto dell'Area V ha consentito sul piano economico
l'equiparazione alla restante dirigenza pubblica per quanto riguarda il
trattamento tabellare. Tale equiparazione, ovviamente, va mantenuta. Con il
prossimo CCNL si dovrà garantire anche la corrispondenza della retribuzione di
posizione e di risultato dei dirigenti delle scuole a quella media delle altre
dirigenze pubbliche. Il punto di partenza per l'azione politica dell'Anp è
costituito dalle dichiarazioni di due Governi di diverso orientamento, entrambi
concordi nel dichiarare di voler perseguire tale obiettivo (secondo atto di
indirizzo del Governo Amato, terzo atto di indirizzo del Governo Berlusconi).
·
maggiore sventagliamento della retribuzione di
posizione. Le risorse disponibili per il primo CCNL sono state utilizzate
interamente sul trattamento fondamentale con l'obiettivo, già ricordato, di
portare a 70 milioni di lire (€ 36.151,98) la retribuzione tabellare. L'obiettivo
del prossimo contratto deve essere quello di riconoscere adeguatamente i
carichi di lavoro e le responsabilità connesse alla diversa articolazione delle
posizioni dirigenziali ricoperte. Si dovrà superare l'attuale appiattimento
della retribuzione di posizione – parte variabile - mediante l'impiego di gran
parte delle risorse aggiuntive a disposizione del futuro contratto sul
trattamento accessorio.