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Sito telematico dedicato all'informazione, al confronto, al dibattito sui problemi connessi con il primo CONTRATTO DEI DIRIGENTI SCOLASTICI – a cura del D.S. Paolo Quintavalla  in servizio presso la Direzione Didattica 3° Circolo di Parma - In Rete dal maggio 2000 –

 

 

 

 

 

Il reclutamento dei dirigenti delle scuole:
i diritti, i ricorsi, la posizione dell'Anp.

 

Fonte: sito web ANP – 24 luglio 2003

 

 

Sul corso-concorso riservato ai presidi incaricati “triennalisti”, attualmente in svolgimento in tutte le regioni, si sta verificando la non gradevole condizione - facile da prevedere - in cui tutti sono contro tutti e tutti hanno qualche valida ragione da rivendicare: a colpi di ricorsi e contro-ricorsi ai TAR.
A questo proposito, tra le tante nostre prese di posizione sull'argomento, può tornare utile rivedere la sintesi di quanto esposto nel corso della manifestazione nazionale del 3 giugno 2002, indetta dall'Anp a sostegno della richiesta di sblocco dei concorsi per il reclutamento dei dirigenti delle scuole. Dicemmo allora che la soluzione adottata di “sbloccare” il reclutamento dei dirigenti delle scuole solo per i 1.500 posti riservati agli aventi diritto, avrebbe comportato “la guerra tra i poveri e l' artificiosa contrapposizione di tutti contro tutti, mentre la linea vincente” sarebbe stata “solo quella dell'unità di tutti nella difesa di legittimi interessi tutelati dalle norme” e osservammo come la determinazione dei posti da mettere a concorso non sia “un atto discrezionale del principe, che possa a suo piacimento disporne, bensì esista una procedura minutamente descritta in una legge dello Stato, che va rispettata da tutti, compresi - e prima di tutti - coloro che governano”.
Abbiamo quindi un concorso, che dovrebbe essere una procedura lineare per selezionare i più idonei a ricoprire una pubblica funzione, trasformato, invece, in un confuso polverone, combattuto più nelle aule dei tribunali che nelle sale di esami; ciò rende ancora più complicata una situazione già di per sé tutt'altro che semplice.
Per quanto ci riguarda abbiamo sempre avuto nella materia un atteggiamento coerente, facilmente ripercorribile - da chiunque abbia interesse - in tutte le sue numerose tappe, grazie alla puntuale cronaca degli avvenimenti che abbiamo data e alla raccolta sistematica delle nostre osservazioni e prese di posizione. In questo momento crediamo sia utile ricordare, una volta di più, alcuni punti che riteniamo dover essere tenuti fermi da tutti:

1.     la confusione attuale nasce dal risentimento di chi è stato - o si ritiene - leso da una serie di abusi amministrativi, che sono la vera causa della marea di ricorsi inoltrati ai diversi TAR d'Italia. Si è infatti cominciato con il fissare arbitrariamente un contingente predeterminato di posti da mettere a concorso (i famosi 1.500), senza prendere in considerazione i meccanismi oggettivi previsti dalla legge, che avrebbero portato ad un bando di almeno 3600-4000; si è poi continuato, calpestando di fatto una seconda volta la stessa norma, la quale prevedeva un unico concorso anche se suddiviso in ordinario e riservato, con procedure e modalità diverse;

2.     è chiaro che se i TAR adottano provvedimenti cautelari (sospensiva dell'esclusione di candidati non “triennalisti” e loro ammissione con riserva) a favore di uno o più ricorrenti, l'Amministrazione non può far finta di niente: o fa ricorso al Consiglio di Stato e nelle more non dà attuazione ai provvedimenti; o non fa ricorso, e in tal caso deve attuare i provvedimenti giurisdizionali; nel secondo caso, in quanto sindacato, dobbiamo richiedere all'Amministrazione - e lo abbiamo fatto - di tenere un comportamento uniforme su tutto il territorio nazionale, in applicazione dei provvedimenti dei TAR, anche perché la mancata applicazione creerebbe nuovo contenzioso e, quindi, ulteriore confusione e lungaggini;

3.     quanto appena paventato sta puntualmente avvenendo, poiché risulta che singoli uffici scolastici regionali - vedi il caso della Toscana o della Campania - si ritengono legittimati a tirarla in lungo e/o a non seguire nemmeno le indicazioni operative dell'Amministrazione centrale, per cui vengono formate graduatorie degli ammessi ai corsi di formazione con criteri del tutto originali, che violano non solo le disposizioni recentemente emanate dal MIUR ma gli stessi principi di imparzialità e di buon andamento degli uffici;

4.     va sottolineato, infine, che l'attuale situazione è comunque solo transitoria, in quanto nessun tribunale ha finora reso sentenze di merito, ma solo adottato, a domanda di singoli, provvedimenti cautelari; nessun interesse legittimo (ci riferiamo ai candidati “triennalisti” pleno jure) è stato quindi leso fino a questo momento. Nelle prime discussioni di merito, il TAR del Lazio ha deciso, ad esempio, di…non decidere, rimandando la questione ad ulteriori accertamenti. Giova ricordare che nella precedente tornata concorsuale (con il vecchio regime di reclutamento) la sentenza di merito in seguito a ricorsi allora presentati non c'è mai stata, e la posizione dei ricorrenti è stata sanata ope legis dopo sette anni!

L'Anp, in quanto sindacato, non ha da prendere posizione per gli uni contro gli altri, ma deve solo riaffermare la sua richiesta ormai storica: finire regolarmente il concorso riservato con l'assunzione dei triennalisti e bandire subito il concorso ordinario e per tutti i posti previsti dalla legge.
D'altra parte, giova ricordare che fu lo stesso Consiglio dei Ministri che il 4 ottobre 2002, approvando il D.P.R. che autorizzava il Ministro dell'Istruzione ad avviare le procedure di reclutamento per dirigenti scolastici, ammetteva che il concorso riservato avrebbe solo “parzialmente fatto fronte nell'immediato ad un cospicuo fabbisogno di personale dirigenziale nella scuola".

Il completamento dell'attuale procedura di reclutamento con l'emanazione del bando per il concorso ordinario è, infatti, l'unico modo - corretto nella sostanza e conforme a legge nella forma - per risolvere il groviglio di interessi contrapposti che si è originato con la forzatura della norma e dei principi.
Se ci saranno sentenze di merito da parte dei TAR, ne valuteremo gli effetti ed in ogni caso ci muoveremo perché non vengano lesi gli interessi legittimi di nessuno; nel caso non vi fossero sentenze di merito, vedremo come affrontare la situazione originata dai diversi provvedimenti, fermo restando che per noi nessuna soluzione che prescinda dalla sollecita emanazione del bando del concorso ordinario può essere considerata accettabile.

 

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