Lettera
aperta ai docenti italiani
Fonte:
sito web ANP - 18 febbraio 2003
Il Presidente dell'Anp Giorgio
Rembado, facendo seguito ai deliberati del VI
Congresso dell'Anp, ha inviato oggi una lettera
aperta ai docenti italiani.
La pubblichiamo di seguito in versione html, ma è
disponibile anche nei formati
doc
pdf.
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associazione
nazionale dirigenti e alte professionalità
della scuola
ADERENTE ALL'ESHA
EUROPEAN SCHOOL HEADS ASSOCIATION
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LETTERA APERTA AI DOCENTI ITALIANI
Le scrivo mentre sta per essere
firmato un altro contratto della scuola, che non
promette di essere migliore di quelli che lo hanno
preceduto: le magre risorse saranno distribuite
con il criterio consueto, un po' a tutti e chi s'è
visto s'è visto. Sappiamo bene che, se il sistema
scuola ancora in qualche modo regge, è perché c'è
chi si spende, in quantità e qualità di lavoro,
ben oltre il dovere. Nonostante ciò, rivendicare
il diritto alla differenza retributiva e di
carriera appare politicamente scorretto; chiedere
il riconoscimento della professionalità suona
come un'utopia, in un contesto in cui l'anagrafe
tiene luogo di merito ed un malinteso
egualitarismo - peraltro sostenuto dai sindacati
del personale - impone l'appiattimento dei
compensi e delle carriere a fronte di pesanti
disparità nella misura di lavoro individuale.
Eppure non c'è in questo nulla di fatale. Se ne
convinsero per primi, quindici anni fa, gli allora
presidi, che costituirono l'Anp ed iniziarono la
battaglia per il riconoscimento della dignità
della loro funzione. Quella scelta è risultata
vincente perché si è legata fin dall'inizio ad
obiettivi di qualità per la scuola ed ha
rifiutato il fatalismo ed il conformismo, anche in
quel tempo puntellato da un sindacato incapace di
visione strategica ed innovatrice.
Quel passaggio può oggi ripetersi a beneficio dei
docenti: in particolare, di quelli fra loro che,
consapevoli di dare di più, vogliono mettersi in
gioco; che comprendono come dietro le apparenze
della solidarietà si celi in realtà lo
sfruttamento del lavoro e dell'intelligenza dei
migliori fra di loro.
In risposta alle pressanti sollecitazioni di
molti, l'Anp ha ripetuto, nelle scorse settimane,
il gesto di coraggio di quindici anni fa,
aprendosi alle alte professionalità docenti -
cambiando la sua denominazione in “Associazione
nazionale dirigenti e alte professionalità della
scuola” - quelle che già la legge di riforma
dell'autonomia, tuttora in larga misura inattuata,
indicava come strettamente collegate al lavoro del
dirigente. Chi sono, oggi, queste alte
professionalità? Potenzialmente ed augurabilmente,
sono tutti i docenti; ma, qui ed ora, sono
soprattutto coloro che si riconoscono tali; che si
ritrovano nell'obiettivo di non trattare in modo
eguale situazioni che uguali non sono; che non
temono di essere valutati per il proprio lavoro
perché sono consapevoli di svolgerlo bene, ma che
esigono, a fronte di questo, eque differenziazioni
di carriera e di retribuzione. Alcuni di loro
svolgono da tempo funzioni complesse (docenti
vicari e collaboratori del dirigente, responsabili
della progettazione didattica e di dipartimenti,
docenti attivi nella ricerca e nella formazione,
supervisori del tirocinio, …) senza averne
corrispettivi sostanziali; altri, invece, hanno
scelto di ricercare l'eccellenza nel quotidiano
compito di insegnare. Le loro aspettative di
riconoscimento professionale sono legittimamente
diverse ed accomunate solo, finora, dal fatto di
non trovare una sede ed una voce per essere
riconosciute.
Da oggi questa sede e questa voce esistono e sono
quelle offerte dall'Anp: che però ha bisogno, per
condurre questa battaglia, della forza che sola può
venirle dalla convinta e numerosa adesione di chi
si riconosce in essa. Il cammino è già iniziato,
con la sottoscrizione di intese fra l'Anp e alcune
associazioni professionali di docenti. Altre
seguiranno. L'obiettivo è quello di sedere - di
qui a due anni - al tavolo contrattuale, per far
udire e pesare la voce di chi oggi svolge un
lavoro di qualità nella scuola, senza altra
prospettiva che quella di un'avara mancia
prelevata annualmente dal fondo di istituto. Noi
ci impegniamo a chiedere per loro riconoscimenti
non effimeri, sia di status normativo che di
livello retributivo: ma per far questo abbiamo la
necessità di ricevere un mandato quanto più
ampio e convinto possibile.
E' per questo che le chiediamo di non farci
mancare il suo appoggio ed il contributo delle sue
idee: sottoscriva la delega sindacale all'Anp e si
unisca a noi per il riconoscimento del merito e
per far uscire finalmente la scuola dalla
mortificante condizione in cui è stata sospinta.
Il
Presidente Nazionale dell'Anp
F.to Giorgio Rembado
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