Il "contratto" tra i capponi di Renzo e l'Euro

L'ANDIS sullo sciopero per il contratto

Una serena, onesta nota di chiarezza del Presidente nazionale dell'ANDIS, Armando Rossini.

Fonte: sito web ADIS – 25 settembre 2001

Non avremmo proprio voluto trovarci in questa situazione!

Anche se era prevedibile, e lo avevamo puntualmente e ripetutamente previsto.

Settembre ha portato un nuovo anno scolastico con una somma di problemi ulteriormente più pesanti; la gestione delle scuole tocca livelli di assoluta complessità; i dirigenti scolastici sono sempre più esposti e gravati di compiti e responsabilità crescenti e il futuro è tutto da individuare perché mancano, o per lo meno non sono ancora chiarissimi, gli ulteriori tracciati che dovrebbero portare il percorso delle riforme scolastiche ad un punto di agibilità e stabilità credibile.

Uno dei tracciati ancora irresponsabilmente oscuro è il contratto dei dirigenti scolastici, e qui siamo prossimi ormai ad un varco che rischia di essere davvero senza ritorno.

Non abbiamo alcuna intenzione, almeno per il momento, di ripercorrere in maniera criticamente sistematica il viatico di una vicenda che non avrebbe certamente dovuto svolgersi come invece si sta svolgendo e che invece diventa, giorno dopo giorno, sempre più incontrollabile, grottesca e pericolosa.

La lettura storica della vicenda contratto andrà fatta, e la faremo, ma con calma, con obiettività, con attenzione e soprattutto dinanzi ai risultati che saranno raggiunti.

In questi giorni stiamo assistendo alle più svariate prese di posizione con toni, contenuti, valutazioni, artifici retorici ecc., ovviamente diversificati, ma che - ci sembra - mirano ad "interpretare" i fatti più secondo taluni interessi di bottega che non della categoria rappresentata.

E la cronaca dei fatti è tale da convincerci che siamo davvero al paradosso:

·         ci sono soggetti professionali di altissimo livello - visto che una legge li riconosce dirigenti dello Stato e affida loro il compito di garantire e gestire il servizio scolastico, che dal 1° settembre 2000 esercitano tutti i compiti istituzionali previsti, con annesse tutte le responsabilità in ordine ai risultati, eppure ancora non conoscono - perché non esistono - le norme che dovranno regolare il loro rapporto di lavoro, né percepiscono - perché per loro non ancora decisa - la retribuzione che spetta ai dirigenti dello stato;

·         ci sono state promesse, sollecitate in campagna elettorale, e sempre in campagna elettorale, generosamente elargite e definite, nella consistenza e nei tempi, ma non ancora mantenute;

·         ci sono stati lanci estivi di ballon d'essai da centosessantotto miliardi… di illusioni, almeno per ora;

·         non è stato emanato, nonostante le attese e le sollecitazioni di tutte le parti, alcun nuovo atto di indirizzo che potesse consentire la riapertura del tavolo negoziale;

·         è stato finalmente dichiarato da una parte (i Confederali e lo SNALS) uno sciopero della categoria che, pur se tardivo, ci sembra assolutamente opportuno, oltre che,  da tempo, doveroso, ma lo stesso sciopero è contestato da un'altra parte (l'ANP);

·         ci sono circa diecimila dirigenti scolastici che sono stufi di questa inverosimile situazione, e che vogliono poter svolgere con serenità i compiti loro affidati, e non è possibile essere sereni se un atto rilevante quale il primo contratto di lavoro diventa una storia infinita.

La situazione è grave, e solo chi non ha contatti con i dirigenti scolastici e non comprende il loro profondo disagio, può indugiare ancora in schermaglie oratorie finalizzate alla demonizzazione di avversari veri o presunti e non al conseguimento di risultati concreti.

I capponi di Renzo, portati al sacrificio, non trovavano nulla di meglio, come strategia di difesa e di attacco, che beccarsi tra di loro.

Facciamo tesoro dei loro errori!

Non è possibile attendere oltre.

E' necessario agire e subito.

Il contratto va chiuso al più presto, ovviamente alle condizioni migliori, e quindi con l'equiparazione retributiva alla dirigenza dell'area 1, come del resto formalmente promesso da autorevoli rappresentanti dell'attuale maggioranza.

C'è però una valutazione che va fatta e che trascende anche i risultati che potranno essere raggiunti al tavolo contrattuale.

La delusione per il trattamento tuttora subito e le esasperazioni causate dalla evidente e forte conflittualità tra i soggetti sindacali che rappresentano i dirigenti scolastici, stanno creando pericolose e non tutte decifrabili frammentazioni nella categoria che appare stanca, frastornata e visceralmente "aggressiva" verso tutto e verso tutti.

Temiamo, e i segnali ci sono, che la situazione possa ulteriormente degenerare verso logiche di tipo anarcoide e di isolamento da sfiducia, sia verso il sistema, sia verso le organizzazioni sindacalmente rappresentative.

La riapertura della trattativa (perché vogliamo sperare che riapertura ci sia) ma soprattutto la sua conclusione (perché vogliamo sperare che la trattativa si riapra per concludersi) potrebbe addirittura complicare la situazione.

Nel maggio u.s. la discussione si interruppe con una sostanziale concordanza sulla parte normativa e con una netta divaricazione sulla parte economica che prevedeva, come a tutti noto, una disponibilità di 200 mld. lordi fissati in finanziaria, altre somme di non rilevantissima entità ricavabili da recuperi vari, ulteriori 40 mld. da decidere per quanto riguardava la loro utilizzazione e destinazione, un impegno del precedente Governo ad equiparare il trattamento economico dei dirigenti scolastici a quello dell'area 1.

Il nuovo atto di indirizzo, necessario per la ripresa del confronto, potrebbe consegnare al tavolo contrattuale, risorse decisamente più consistenti (ma al momento non ci sono segnali in tal senso) oppure lasciare le risorse esistenti con qualche interpretazione più puntuale sui quaranta miliardi e qualche ulteriore piccola "raschiatura di barile".

Entrambi gli scenari ipotizzati potrebbero inasprire ancora di più il clima se "i capponi" dovessero riprendere a beccarsi con maggiore intensità, senza alzare gli occhi e capire che le loro beccate andrebbero forse rivolte altrove.

Certo con risorse consistenti le cose potrebbero appianarsi meglio e più celermente.

Se comunque le cospicue risorse promesse non dovessero esserci… che fare?

Ulteriori attese non crediamo possano essere ancora tollerate.

Dobbiamo pretendere, allora, come prima cosa, magari anche attraverso un passaggio forte di protesta quale può essere lo sciopero, di "correre il rischio" della riapertura della contrattazione e pretendere con uguale forza che vengano mantenute le promesse fatte in campagna elettorale

Teniamo presente però che, pur con tutte le valutazioni politiche che dovranno essere fatte, l'ottimo può essere talora il peggior nemico del bene e che le storie infinite stancano e demotivano.

C'è una vicenda contrattuale (2000/2001) da chiudere e un'altra (2002/2005) da avviare… fino a quando vogliamo restare fermi nel limbo dell'attuale situazione?

I colleghi, lo ripeto sino all'esaurimento, sono stanchi e arrabbiati e ciò non aiuta né lo spirito professionale, né - e ciò è quello che maggiormente conta - la scuola.

Sono certo che alla stragrande maggioranza dei colleghi piacerebbe poter contare in Lire e non in Euro aumenti e arretrati… e questo non perché i dirigenti scolastici sono contro l'Europa… anzi, ma perché significherebbe che il contratto è stato finalmente siglato (e auspichiamo bene) prima del 31 dicembre 2001.

Armando Rossini