AI
DIRIGENTI SCOLASTICI DEL COORDINAMENTO CGIL-CISL
PROVINCIA DI MILANO
e,
p.c., ai Coordinatori nazionali e regionali dei
dirigenti scolastici CGIL e CISL
alle
Segreterie di CGIL e CISL scuola
all'
ANDIS
Fonte:
sito web ANDIS
626 SCUOLA: PESANTISSIMA
SENTENZA CONTRO DIRIGENTE SCOLASTICO
L'applicazione
"indiscriminata" della 626 nelle scuole
(e la relativa identificazione del dirigente
scolastico come "datore di lavoro")
comincia a produrre i suoi nefasti effetti.
La nostra collega Ada Mora è
stata condannata a 30 giorni di carcere
(sì, avete letto bene: 30 giorni di carcere…!)
in quanto ritenuta responsabile di un incidente
avvenuto ad un collaboratore scolastico
all'interno della scuola.
Il fatto risale a tre anni fa
(dicembre 1999). Ada aveva ripetutamente segnalato
al Comune di Milano (tra gli innumerevoli
interventi di manutenzione necessari richiesti) lo
stato di pericolosità di vari spazi della scuola
(materna di via Iseo), ed in particolare di alcune
griglie attigue ai locali cucina, richiedendone la
sistemazione. Un geometra del Settore Edilizia del
Comune faceva un sopralluogo tecnico ma nessun
intervento veniva effettuato, neanche la
recinzione degli spazi più a rischio con
transenne, a scopo precauzionale (probabilmente
non valutando sufficientemente grave la
situazione… fino all'incidente occorso...).
Le condizioni di quella parte
della scuola ed in particolare di una griglia
(comunque non accessibile per gli alunni), erano
note a tutto il personale della scuola, anche al
personale ausiliario, allora peraltro dipendente
del Comune di Milano e non ancora transitato nei
ruoli statali.
Un commesso passava sopra la
grata in questione con un peso, la griglia cedeva,
il commesso si faceva male e finiva all'ospedale.
Di lì partiva la denuncia da parte della Polizia
giudiziaria dell' ASL al "datore di
lavoro".
Adesso è stata notificata la
sentenza del giudice del Tribunale penale di
Milano che commina 30 giorni di galera al
dirigente scolastico (commutabili in una sanzione
pecuniaria di 1200 euro), scagionando peraltro
l'ente locale. Il dirigente scolastico, secondo la
sentenza, viene riconosciuto responsabile in
quanto non avrebbe fatto tutto il necessario per
"impedire l'incidente" (sic!).
In tutta la vicenda processuale
l'intervento dell'Avvocatura dello Stato è stato
pressoché inutile, assolutamente debole e
inefficace. Ada (che peraltro non è mai stata
sentita personalmente dal giudice) dovrà adesso
ricorrere in appello con un proprio avvocato
difensore. Non solo: una condanna penale potrebbe
avere conseguenze anche sul piano amministrativo
e/o professionale (valutazione e dintorni)…..
Si tratta, come si può vedere,
di UN EPISODIO CHE POTREBBE CAPITARE A TUTTI NOI,
IN QUALSIASI MOMENTO. Le scuole sono piene zeppe
di "situazioni di rischio" (segnalate
magari ripetutamente all'Ente locale e rimaste
senza interventi risolutivi).
Il caso riapre un serio
problema: quello dell'applicazione della 626 nelle
scuole, equiparate genericamente a "luoghi di
lavoro" (quali l'azienda, il supermercato,
ecc.) senza distinzione alcuna.
Si conferma in particolare che
l'individuazione del dirigente scolastico quale
"datore di lavoro", oltre che impropria
(NON abbiamo il possesso dei "mezzi di
produzione", le risorse economiche e
finanziarie, il controllo/gestione della
"forza lavoro" e tanto meno la proprietà
delle strutture materiali ed edilizie…) è fonte
di enormi rischi per la categoria. Un peso, un
livello di "esposizione" assolutamente
insopportabile, in queste condizioni.
Il D.Lvo 626, fondamentale
strumento normativo per la protezione e la
sicurezza nei luoghi di lavoro, non può
risolversi nella scuola in una "spada di
Damocle" per il dirigente scolastico,
considerato non come figura assolutamente specifica
di dirigente pubblico-"lavoratore
dipendente" (anch'esso) ma alla stregua
di "dirigente di impresa" e/o
"datore di lavoro", appunto….
Si impone pertanto una
riflessione seria ed un'azione generale per
riprendere in grande stile l'iniziativa a suo
tempo avviata dall' ANDIS, tendente a rivedere
tale "definizione" (con le responsabilità
ad essa connesse) o quantomeno ad apportarne
sostanziali correttivi, contrappesi, necessarie e
specifiche tutele per i dirigenti scolastici,
altrimenti destinati inevitabilmente al ruolo di
"capri espiatori".
Nel caso specifico, di fronte
alla gravità inaudita della sentenza, riteniamo
assolutamente necessario:
convocare
quanto prima una riunione dell'Esecutivo
provinciale e/o del Coordinamento con le
Segreterie provinciali e regionali di CGIL e CISL
SCUOLA (con la presenza di Ada) per
definire insieme le iniziative da intraprendere e
le forme di tutela sindacale
avviare
una campagna di informazione e di denuncia
(conferenza stampa ed altro) sull'assurdità della
situazione nelle scuole della provincia di Milano
(i dirigenti scolastici richiedono gli interventi
necessari, segnalano le inadempienze degli enti
locali proprietari degli edifici scolastici e rischiano
comunque di persona, anzi vengono direttamente
ritenuti colpevoli in caso di incidenti…)
a
partire da questo caso "esemplare",
avviare una mobilitazione di massa fra tutti
i colleghi sulla questione 626 nelle scuole,
i rischi per il dirigente scolastico e la necessità
assoluta di strumenti di difesa, garanzia, tutela
pensare
a forme di concreta solidarietà con
la collega (es. richiesta di incontro con il
Direttore regionale, ecc.).
Gianni Gandola - Giuseppe
Melone
Milano,
6.1.2003
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