Nota redazionale:

L’ANP Nazionale risponde alla lettera ANDIS sul contratto del 18.4.2001 (p.q.)

 

DURISSIMO DOCUMENTO DEL PRESIDENTE ANP REMBADO

NEI CONFRONTI DELLE POSIZIONI DELL’ANDIS

 

 

Roma, 24 aprile 2001

 

A “Gregorio”

e p.c.    Ad Armando Rossini

Ai Quadri Andis

 

Loro indirizzi e-mail

 

Leggiamo una nota sul contratto, emanata dall’ANDIS nazionale e firmata Gregorio, dalla quale trasuda un misto di preconcetto livore e di volontà di condurre una campagna con le armi della disinformazione contro quei sindacati “irresponsabili” che starebbero scippando la categoria del sospirato contratto e che si infilerebbero “in un vicolo cieco”, dopo aver “addormentato il contratto, ergendosi ora a fieri guerrieri senza avere la controparte”.

Se è all’ANP che l’estensore della nota vuol riferirsi, appare evidente che la sua rabbia è direttamente correlata alla sua scarsa conoscenza dei fatti, oltre che alla pregiudiziale faziosità, che gli impedisce di vedere la realtà e di esprimere sulla stessa una valutazione pacata e fondata.

Tutto ciò smaschera la presunta “trasversalità” dell’ANDIS rispetto alle diverse sigle sindacali e ne mette a nudo la subalternità esclusiva rispetto ad una sola, la CGIL, che – unica – si è finora esposta senza riserve in favore della firma incondizionata del contratto.

Mentre ci è ben nota la posizione – tutta politica ed extracontrattuale in questa vicenda negoziale – della CGIL, la quale peraltro aveva mantenuto, fino alla fase più recente della contrattazione, il senso della misura nella dialettica delle posizioni, non riteniamo sia in alcun modo giustificabile la posizione viscerale espressa da un soggetto non sindacale, che assume in tal modo il ruolo di apripista di una organizzazione sindacale rappresentativa, diventandone l’amplificatore tanto più zelante quanto più sprovveduto. Prova ne sia la successiva presa di posizione del suo mandante, la CGIL appunto, che ipotizza un eventuale sciopero contro l’organizzazione maggioritaria della categoria, rea di difenderne i reali interessi, anziché contro il Governo.

Quanto al merito: i circa seicento colleghi che si sono espressi in favore della firma immediata in un sondaggio telematico sono ben lungi dal rappresentare la “stragrande maggioranza” della categoria. Per parte sua, all’Anp risulta una ben diversa realtà: decine e decine di assemblee provinciali già svolte, o in corso di svolgimento, che hanno approvato all’unanimità la linea assunta dall’Associazione,  su mandato, anch’esso unanime, del suo Consiglio Nazionale, composto dai cento presidenti provinciali.

Sul fatto che si sia voluto perseguire il disegno di “addormentare il contratto”, si potrebbe facilmente sostenere che l’Anp è stata l’unica organizzazione a proporre azioni rivendicative sostenute da iniziative di lotta in epoca di gran lunga antecedente alla fine della legislatura e del mandato di questo Governo. Basti ricordare la giornata di sciopero del 15 marzo 2000 (quando altre OO.SS. si interrogavano ancora sull’individuazione dell’area della dirigenza della scuola) e la manifestazione nazionale svoltasi a Roma il 15 dicembre scorso, insieme ai dirigenti dell’area 1, della carriera prefettizia e di quella diplomatica, esperendo in quel caso un ennesimo ed estremo tentativo di sblocco della direttiva che il Governo ancora non indirizzava all’ARAN. Anche in quella occasione, le altre organizzazioni sindacali – e l’ANDIS con loro – fecero mostra di totale disattenzione, impegnate com’erano ad acquisire risorse per una retribuzione “di livello europeo” per i docenti e dimentiche della necessità di rinvenire finanziamenti adeguati per il primo contratto dei dirigenti.

Quanto alla “disinformazione”, infine, è fin troppo facile respingere al mittente l’ignobile accusa riportando qui di seguito una dettagliata relazione sullo stato della trattativa, già molte volte diffusa nelle nostre assemblee e redatta da chi, come noi, quella trattativa ha seguito da protagonista, anziché da “invitato” ad un tavolo cui non ha titolo per sedere autonomamente.

 

LA POSIZIONE DELL’ANP

 

L’Anp tiene fermo il proposito espresso nella propria piattaforma contrattuale di raggiungere l’allineamento al resto della dirigenza pubblica in questo contratto, perché questo è il primo contratto per la dirigenza delle scuole, quello che deve ratificare sul piano economico l’attribuzione giuridica della qualifica già avvenuta ovviamente per legge.

 

Se si accetta un contratto di ingresso ad un livello inferiore rispetto a quello dell’Area I, si ufficializza che la nostra dirigenza, appena acquisita, è una dirigenza di livello inferiore, dato che recupera solo il 57% della differenza tra il precedente trattamento nella qualifica direttiva e il trattamento fondamentale del resto della dirigenza pubblica.

 

Firmando un simile contratto al ribasso, si verrebbe a formalizzare una sorta di “gerarchizzazione delle dirigenze”, dato che già adesso la dirigenza delle diverse aree gode di trattamenti molto diversi:

 

Se non raggiungiamo l’allineamento in questo contratto, rischiamo di non raggiungerlo mai più e di trasformare la cosiddetta “specificità” in “inferiorità” così come è sempre avvenuto fino ad oggi grazie alle posizioni storiche dei sindacati scuola, mentre il nostro profilo professionale, così come definito per legge, prevede competenze e responsabilità proprie dei livelli di vertice delle altre dirigenze pubbliche (emissione di atti definitivi, titolarità delle relazioni sindacali, stipula di contratti e convenzioni con enti esterni, responsabilità connesse al D.Lgs 626/94, ecc.).

 

L’Anp vuole raggiungere l’obiettivo dell’allineamento in questo contratto riaprendo il confronto politico con il Governo, questo o il nuovo, comunque il primo che sia disponibile a determinare le condizioni per un vero contratto dirigenziale. Non c’è in questa posizione alcun calcolo o presa di posizione di schieramento, perché un sindacato tratta con l’interlocutore governativo in carica, purché naturalmente tale interlocutore esista e sia istituzionalmente legittimato a prendere impegni contrattualmente rilevanti.

 

Naturalmente, nel caso si trovi un accordo politico, sarà necessario emanare da parte del Governo un terzo Atto di indirizzo, che indichi all’Aran i nuovi termini del confronto e renda possibile la stipula del contratto alle condizioni rivendicate dall’Anp nell’interesse dell’intera categoria.

 

Nel frattempo, l’Anp rimarrà presente al tavolo di trattativa all’Aran, a cominciare dalla seduta fissata per l’11 Aprile. Noi vogliamo svolgere fino in fondo il nostro ruolo di rappresentanza, che quasi la metà della categoria ci ha affidato e che non intendiamo delegare alle organizzazioni minoritarie.

 

I PRO E I CONTRO PER UNA FIRMA SUBITO

 

Naturalmente, l’Anp ha anche preso in attenta considerazione le ragioni che vengono addotte da chi è favorevole a firmare subito ed è arrivata alla conclusione che procrastinare di qualche tempo la stipula del contratto non porti alcun danno alla categoria e permetta, anzi, di creare le condizioni per raggiungere gli obiettivi a cui tutti i dirigenti delle scuole aspirano.

 

Analizziamo queste obiezioni:

 

Si dice che le risorse già stanziate potrebbero essere in qualche modo “scippate” dopo le elezioni, come già avvenuto nel 1992

 

Questo pericolo non sussiste, perché noi oggi abbiamo risorse già stanziate in Finanziaria e nel secondo Atto di indirizzo, messe a disposizioni delle parti sociali e dell’Aran, mentre nel 1992 si trattava di risorse promesse dal Governo in fase preelettorale, ma senza nessun provvedimento specifico. Possiamo firmare oggi o fra sei mesi: nessuno ci può togliere le risorse già stanziate per il 2001, sulle quali si percepiranno degli arretrati per il 2001 e per il 2000, in qualsiasi momento venisse stipulato il contratto

Si dice che i pensionandi al prossimo 1° settembre corrano il rischio, in assenza di firma del contratto, di perdere gli aumenti retributivi

Bisogna ricordare che i pensionandi al 1° settembre avranno rideterminata la loro pensione e liquidazione, nel caso il contratto venga stipulato dopo tale data e che, soprattutto, eventuali ulteriori aumenti saranno goduti anche da loro, per cui la sottoscrizione di un contratto di pieno allineamento è anche nel loro interesse

 

Si dice che i dirigenti delle scuole non possono rimanere senza le tutele che solo la parte normativa del contratto può dare

 

Se si prende in esame la parte normativa da tutti condivisa, (vedi scheda) si capisce che il contratto non può offrire tutele rispetto a competenze e responsabilità stabilite per legge, né può risolvere problemi derivanti da mancate definizioni legislative (si pensi al rapporto con gli OO.CC.) o da incredibili norme contenute nei contratti di comparto (si pensi al limite di due collaboratori pagabili con il fondo di istituto). La mancata definizione della parte normativa può invece diventare un punto di forza nel caso si rendesse necessario esercitare forme di pressione molto forti nei confronti della controparte

Si dice che anche firmando adesso un contratto al ribasso si potranno conseguire egualmente gli altri aumenti con il prossimo contratto, a seguito dell’impegno dell’attuale Governo

 

Cosa succederà con il prossimo contratto e che tempi avrà, adesso nessuno è in grado di dirlo; avendo appena concluso i contratti delle altre aree della dirigenza, non ci sarà nessun interesse da parte di alcuno a riaprire subito la tornata contrattuale (a partire dai necessari accordi quadro), dato che solo i dirigenti delle scuole hanno un obiettivo importante da raggiungere, cioè quell’allineamento a cui allegramente alcuni sono disponibili ora a rinunciare in cambio di una vaga promessa per il futuro; l’esperienza ci insegna che nessun Governo sarà disponibile a stanziare ulteriori risorse all’indomani della firma del contratto e che da sempre i dirigenti fanno il loro contratto solo dopo la stipula di quello di comparto e l’ultimo esempio è il contratto dell’Area I sottoscritto al quarto ed ultimo anno di vigenza contrattuale; non è realistico quindi pensare ad un allineamento prima del 2005, scadenza del secondo biennio economico del prossimo contratto: alla faccia dei pensionandi da non penalizzare!

 

Naturalmente, l’Anp è pronta a chiamare la categoria alla mobilitazione, ma solo al momento opportuno, in presenza di un Governo nella pienezza delle sue funzioni.

 

Una cosa è certa: è moralmente inaccettabile che alla categoria dei dirigenti delle scuole non venga riconosciuto nemmeno il minimo di quanto già percepito da un qualsiasi dirigente pubblico, in presenza di un impegno di lavoro ben maggiore rispetto al passato (siamo 3130 in meno…) e di una responsabilità dirigenziale che non è certo di basso profilo, anzi con l’autonomia ha assunto connotazioni paragonabili a quelle dei vertici delle altre amministrazioni.

 

Il Presidente nazionale

Giorgio Rembado