LETTERA APERTA DELL'ANP
RIVOLTA AI
CANDIDATI ALLA PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI
SILVIO BERLUSCONI |
|
FRANCESCO RUTELLI |
Onorevoli Candidati,
nel vivace dibattito di queste settimane sulle prospettive del dopo-elezioni,
risalta un silenzio che per noi, uomini e donne di scuola, suona denso di
preoccupazioni. Poco o nulla si parla delle scelte di fondo che si pensa di
compiere, a urne chiuse, sui principali problemi che riguardano il mondo
dell'istruzione. Vorremmo, con queste righe, attirare la vostra attenzione su
alcuni aspetti che ci toccano da vicino e chiedere da parte vostra una precisa
risposta, che ci impegniamo a rendere pubblica ed a diffondere con ogni mezzo
fra i circa diecimila dirigenti scolastici esistenti in Italia.
Abbiamo da molto tempo sostenuto la causa dell'autonomia scolastica, come parte
di un sistema di autonomie territoriali e funzionali. Possiamo anzi rivendicare
il merito di essere stati fra i primi ad avanzare tale richiesta, circa
quindici anni fa, quando questi temi non erano ancora entrati a far parte del
corrente dibattito politico e culturale. Nel momento in cui – oggi - che tutti
parlano di federalismo, con ciò confermando la giustezza della nostra
intuizione iniziale, ribadiamo la convinzione che le autonomie locali e
funzionali possono risultare benefiche per la qualità dei servizi pubblici solo
a condizione di essere amministrate da soggetti autorevoli, capaci di coniugare
efficacemente il rispetto degli indirizzi generali con le esigenze delle
comunità locali e degli utenti. Per quanto riguarda le istituzioni scolastiche,
questo richiede la presenza di un dirigente che sia pienamente tale sotto ogni
punto di vista, sì da poter assumere il ruolo di garante, tanto rispetto
all'invadenza dell'amministrazione centrale quanto rispetto a spinte
centrifughe incompatibili con l'esigenza di assicurare a tutti i cittadini
livelli elevati di formazione e di istruzione, indipendentemente dal contesto
geografico, economico e culturale in cui si trovano.
La definizione normativa del profilo del dirigente della scuola risponde, in
larga massima, a tali requisiti: ma risulta nei fatti gravemente indebolita
dalla perdurante assenza di un contratto collettivo che riconosca un
trattamento economico e giuridico corrispondente al livello di impegno
richiesto. Le risorse messe a disposizione, malgrado qualche modesto ritocco
apportato in seguito, sono risultate del tutto insufficienti a garantire
un'effettiva parità di trattamento con gli altri dirigenti dello Stato.
Tale situazione è per noi gravemente penalizzante ed inaccettabile. I nuovi
compiti che gravano sui dirigenti delle scuole sono stati attribuiti - prima in
forma sperimentale e poi in forma piena - ormai da tre anni. Nello stesso arco
di tempo, le istituzioni scolastiche sono passate da 13.000 a poco più di
10.000, ripartendo il lavoro esistente su un numero di capi di istituto
inferiore di un quarto rispetto a prima. Dal 1° settembre 2000 siamo
responsabili a pieno titolo degli uffici dirigenziali a noi affidati, al pari
di tutti gli altri dirigenti pubblici. In presenza di un tale salto di quantità
e qualità nei livelli di impegno, non dobbiamo sentirci dire che l'allineamento
si attua, subito, solo nei doveri e nelle responsabilità, mentre per i diritti
e la retribuzione se ne parlerà, forse, con il prossimo contratto, di qui a
tre-quattro anni. E, se ci si oppone che la differenza retributiva risultante
sarebbe troppo cospicua, dovremmo solo osservare che questa è la prova di
quanto siamo stati, fino ad oggi, sotto pagati.
Le risorse che sono state poste a disposizione per il nostro contratto sono
appena sufficienti per coprire poco più della metà del differenziale
retributivo che ci separava dagli altri dirigenti, come viene evidenziato nelle
allegate tabelle. Significa questo che dovremo considerarci
dirigenti a metà, o che il riconoscimento sociale per la funzione della scuola
si misura con parametri diversi da quelli adottati per i ministeri o gli enti
pubblici non economici? Se, per gli insegnanti, le forze politiche hanno
riconosciuto giusto l'obiettivo di un allineamento alle retribuzioni europee,
per i dirigenti della scuola viene considerato irrilevante l'allineamento alle
stesse retribuzioni italiane dei loro colleghi?
Solo un'insufficiente attenzione da parte delle forze politiche nella fase
finale della legislatura può aver prodotto nei fatti una simile distorsione
valutativa. Sarebbe grave se si trattasse invece di una deliberata scelta di
campo contro la dirigenza delle scuole: che significherebbe, di fatto, scarso
interesse per le prospettive di successo della riforma autonomistica,
indissolubilmente legate alla credibilità professionale e sociale di chi ha la
responsabilità di guidarla sul campo.
E' per questa convinzione profonda che chiediamo a voi, che siete i più
autorevoli candidati alla guida del nostro Paese nei prossimi cinque anni, di
voler assumere pubblicamente prima del 13 maggio una posizione ufficiale nel
merito del contratto dei dirigenti delle scuole. Vi chiediamo di rispondere ad
una domanda e di assumere un impegno: ritenete di inserire la questione delle
ulteriori risorse necessarie alla chiusura del negoziato fra le priorità della
prossima legislatura, fin dalle sue fasi iniziali?
Gli strumenti tecnici e politici per farlo sono tutti noti e disponibili, dal
ricorso al fondo di riserva del Ministero alla legge di assestamento di
bilancio, dal documento di programmazione economica e finanziaria alla legge
finanziaria per il 2002. Un onere che è di per sé modesto in cifra assoluta
(circa 200 miliardi di lire in tutto) potrebbe diventare ulteriormente
sostenibile attraverso una sua ripartizione fra strumenti di intervento
finanziario differenziati per natura e decorrenza. Per parte nostra, non ci
neghiamo di certo ad un discorso di ragionevolezza, purché gli impegni siano
determinati nel tempo e vincolanti.
Ci auguriamo che - consapevoli, come noi riteniamo che ciascuno di voi sia,
della rilevanza strategica della questione scuola per il futuro del nostro
Paese - vorrete trovare, fra i numerosi impegni delle ultime settimane di
campagna elettorale lo spazio per dare una risposta chiara ed inequivoca alla
nostra domanda e per assumere un impegno pubblico, da onorare subito dopo la
formazione del nuovo Governo.
Ci impegniamo a diffondere, con tutto il risalto che senza dubbio meriterà, la
vostra posizione in tempo utile perché i dirigenti delle scuole possano tenerne
conto nell'orientare i comportamenti elettorali che, direttamente o
indirettamente, discendono dalle loro autonome valutazioni.
Roma, 24 aprile 2001
Giorgio Rembado
Presidente nazionale Anp