IL CONTRATTO DEI DIRIGENTI SCOLASTICI

(a cura di Armando Rossini, Presidente nazionale ANDIS)

(Fonte: Sito web www.andis.it)

E’ ormai imminente l’avvio della trattativa per la definizione del primo contratto nazionale dei dirigenti scolatici italiani.

Siamo dinanzi ad un passaggio decisamente rilevante, che dovrà garantire alla scuola del nostro Paese la sicurezza di poter contare su dirigenti veri, messi finalmente in condizione di favorire e gestire il grande processo di cambiamento in atto ed assicurare al meglio a tutti i cittadini l’organizzazione ed il funzionamento di un servizio fondamentale, quale quello della istruzione/formazione.

L’ANDIS, consapevole della fase delicata ma esaltante che tutti abbiamo dinanzi, ha già condotto, nelle sue sedi istituzionali ed in appositi seminari di studio, un lungo percorso di analisi e di ricerca approfondendo le emergenze e i bisogni professionali che dovranno essere tenuti presenti nel momento in cui si costruiranno i contenuti contrattuali della dirigenza scolastica.

Negli incontri seminariali, ed in varie altre occasioni, si sono anche avviati confronti con esperti del mondo accademico, del diritto, della formazione, dell’amministrazione, del sindacato etc. con l’obiettivo di rendere la nostra riflessione più ampia e puntuale possibile.

Il nostro intento, ovviamente, non è quello di proporre una piattaforma contrattuale ma quello di offrire il contributo di idee della più grande Associazione professionale italiana di dirigenti scolastici in ordine a temi centrali del futuro, ma ormai prossimo, status dirigenziale che lo Stato ci consegnerà con il 1° settembre 2000.

I lavori di elaborazione si sono sviluppati con le seguenti cadenze:

- ‘atto di indirizzo’ del Consiglio Nazionale dell’ANDIS;

- affidamento ad alcuni colleghi, dirigenti nazionali e soci, di appositi incarichi di studio e di elaborazione su tematiche concordate;

- 1° seminario di approfondimento, di confronto con esperti, e di prima stesura degli elaborati;

- ulteriore fase di confronto con esperti;

- 2° seminario di definizione dei contenuti;

- delibera del Direttivo Nazionale dell’ANDIS.

Le prossime fasi prevedono:

- pubblicazione dei documenti;

- la diffusione degli stessi documenti tra tutti i soci e le sezioni dell’ANDIS;

- presentazione al Consiglio Nazionale del documento finale e dei pareri pervenuti dalle sezioni;

- verifica del Direttivo Nazionale a seguito del parere del Consiglio Nazionale;

- confronto delle nostre posizioni con le Organizzazioni Sindacali Confederali firmatarie del protocollo d’intesa;

- eventuale confronto con altre organizzazioni sindacali.

La sintesi ora proposta testimonia in maniera analitica la ricchezza del dibattito sin qui svolto, offre agli ulteriori approfondimenti i contenuti della riflessione, rinvia ai documenti specifici allegati la completezza della elaborazione.

Analisi preliminare circa l’area di contrattazione

L’ ‘Accordo Quadro’ del novembre 98 determina quattro autonome aree di contrattazione dei dirigenti:

la prima comprende i comparti dei ministeri, degli enti pubblici non economici, delle aziende ed amministrazioni dello Stato anche ad ordinamento autonomo, delle istituzioni ed enti di ricerca e sperimentazione, dell’università;

la seconda comprende i comparti delle regioni e delle autonomie locali;

la terza comprende il ruolo professionale, tecnico, amministrativo e sanitario del servizio sanitario nazionale;

la quarta comprende i medici, i veterinari e gli odontoiatri del servizio sanitario nazionale.

L’atto preliminare all’avvio del primo negoziato relativo alla dirigenza scolastica sarà la definizione dell’area contrattuale nella quale, a seguito di atto di indirizzo del Governo all’ARAN, saranno collocati i dirigenti scolastici.

Il nostro parere è che il primo contratto della dirigenza scolastica debba definirsi in una autonoma area, distinta dalle attuali quattro già definite, che consenta l’analisi attenta e puntuale della specificità del ruolo.

Deve comunque essere chiaro che la specificità, per la dirigenza scolastica, dovrà essere il terreno per l’arricchimento del ruolo, come per altre categorie, non la ricerca di ‘protezioni’ o peggio ancora il tentativo di inaccettabili ‘diminutio’ rispetto ai contenuti generali della dirigenza pubblica.

In questa chiave va letto anche il collegamento o meno con il comparto scuola.

Noi siamo perfettamente consapevoli che la nostra dirigenza nasce come scolastica e tale vogliamo che resti, senza improprie aspirazioni di fungibilità, perché ne rivendichiamo con orgoglio tutto il valore professionale, storico e ne intuiamo le prospettive. E’ ineludibile, però, che il contratto che ora si avvia esalti le potenzialità espresse dalla Legge e sia perciò condotto da organizzazioni e persone sensibili e competenti dei problemi specifici dei dirigenti scolastici e che operino nell’esclusivo interesse della scuola e dei suoi dirigenti.

La definizione dell’area contrattuale non dovrebbe comunque incidere più di tanto circa i contenuti, visto che ormai è in atto una sostanziale equiparazione dei ruoli dirigenziali pur nel rispetto delle relative peculiarità (artt.23 e 24 D.L.vo 29/93; D.P.R. 26.2.99, n.150 etc.).

L'area potrà invece incidere per quanto riguarda i livelli di rappresentanza da parte delle OO.SS. e sarebbe davvero allarmante se, da qualunque parte, dovesse essere presentata ai colleghi una realtà mistificata solo per inopportuni calcoli di bottega.

Riteniamo comunque che in prospettiva, già dal secondo contratto, una volta riallineato il nostro con i contratti degli altri dirigenti pubblici, sarebbe opportuno ed auspicabile confluire in una nuova specifica area contrattuale comprendente l’università, le istituzioni e gli enti di formazione, di ricerca e sperimentazione e, appunto, i dirigenti scolastici; sarebbe questa l’aggregazione più logica e naturale, perché comprenderebbe tutti i dirigenti che, a vari livelli, si occupano di formazione e di ricerca.

Il problema più rilevante al momento però, al di là dell’area e del comparto di appartenenza, è piuttosto il rifinanziamento del contratto, necessario per consentire l’adeguamento delle retribuzioni dei dirigenti scolastici agli altri dirigenti pubblici.

E’ importante il pronunciamento del dicembre ‘99 con il quale la Camera impegna il Governo a rendere disponibili i fondi per il contratto della dirigenza scolastica. Ci si attende però che tali fondi siano presto resi noti e disponibili e che siano comunque adeguati alle necessità ed alle attese.

La retribuzione

In un contesto socio economico quale quello in cui viviamo, la retribuzione disposta nei confronti dei soggetti professionali e dei lavoratori in genere, corrisponde generalmente, in maniera direttamente proporzionale, al rilievo che lo Stato, l’ente, l’impresa etc. attribuiscono al settore, alla funzione e all’attività svolta.

Non è quindi difficile intuire dalle retribuzioni degli operatori scolastici lo scarso interesse riservato alla scuola, lasciata per decenni con strutture, ordinamenti e finanziamenti assolutamente inadeguati.

Negli ultimi tempi stiamo assistendo ad un considerevole impegno riformatore che, quando sarà compiutamente realizzato, potrà finalmente consegnare al Paese una scuola più in linea con i bisogni dei cittadini e di un sistema che è e vuole essere sempre più di dimensione europea.

E’ difficile però pensare che si possano fare riforme di spessore senza le adeguate risorse.

In tale contesto riformatore i dirigenti scolastici stanno affrontando e dovranno ancora a lungo affrontare il carico di lavoro e di impegno più rilevante.

E’ stato da molti affermato, e comunque ne sono tutti consapevoli, che la riforma e quindi il nuovo sistema funzioneranno solo se ci saranno dirigenti in grado di farli funzionare.

Noi siamo orgogliosi del credito professionale che ci viene attribuito e intendiamo onorarlo con responsabilità e impegno.

Siamo stati elevati al ruolo della dirigenza dello Stato e dirigenti vogliamo essere e sentirci.

Non è neanche pensabile, quindi - e non potremmo certamente accertarlo - che il trattamento economico riservato ai dirigenti scolastici possa essere anche solo minimamente diverso da quello degli altri dirigenti pubblici e ci si riferisce in particolare a quanto previsto dal CCNL, area della dirigenza, comparto Regioni – Enti Locali 1998/2001, siglato il 23.12.1999 e del contratto integrativo dello stesso comparto del 23.3.2000 che approfondisce le problematiche connesse all’accordo integrativo, di cui all’art. 24 del CCNL 1.4.99 e modifica e integra i precedenti indirizzi dell’ARAN.

(Vedi il documento specifico elaborato da Santo Molino)

La valutazione

Il clamore e le proteste, sollevate dalle recenti disposizioni circa la valutazione del personale della scuola (docenti e dirigenti), testimoniano la inevitabile difficoltà di impostare e gestire un sistema di valutazione dei risultati individuali dei soggetti professionali, in un contesto nel quale la valutazione non è mai stata ‘sentita’ come una necessità, né mai è stata una prassi culturalmente, normativamente e funzionalmente definita, sostenuta e orientata verso il miglioramento delle prestazioni professionali, individuali e collettive.

La rilevanza dell’argomento ci ha imposto una riflessione particolarmente attenta.

Noi siamo convinti che non possa esserci attività professionale senza valutazione, riteniamo pertanto che tutti gli operatori scolastici, ed in particolare i dirigenti, debbano essere valutati per quello che sono, per quello che sanno, per quello che sanno fare.

Riteniamo altresì che la valutazione debba inevitabilmente comportare un sistema di premi e rilievi tendente al miglioramento delle prestazioni professionali.

Per i dirigenti proponiamo l’introduzione di un doppio livello di valutazione: un primo livello che dovrà riguardare tutti e che dovrà essere calibrato sulla verifica e sulla valutazione dei risultati raggiunti; un secondo livello finalizzato alla valutazione dell’eccellenza e che dovrà essere riservato a quei dirigenti che lo richiederanno.

(Vedi il documento specifico elaborato da Domenico Montanaro, Nicola Casaburi, e gli approfondimenti di Carmen Sperandeo e Loredana Ferrero-Nadia Blardone)

La formazione/aggiornamento

Il pur rilevante impegno assunto dall’Amministrazione per la prima formazione dei dirigenti scolastici non può certo essere ritenuto esaustivo dei bisogni professionali dei dirigenti stessi.

Dovrà prevedersi pertanto un nuovo e diffuso sistema di aggiornamento costante che preveda:

adeguati investimenti;

ulteriori convenzioni con le agenzie più serie e accreditate cui liberamente i DD.SS potranno rivolgersi, sulla base di ‘progetti’ modulari predisposti e resi noti dalle stesse agenzie;

previsione di periodi sabbatici con incentivazione per quanti parteciperanno ad iniziative di aggiornamento/confronto professionali con organizzazioni di paesi europei ed extra europei.

I rapporti interni all’istituzione

I rapporti tra il dirigente e le varie componenti professionali e politiche all’interno dell’istituzione scolastica dovranno essere regolati all’insegna della massima trasparenza e funzionalità, nel pieno rispetto delle specifiche competenze e nella prospettiva della crescita generalizzata.

I docenti

Ai docenti appartiene ovviamente il ruolo centrale del servizio scolastico in quanto soggetti professionali direttamente responsabili dell’insegnamento. Agli stessi va garantita e difesa la libertà sancita dalla Costituzione.

Va però precisato che la libertà di insegnamento se è ricchezza professionale e diritto dei docenti appartiene in via prioritaria al destinatario del servizio formativo; è infatti soprattutto l’alunno/studente ad avere diritto ad un insegnamento libero da ogni condizionamento politico, storico, religioso etc., e adeguato sempre ai suoi bisogni.

Il dirigente scolastico in quanto responsabile del servizio ed in quanto leader formativo all’interno dell’istituzione scolastica deve essere il garante del diritto alla formazione dello studente, gli va perciò riconosciuto il potere di intervento in tutte le fasi del processo educativo e formativo con il preciso obiettivo di orientare sempre il servizio nella direzione dell’interesse del destinatario.

I collaboratori

Nella sua azione il dirigente dovrà potersi avvalere anche di collaboratori da lui scelti tra il personale docente ai quali affidare compiti e funzioni di sua competenza.

L’affidamento dei compiti e funzioni comporterà anche la delega di responsabilità in ordine al mandato conferito.

Dovrà essere altresì prevista e regolata la possibilità che, in caso di necessità, il dirigente scelga come collaboratori/consulenti soggetti professionali anche esterni all’istituzione scolastica.

Al dirigente dovrà essere garantita la gestione diretta di un budget con il quale retribuire le prestazioni aggiuntive svolte dai collaboratori da lui scelti.

Il responsabile amministrativo

La complessità amministrativa che la scuola autonoma comporterà richiederà necessariamente un rilevante potenziamento del ruolo del responsabile amministrativo che legittimamente dovrà assumere le funzioni di direttore amministrativo.

Allo stesso andranno affidati autonomi poteri interni di gestione nell’interesse del buon funzionamento di tutto il sistema.

Molta attenzione dovrà comunque essere posta nell’evitare pericolose diarchie che renderebbero invece ingestibile il sistema stesso.

E’ fondamentale che il rilievo esterno appartenga esclusivamente al dirigente che avrà comunque ampio potere di delega anche nei confronti del direttore amministrativo.

Al dirigente dovrà essere garantito anche il potere di intervento nella gestione amministrativa contabile dinanzi a palesi e gravi inadempienze.

La valutazione dell’istituzione scolastica

All’interno del sistema di valutazione del personale della istituzione scolastica dovrà prevedersi uno spazio autonomo affidato al dirigente che, in misura da determinare, dovrà comunque possedere un ruolo nel processo di valutazione di tutto il personale docente e ata in servizio nell’istituzione scolastica.

Gli organi collegiali

La materia è in carico al Parlamento e siamo in attesa che i nuovi organi collegiali della scuola vedano presto la luce.

E’ auspicabile comunque che la normativa di riforma scandisca con precisione gli ambiti e i limiti dei rispettivi poteri di indirizzo e di gestione, senza invasioni di campo e/o demagogiche confusioni di compiti e ruoli.

(Sui rapporti interni, vedi i documenti specifici elaborati da Ivana Summa e Nicola Casaburi per quanto riguarda i docenti; Antonio Ferrigno per quanto riguarda i collaboratori del D.S.; Leo Stilo per quanto riguarda il D.S. come valutatore; Santo Molino per quanto riguarda le figure intermedie e gli Organi collegiali)

I rapporti esterni

L’autonomia della scuola richiederà sempre più un rilevante impegno del dirigente scolastico nei rapporti con realtà esterne all’istituzione scolastica.

I contatti con università, istituzioni, enti ed in particolare con comune e provincia, richiederanno la figura di un dirigente scolastico forte, autorevole, rappresentante vero e legittimato dell’istituzione scolastica..

(Vedi il documento specifico elaborato da Maurizio Monti)

Affidamento di incarichi e mobilità

E’ questo un settore di particolare e rilevante importanza in quanto completamente innovativo rispetto al precedente ruolo direttivo.

L’assegnazione del dirigente scolastico ad una istituzione scolastica avverrà a seguito di affidamento di incarico da parte del dirigente generale regionale.

Gli incarichi potranno durare da un minimo di due anni ad un massimo di sette, si ritiene che nella fase di avvio debbano essere previsti incarichi di breve durata (comunque rinnovabili), al fine di determinare l’assestamento più o meno definitivo del dimensionamento.

Incarichi iniziali di breve durata consentiranno inoltre ai dirigenti già in servizio di poter aspirare a movimenti più favorevoli prima della nomina dei nuovi dirigenti (si suppone circa 3.000) che verranno selezionati con il primo concorso per dirigenti scolastici.

Le modalità di attribuzione degli incarichi, pur se non interamente contrattabili, dovranno comunque prevedere criteri che coniughino le esigenze dell’Amministrazione con la doverosa trasparenza e oggettività che lo specifico ruolo dirigenziale della scuola richiede. Ciò anche per quanto riguarda la mobilità in ambito regionale e interregionale che dovrà sempre essere consentita su richiesta del dirigente, fatte salve ovviamente la potestà e la valutazione dell’Amministrazione.

Solo in prima applicazione e comunque sino all’espletamento del primo concorso per il reclutamento dei nuovi dirigenti scolastici, si potrebbero mantenere le norme che regolano attualmente la mobilità dei capi di istituto.

Dovrà essere inoltre consentito, nell’ottica della dirigenza unica, l’incarico dirigenziale anche per ordini e gradi diversi da quello di titolarità quale capo di istituto, senza vincolare tale possibilità al possesso di titoli quali l’abilitazione all’insegnamento che nulla hanno a che vedere con il ruolo e la funzione dirigenziale.

Ai dirigenti, ai quali non dovesse essere affidata la titolarità di un’istituzione scolastica, potranno essere affidate, anche a richiesta degli interessati, oltre che dell’Amministrazione, funzioni ispettive, di consulenza, di studio, di ricerca etc.

Per quanto riguarda la revoca degli incarichi dovranno essere applicati anche per i dirigenti scolastici i meccanismi di garanzia previsti per gli altri dirigenti pubblici.

Questioni di stato giuridico ed altro

Tempo di lavoro

Il principio di tempo di lavoro, diverso da orario di servizio, è tale che, come avviene per tutti i dirigenti, non prevede un limite quantificato.

Anche per il dirigente scolastico non dovranno esserci quantificazioni orarie di tempo lavoro che dovrà essere responsabilmente autodeterminato dal dirigente stesso sulla base delle esigenze dell’istituzione scolastica e comunque adeguato al conseguimento dei risultati prefissati.

Ferie e congedi

Possono valere le stesse norme previste per gli altri dirigenti pubblici (riferimento al CCNL e al CCNI della Dirigenza Comparto Regioni Enti locali 1998/2001 siglati, rispettivamente, il 23.12.99 e il 23.3.2000) prevedendo, per quanto riguarda le ferie, che il dirigente possa responsabilmente chiedere la fruizione dei periodi cui ha diritto senza vincoli predeterminati per norma.

Trasferte e missioni

Dovrà prevedersi un trattamento di trasferta uguale per tutti i dirigenti scolastici (attualmente è fortemente differenziato tra direttori didattici e presidi), simile a quello previsto per gli altri dirigenti pubblici.

Trattamento di trasferimento

Al dirigente scolastico che, a seguito di trasferimento di sede disposto dall’Amministrazione, è costretto a trasferire anche la sua residenza, deve essere riconosciuto il diritto allo stesso trattamento previsto per gli altri dirigenti pubblici.

Diritto di sciopero

Il diritto di sciopero del dirigente scolastico, in passato non sempre adeguatamente garantito ai capi di istituto, dovrà essere definito sulla base dei criteri normativi già attuati per gli altri dirigenti pubblici, con le dovute valutazioni relative alla specificità del dirigente scolastico.

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