Dirigenza area V
ATTUAZIONE DELLE LEGGI 146/90 e 83/2000
ART.1
SERVIZI PUBBLICI ESSENZIALI
1. Ai sensi della legge 12 giugno 1990,
n.146, come modificata dalla legge 83/2000, i servizi pubblici da considerare
essenziali nell'area della dirigenza scolastica sono:
a) l'istruzione scolastica, in particolare per gli aspetti contemplati
dall'art.1 della legge 12 giugno 1990, n. 146, comma 2, lettera d);
b) igiene, sanità e attività assistenziali a tutela dell'integrità fisica delle
persone;
c) attività relative alla produzione e alla distribuzione di energia e beni di
prima necessità, nonché gestione e manutenzione dei relativi impianti;
sicurezza e salvaguardia degli edifici, delle strutture e degli impianti
connessi con il servizio scolastico;
d) erogazione di assegni e di indennità con funzione di sostentamento.
I servizi di cui alle lettere b), c) e d) sono considerati per gli aspetti
strettamente connessi e collegati al servizio di cui alla lettera a).
ART. 2
PRESTAZIONI INDISPENSABILI
1.Nell'ambito dei servizi pubblici essenziali
di cui all' art.1 dovrà essere assicurata, con le modalità di cui ai commi
successivi, l'effettività del loro contenuto essenziale e la continuità, per
gli aspetti contemplati nella lett.d), comma 2 dell'art. 1 della legge 12
giugno 1990, n.146, delle seguenti prestazioni indispensabili da assicurare in
caso di sciopero,al fine di contemperare l' esercizio del diritto di sciopero
con la garanzia del diritto all'istruzione e degli altri valori e diritti
costituzionalmente tutelati:
a) attività, dirette e strumentali, riguardanti lo svolgimento degli scrutini e
degli esami finali nonché degli esami di idoneità;
b) attività, dirette e strumentali, riguardanti lo svolgimento degli esami
finali, con particolare riferimento agli esami conclusivi dei cicli di
istruzione nei diversi ordini e gradi del sistema scolastico (esami di licenza
elementare, esami di licenza media, esami di qualifica professionale e di
licenza d'arte, esami di stato);
c) vigilanza sui minori presenti in orario scolastico e durante i servizi di
refezione, ove funzionanti, nei casi in cui non sia possibile una adeguata
sostituzione del servizio;
d) vigilanza degli impianti e delle apparecchiature, laddove l'interruzione del
funzionamento comporti danni alle persone o alle apparecchiature stesse;
e) attività riguardanti la conduzione dei servizi nelle aziende agricole per
quanto attiene alla cura e all'allevamento del bestiame;
f) raccolta, allontanamento e smaltimento dei rifiuti tossici, nocivi e
radioattivi;
g) adempimenti necessari per assicurare il pagamento degli stipendi e delle
pensioni, secondo modalità da definire in sede di contrattazione decentrata e
comunque per il periodo di tempo strettamente necessario in base alla
organizzazione delle singole istituzioni scolastiche;
h) servizi indispensabili nelle istituzioni educative, come indicati nelle
precedenti lettere c) e d), con particolare riferimento alla cucina ed alla
mensa ed alla vigilanza sugli allievi anche nelle ore notturne.
2. In occasione di ogni sciopero, i direttori
generali regionali inviteranno in forma scritta i dirigenti scolastici a
rendere comunicazione volontaria circa l'adesione allo sciopero entro il decimo
giorno dalla comunicazione della proclamazione dello sciopero oppure entro il
quinto, qualora lo sciopero sia proclamato per più comparti.
Decorso tale termine, sulla base dei dati conoscitivi disponibili i direttori
generali regionali valuteranno i riflessi dello sciopero sull'organizzazione
del servizio scolastico e, almeno cinque giorni prima dell'effettuazione dello
sciopero, comunicheranno le modalità di funzionamento o la sospensione del
servizio alle famiglie.
L'astensione individuale dallo sciopero che eventualmente segua la
comunicazione dell'astensione dal lavoro, equivale ad un'offerta tardiva di
prestazione di lavoro legittimamente rifiutabile dal direttore generale
regionale.
3.In caso di adesione allo sciopero del
dirigente scolastico, le relative funzioni aventi carattere di prestazioni
indispensabili, di cui al comma 1, saranno svolte dal collaboratore che
esercita, su delega del dirigente scolastico, le funzioni vicarie, di
collaborazione o, in caso di impedimenti, dal docente di ciò incaricato dal
dirigente scolastico.
Gli organi dell'Amministrazione scolastica, ai relativi livelli di competenza,
sono tenuti a rendere pubblici i dati relativi all'adesione allo sciopero dopo
la sua effettuazione.
ART. 3
NORME DA RISPETTARE IN CASO DI SCIOPERO
1. La comunicazione della proclamazione di
qualsiasi azione di sciopero relativa alla dirigenza scolastica, da parte delle
strutture e rappresentanze sindacali, deve avvenire con un preavviso non
inferiore a giorni 15 e deve contenere l'indicazione se lo sciopero sia indetto
per l'intera giornata oppure se sia indetto per un periodo più breve. Il
preavviso non può essere inferiore a giorni 10, nel caso di azioni di sciopero
che interessino più comparti.
2. La proclamazione e la revoca degli
scioperi relativi alle vertenze nazionali di comparto deve essere comunicata
alla Presidenza del Consiglio dei Ministri - Dipartimento della Funzione
Pubblica e al Ministero della Pubblica Istruzione - Gabinetto del Ministro; la
proclamazione e la revoca di scioperi relativi a vertenze di livello
territoriale [la dizione presente nell'ipotesi «o di singolo istituto» è
destinata probabilmente a cadere al momento della stipula definitiva - ndr]
deve essere comunicata all'Ufficio Scolastico Regionale di appartenenza.
In caso di sciopero il Ministero della Pubblica Istruzione e gli Uffici
Scolastici Regionali sono tenuti a trasmettere agli organi di stampa ed alle
reti radiotelevisive di maggiore diffusione nell'area interessata dallo
sciopero una comunicazione circa i tempi, le modalità e l'eventuale revoca
dell'azione di sciopero. Le Amministrazioni predette si assicurano che gli
organi di informazione garantiscano all'utenza una informazione chiara,
esauriente e tempestiva dello sciopero, anche relativamente alla frequenza e
alle fasce orarie di trasmissione dei messaggi. Analoga comunicazione viene
effettuata dalle stesse amministrazioni anche nell'ipotesi di revoca,
sospensione o rinvio dello sciopero ai sensi dell'art.4, comma 10.
3. Al fine di garantire i servizi essenziali
e le relative prestazioni indispensabili indicati nell'articolo 2:
a. non saranno effettuati scioperi a tempo indeterminato;
b. il primo sciopero, per qualsiasi tipo di vertenza, non
può superare la durata massima di un'intera giornata.
c. gli scioperi successivi al primo per la medesima vertenza
non supereranno i due giorni consecutivi. Nel caso in cui dovessero essere
previsti a ridosso dei giorni festivi, la loro durata non potrà comunque
superare la giornata.
d. in caso di scioperi distinti nel tempo che incidono
sullo stesso servizio finale e sullo stesso bacino di utenza, tra
l'effettuazione di un'azione di sciopero e la proclamazione della successiva
non possono sussistere intervalli di tempo inferiori a 10 giorni. Il bacino di
utenza può essere nazionale o regionale. La comunicazione dell'esistenza di
scioperi che insistono sul medesimo bacino di utenza è fornita, nel caso di
scioperi nazionali, dal Dipartimento della Funzione Pubblica e, negli altri
casi dalle Amministrazioni competenti per territorio, entro 24 ore dalla
richiesta delle OO.SS. interessate allo sciopero;
e. gli scioperi brevi - che sono alternativi rispetto
agli scioperi indetti per l'intera giornata - di durata inferiore alla giornata
si svolgeranno in un unico periodo di ore continuative all'inizio od alla fine
della stessa giornata;
f. gli scioperi effettuati in concomitanza con le
iscrizioni degli alunni dovranno garantirne comunque l'efficace svolgimento e
non potranno comportare un differimento oltre il terzo giorno successivo alle
date previste come terminali delle operazioni relative alle disposizioni
ministeriali;
g. gli scioperi proclamati e concomitanti con le giornate
nelle quali è prevista l'effettuazione degli scrutini trimestrali o
quadrimestrali non finali non devono comunque comportare un differimento della
conclusione delle operazioni di detti scrutini superiore a 5 giorni rispetto
alle scadenze fissate dal calendario scolastico;
h. gli scioperi proclamati e concomitanti con le giornate
nelle quali è prevista l'effettuazione degli scrutini finali non devono differirne
la conclusione nei soli casi in cui il compimento dell'attività valutativa sia
propedeutico allo svolgimento degli esami conclusivi dei cicli di istruzione.
Negli altri casi, i predetti scioperi non devono comunque comportare un
differimento delle operazioni di scrutinio superiore a 5 giorni rispetto alla
scadenza programmata della conclusione;
i. sono altresì escluse forme surrettizie di sciopero o
forme improprie di astensione dal lavoro;
j. gli scioperi di qualsiasi genere dichiarati o in corso
di effettuazione saranno immediatamente sospesi in caso di avvenimenti
eccezionali di particolare gravità o di calamità naturale;
k. le disposizioni del presente articolo in tema di
preavviso minimo e di indicazione della durata non si applicano nei casi di
astensione dal lavoro in difesa dell'ordine costituzionale o di protesta per
gravi eventi lesivi dell'incolumità e della sicurezza dei lavoratori.
4.
Nel caso in cui l'astensione collettiva si svolga con forme di sciopero
“virtuale” che prevedano la regolare prestazione lavorativa, la trattenuta di
una quota della retribuzione commisurata alla durata dell'astensione
programmata è destinata a finalità sociali indicate dall'organizzazione
sindacale che indice l'azione di sciopero.
In sede locale, sono individuate, con un protocollo d'intesa tra organizzazioni
sindacali rappresentative e direzione generale regionale, le procedure per
l'attuazione di tale forma di sciopero e per la nomina di un comitato
paritetico di garanti composto dalla amministrazione interessata, dalle
organizzazioni sindacali e dalle associazioni degli utenti come individuate
dalla legge 281/1998. Il suddetto comitato vigila sull'attuazione della
procedura, con particolare riferimento alla rilevazione dell'elenco dei
partecipanti, alla destinazione dei fondi e alla diffusione, presso l'opinione
pubblica, delle ragioni della protesta e delle particolari modalità di tale
iniziativa.
ART. 4
PROCEDURE DI RAFFREDDAMENTO E DI CONCILIAZIONE
1.
Clausola di raffreddamento: entro il primo mese del negoziato relativo alla
contrattazione le parti non assumono iniziative unilaterali nè procedono ad
azioni dirette. Durante il periodo in cui si svolge la concertazione le parti
non assumono iniziative unilaterali sulle materie oggetto della stessa.
2.
A) I preventivi tentativi di conciliazione in caso di conflitto sindacale di
rilievo nazionale si svolgono presso il Ministero del Lavoro.
B) Se la controversia è locale il tentativo di conciliazione avverrà presso la
Prefettura del capoluogo di regione se la controversia è di ambito regionale o
presso la prefettura della provincia interessata.
3.
In caso di insorgenza di una controversia sindacale che possa portare alla
proclamazione di uno sciopero nazionale il Ministero del Lavoro, entro 3 giorni
lavorativi decorrenti dalla comunicazione scritta, trasmessa anche via fax, che
chiarisca le motivazioni e gli obiettivi della formale proclamazione dello
stato di agitazione e richieda l'apertura della procedura conciliativa,
provvede a convocare le parti in controversia al fine di tentare la
conciliazione del conflitto.
4.
Il Ministero del Lavoro può chiedere alle organizzazioni sindacali e alle
amministrazioni pubbliche coinvolte notizie e chiarimenti per la utile
conduzione del tentativo di conciliazione che deve esaurirsi entro l'ulteriore
termine di 3 giorni dall'apertura del confronto.
5.
Con le stesse procedure e modalità di cui al comma precedente, nel caso di
controversie regionali o subregionali, i soggetti di cui al comma 2, lettera B)
provvedono alla convocazione delle OO.SS. per l'espletamento del tentativo di
conciliazione entro un termine di 5 giorni lavorativi. Il tentativo deve
esaurirsi entro l'ulteriore termine di 5 giorni dall'apertura del confronto.
6.
Decorsi inutilmente i termini indicati nel comma 4 o nel comma 5 il
tentativo di conciliazione si considera comunque espletato, ai fini di quanto
previsto dall'art.2 comma 2 della legge 146/90 come modificata dalla legge
83/2000.
7.
Il tentativo di conciliazione si considera altresì espletato ove i soggetti di
cui al comma 2 non abbiano provveduto a convocare le parti in controversia
entro i giorni lavorativi dalla comunicazione scritta dello stato di agitazione
indicati ai comma 3 e 5.
8.
Le parti concordano che il periodo complessivo della procedura conciliativa di
cui al comma 2 abbia una durata complessivamente non superiore a 6 giorni
lavorativi dalla formale proclamazione dello stato di agitazione.
9.
Del tentativo di conciliazione di cui al comma 3 o 5 viene redatto
verbale che, sottoscritto dalle parti, è inviato alla Commissione di Garanzia.
Se la conciliazione riesce, il verbale dovrà contenere l'espressa dichiarazione
di revoca dello stato di agitazione proclamato che non costituisce forma sleale
di azione sindacale ai sensi dell'art.2 comma 6 della legge 146/90 così come
modificata dalla legge 83/2000. In caso contrario, nel verbale dovranno essere
indicate le ragioni del mancato accordo e le parti si riterranno libere di
procedere secondo le consuete forme sindacali nel rispetto delle vigenti
disposizioni legislative e contrattuali.
10.
Le revoche, le sospensioni ed i rinvii dello sciopero proclamato non
costituiscono forma sleale di azione sindacale ai sensi dell'art.2 comma 6
della legge 146/90 modificata dalla legge 83/2000 anche nel caso siano dovute
ad oggettivi elementi di novità nella posizione di parte datoriale.
11.
Fino al completo esaurimento in tutte le loro fasi delle procedure sopra
individuate, le parti non intraprendono iniziative unilaterali e non possono
adire l'autorità giudiziaria sulle materie oggetto della controversia.
12.
Ove sia proclamata una seconda iniziativa di sciopero, nell'ambito della
medesima vertenza e da parte del medesimo soggetto, a distanza di non più di
120 giorni dall'effettuazione o revoca della precedente azione di sciopero, non
sussiste l'obbligo di reiterare la procedura di cui ai commi precedenti.
ART.5. SANZIONI
In
caso di inosservanza delle disposizioni di cui alla legge 146/1990 modificata dalla
legge 83/2000 e di quelle contenute nel presente accordo, si applicano gli
articoli 4 e 9 della legge 146/1990 come modificata dalla legge 83/2000.
ART.6 DISAPPLICAZIONI
Dalla data di sottoscrizione del presente accordo sono inapplicabili le disposizioni incompatibili con l'accordo stesso.