La Federazione Nazionale di
dirigenti della Funzione Pubblica della CIDA, a seguito della lettera inviata
al Ministero del lavoro, ha proclamato per il 12 febbraio 2002 lo sciopero
delle seguenti categorie della dirigenza pubblica: dirigenti dello Stato, della
Presidenza del Consiglio dei Ministri, delle Agenzie Fiscali e dei dirigenti
delle Regioni e delle Autonomie locali.
Nella stessa giornata del 12
febbraio è stata convocata una manifestazione pubblica cui parteciperanno anche
tutte le altre Organizzazioni sindacali aderenti alla Federazione Nazionale
dirigenti F.P. della CIDA, tra cui l'ANP, il SINPREF – Associazione Sindacale
dei Funzionari Prefettizi –, il SNDMAE – Sindacato Nazionale Dipendenti
Ministero Affari Esteri – e la Federazione dei dirigenti medici ANAO-ASSOMED.
Il luogo e l'orario della manifestazione saranno resi noti quanto prima.
Riportiamo di seguito il
comunicato stampa della CIDA F.P. in cui vengono ribadite le motivazioni che
hanno condotto prima allo stato di agitazione della categoria dei dirigenti ed
ora allo sciopero.
SCIOPERO DELLA DIRIGENZA PUBBLICA
IL 12 FEBBRAIO 2002
Per il 12 febbraio 2002 è
proclamato lo sciopero dei dirigenti dello Stato, della Presidenza del
Consiglio dei Ministri, delle Agenzie Fiscali e dei dirigenti delle Regioni e
delle Autonomie locali.
Le ragioni della protesta vanno ricercate principalmente nell'attacco del
Governo teso ad azzerare gli incarichi di tutti i dirigenti, modificando in tal
modo l'attuale assetto delle regole per l'affidamento e la revoca degli stessi
e con ciò vanificando tutti gli accordi collettivi ed individuali.
Con tale intervento il Governo intende ridurre la dirigenza in uno stato di
sudditanza politica e vanifica nei fatti il principio di separazione della
responsabilità politica da quella gestionale.
La dirigenza pubblica, dichiara Rembado, Presidente della Federazione Nazionale
di dirigenti della Funzione Pubblica, aderente alla CIDA, ha condiviso la privatizzazione
del rapporto di lavoro dei pubblici dipendenti, chiedendo ed accettando la
valutazione dell'operato dei dirigenti sul raggiungimento dei risultati
rispetto agli obiettivi dati e al tempo stesso rivendicando il giusto
riconoscimento economico per le responsabilità, l'impegno e la professionalità
Ma anche proprio sul versante retributivo il Governo si è mostrato sordo, non
avendo accolto la richiesta di prevedere risorse adeguate per i rinnovi
contrattuali del quadriennio 2002/2005.
Per di più non ha sollecitato la firma del CCNL - secondo biennio economico
2000-2001 - già scaduto da tempo, della dirigenza degli Enti locali,
sottoscritto con ARAN e nonostante il parere favorevole del Comitato di
Settore.
Tale intenzione è tanto più intollerabile in quanto, per i1 personale non
dirigente degli stessi Enti locali, ha svolto invece un ruolo opposto.
I dirigenti pubblici, pertanto, - conclude Rembado - sono chiamati ad un'azione
di lotta in difesa dell'autonomia contrattuale e della loro dignità professionale.
Roma, 15 gennaio 2002