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Sito telematico dedicato all'informazione, al confronto, al dibattito sui problemi connessi con il CONTRATTO DEI DIRIGENTI SCOLASTICI – a cura del D.S. Paolo Quintavalla  in servizio presso la Direzione Didattica 3° Circolo di Parma - In Rete dal maggio 2000 –

 

 

 

 

NEWS 

 

AI DIRIGENTI SCOLASTICI DEL COORDINAMENTO CGIL-CISL PROVINCIA DI MILANO

e, p.c., ai Coordinatori nazionali e regionali dei dirigenti scolastici CGIL e CISL

alle Segreterie di CGIL e CISL scuola

all' ANDIS

 Fonte: sito web ANDIS

626 SCUOLA: PESANTISSIMA SENTENZA CONTRO DIRIGENTE SCOLASTICO

L'applicazione "indiscriminata" della 626 nelle scuole (e la relativa identificazione del dirigente scolastico come "datore di lavoro") comincia a produrre i suoi nefasti effetti.

La nostra collega Ada Mora è stata condannata a 30 giorni di carcere (sì, avete letto bene: 30 giorni di carcere…!) in quanto ritenuta responsabile di un incidente avvenuto ad un collaboratore scolastico all'interno della scuola.

Il fatto risale a tre anni fa (dicembre 1999). Ada aveva ripetutamente segnalato al Comune di Milano (tra gli innumerevoli interventi di manutenzione necessari richiesti) lo stato di pericolosità di vari spazi della scuola (materna di via Iseo), ed in particolare di alcune griglie attigue ai locali cucina, richiedendone la sistemazione. Un geometra del Settore Edilizia del Comune faceva un sopralluogo tecnico ma nessun intervento veniva effettuato, neanche la recinzione degli spazi più a rischio con transenne, a scopo precauzionale (probabilmente non valutando sufficientemente grave la situazione… fino all'incidente occorso...).

Le condizioni di quella parte della scuola ed in particolare di una griglia (comunque non accessibile per gli alunni), erano note a tutto il personale della scuola, anche al personale ausiliario, allora peraltro dipendente del Comune di Milano e non ancora transitato nei ruoli statali.

Un commesso passava sopra la grata in questione con un peso, la griglia cedeva, il commesso si faceva male e finiva all'ospedale. Di lì partiva la denuncia da parte della Polizia giudiziaria dell' ASL al "datore di lavoro".

Adesso è stata notificata la sentenza del giudice del Tribunale penale di Milano che commina 30 giorni di galera al dirigente scolastico (commutabili in una sanzione pecuniaria di 1200 euro), scagionando peraltro l'ente locale. Il dirigente scolastico, secondo la sentenza, viene riconosciuto responsabile in quanto non avrebbe fatto tutto il necessario per "impedire l'incidente" (sic!).

In tutta la vicenda processuale l'intervento dell'Avvocatura dello Stato è stato pressoché inutile, assolutamente debole e inefficace. Ada (che peraltro non è mai stata sentita personalmente dal giudice) dovrà adesso ricorrere in appello con un proprio avvocato difensore. Non solo: una condanna penale potrebbe avere conseguenze anche sul piano amministrativo e/o professionale (valutazione e dintorni)…..

Si tratta, come si può vedere, di UN EPISODIO CHE POTREBBE CAPITARE A TUTTI NOI, IN QUALSIASI MOMENTO. Le scuole sono piene zeppe di "situazioni di rischio" (segnalate magari ripetutamente all'Ente locale e rimaste senza interventi risolutivi).

Il caso riapre un serio problema: quello dell'applicazione della 626 nelle scuole, equiparate genericamente a "luoghi di lavoro" (quali l'azienda, il supermercato, ecc.) senza distinzione alcuna.

Si conferma in particolare che l'individuazione del dirigente scolastico quale "datore di lavoro", oltre che impropria (NON abbiamo il possesso dei "mezzi di produzione", le risorse economiche e finanziarie, il controllo/gestione della "forza lavoro" e tanto meno la proprietà delle strutture materiali ed edilizie…) è fonte di enormi rischi per la categoria. Un peso, un livello di "esposizione" assolutamente insopportabile, in queste condizioni.

Il D.Lvo 626, fondamentale strumento normativo per la protezione e la sicurezza nei luoghi di lavoro, non può risolversi nella scuola in una "spada di Damocle" per il dirigente scolastico, considerato non come figura assolutamente specifica di dirigente pubblico-"lavoratore dipendente" (anch'esso) ma alla stregua di "dirigente di impresa" e/o "datore di lavoro", appunto….

Si impone pertanto una riflessione seria ed un'azione generale per riprendere in grande stile l'iniziativa a suo tempo avviata dall' ANDIS, tendente a rivedere tale "definizione" (con le responsabilità ad essa connesse) o quantomeno ad apportarne sostanziali correttivi, contrappesi, necessarie e specifiche tutele per i dirigenti scolastici, altrimenti destinati inevitabilmente al ruolo di "capri espiatori".

Nel caso specifico, di fronte alla gravità inaudita della sentenza, riteniamo assolutamente necessario:

convocare quanto prima una riunione dell'Esecutivo provinciale e/o del Coordinamento con le Segreterie provinciali e regionali di CGIL e CISL SCUOLA (con la presenza di Ada) per definire insieme le iniziative da intraprendere e le forme di tutela sindacale

avviare una campagna di informazione e di denuncia (conferenza stampa ed altro) sull'assurdità della situazione nelle scuole della provincia di Milano (i dirigenti scolastici richiedono gli interventi necessari, segnalano le inadempienze degli enti locali proprietari degli edifici scolastici e rischiano comunque di persona, anzi vengono direttamente ritenuti colpevoli in caso di incidenti…)

a partire da questo caso "esemplare", avviare una mobilitazione di massa fra tutti i colleghi sulla questione 626 nelle scuole, i rischi per il dirigente scolastico e la necessità assoluta di strumenti di difesa, garanzia, tutela

pensare a forme di concreta solidarietà con la collega (es. richiesta di incontro con il Direttore regionale, ecc.).

Gianni Gandola - Giuseppe Melone

Milano, 6.1.2003

 

 

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