Il
reclutamento dei dirigenti delle scuole:
i diritti, i ricorsi, la posizione dell'Anp.
Fonte:
sito web ANP – 24 luglio 2003
Sul corso-concorso riservato ai
presidi incaricati “triennalisti”, attualmente
in svolgimento in tutte le regioni, si sta
verificando la non gradevole condizione - facile
da prevedere - in cui tutti sono contro tutti e
tutti hanno qualche valida ragione da rivendicare:
a colpi di ricorsi e contro-ricorsi ai TAR.
A questo proposito, tra le tante nostre prese di
posizione sull'argomento, può tornare utile
rivedere la
sintesi di quanto esposto nel corso della
manifestazione nazionale del 3 giugno 2002,
indetta dall'Anp a sostegno della richiesta di
sblocco dei concorsi per il reclutamento dei
dirigenti delle scuole. Dicemmo allora che la
soluzione adottata di “sbloccare” il
reclutamento dei dirigenti delle scuole solo per i
1.500 posti riservati agli aventi diritto, avrebbe
comportato “la guerra tra i poveri e l'
artificiosa contrapposizione di tutti contro
tutti, mentre la linea vincente” sarebbe
stata “solo quella dell'unità di tutti nella
difesa di legittimi interessi tutelati dalle
norme” e osservammo come la determinazione
dei posti da mettere a concorso non sia “un
atto discrezionale del principe, che possa a suo
piacimento disporne, bensì esista una procedura
minutamente descritta in una legge dello Stato,
che va rispettata da tutti, compresi - e prima di
tutti - coloro che governano”.
Abbiamo quindi un concorso, che dovrebbe essere
una procedura lineare per selezionare i più
idonei a ricoprire una pubblica funzione,
trasformato, invece, in un confuso polverone,
combattuto più nelle aule dei tribunali che nelle
sale di esami; ciò rende ancora più complicata
una situazione già di per sé tutt'altro che
semplice.
Per quanto ci riguarda abbiamo sempre avuto nella
materia un atteggiamento coerente, facilmente
ripercorribile - da chiunque abbia interesse - in
tutte le sue numerose tappe, grazie
alla puntuale cronaca degli avvenimenti che
abbiamo data e alla raccolta sistematica delle
nostre osservazioni e prese di posizione. In
questo momento crediamo sia utile ricordare, una
volta di più, alcuni punti che riteniamo dover
essere tenuti fermi da tutti:
1.
la confusione attuale nasce dal
risentimento di chi è stato - o si ritiene - leso
da una serie di abusi amministrativi, che sono la
vera causa della marea di ricorsi inoltrati ai
diversi TAR d'Italia. Si è infatti cominciato con
il fissare arbitrariamente un contingente
predeterminato di posti da mettere a concorso (i
famosi 1.500), senza prendere in considerazione i
meccanismi oggettivi previsti dalla legge, che
avrebbero portato ad un bando di almeno 3600-4000;
si è poi continuato, calpestando di fatto una
seconda volta la stessa norma, la quale prevedeva
un unico concorso anche se suddiviso in ordinario
e riservato, con procedure e modalità diverse;
2.
è chiaro che se i TAR adottano
provvedimenti cautelari (sospensiva
dell'esclusione di candidati non
“triennalisti” e loro ammissione con riserva)
a favore di uno o più ricorrenti,
l'Amministrazione non può far finta di niente: o
fa ricorso al Consiglio di Stato e nelle more non
dà attuazione ai provvedimenti; o non fa ricorso,
e in tal caso deve attuare i provvedimenti
giurisdizionali; nel secondo caso, in quanto
sindacato, dobbiamo richiedere all'Amministrazione
- e lo abbiamo fatto - di tenere un comportamento
uniforme su tutto il territorio nazionale, in
applicazione dei provvedimenti dei TAR, anche
perché la mancata applicazione creerebbe nuovo
contenzioso e, quindi, ulteriore confusione e
lungaggini;
3.
quanto appena paventato sta puntualmente
avvenendo, poiché risulta che singoli uffici
scolastici regionali - vedi il caso della Toscana
o della Campania - si ritengono legittimati a
tirarla in lungo e/o a non seguire nemmeno le
indicazioni operative dell'Amministrazione
centrale, per cui vengono formate graduatorie
degli ammessi ai corsi di formazione con criteri
del tutto originali, che violano non solo le
disposizioni recentemente emanate dal MIUR ma
gli stessi principi di imparzialità e di buon
andamento degli uffici;
4.
va sottolineato, infine, che l'attuale
situazione è comunque solo transitoria, in quanto
nessun tribunale ha finora reso sentenze di
merito, ma solo adottato, a domanda di singoli,
provvedimenti cautelari; nessun interesse
legittimo (ci riferiamo ai candidati
“triennalisti” pleno jure) è stato
quindi leso fino a questo momento. Nelle prime
discussioni di merito, il TAR del Lazio ha deciso,
ad esempio, di…non decidere, rimandando la
questione ad ulteriori accertamenti. Giova
ricordare che nella precedente tornata concorsuale
(con il vecchio regime di reclutamento) la
sentenza di merito in seguito a ricorsi allora
presentati non c'è mai stata, e la posizione dei
ricorrenti è stata sanata ope legis dopo
sette anni!
L'Anp, in quanto sindacato, non
ha da prendere posizione per gli uni contro gli
altri, ma deve solo riaffermare la sua richiesta
ormai storica: finire regolarmente il concorso
riservato con l'assunzione dei triennalisti e
bandire subito il concorso ordinario e per tutti i
posti previsti dalla legge.
D'altra parte, giova ricordare che fu lo stesso
Consiglio dei Ministri che il 4 ottobre 2002,
approvando il D.P.R.
che autorizzava il Ministro dell'Istruzione ad
avviare le procedure di reclutamento per dirigenti
scolastici, ammetteva che il concorso riservato
avrebbe solo “parzialmente fatto fronte
nell'immediato ad un cospicuo fabbisogno di
personale dirigenziale nella scuola".
Il completamento dell'attuale procedura di
reclutamento con l'emanazione del bando per il
concorso ordinario è, infatti, l'unico modo -
corretto nella sostanza e conforme a legge nella
forma - per risolvere il groviglio di interessi
contrapposti che si è originato con la forzatura
della norma e dei principi.
Se ci saranno sentenze di merito da parte dei
TAR, ne valuteremo gli effetti ed in ogni caso ci
muoveremo perché non vengano lesi gli interessi
legittimi di nessuno; nel caso non vi fossero
sentenze di merito, vedremo come affrontare la
situazione originata dai diversi provvedimenti,
fermo restando che per noi nessuna soluzione che
prescinda dalla sollecita emanazione del bando del
concorso ordinario può essere considerata
accettabile.
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