Associazione
Nazionale Dirigenti Scolastici
COMUNICATO
STAMPA
Fonte:
sito web Andis - 23 gennaio 2003
Stamattina
alle ore 11, presso l’Istituto "G.
Tagliacarte", in via Appia Pignatelli a Roma,
ha avuto luogo la Conferenza stampa, con
successivo dibattito, per la presentazione del
CODICE ETICO del Dirigente scolastico, da parte
dell’A.N.DI.S.
Erano
presenti vari giornalisti, rappresentanti della
stampa specialistica, delle Associazioni
professionali dei docenti e delle Organizzazioni
sindacali, nonché membri del Direttivo e del
Consiglio nazionali dell’A.N.DI.S. convenuti da
tutte le parti d’Italia.
In
un’epoca in cui sembra venir meno il senso della
cittadinanza, come educazione all’etica
pubblica, è sembrato quasi rivoluzionario che
l’A.N.DI.S. presentasse, con molta convinzione e
coraggio, il suo progetto di garanzia e tutela, da
parte del Dirigente scolastico, della diffusione,
tra le giovani generazioni, di un’educazione al bene
comune, intesa come solidarietà tra
diseguali, salvaguardia delle risorse del pianeta,
delle pari opportunità, della costruzione di un
Futuro auspicabile per tutti, al posto di un
futuro probabile.
Questa
educazione alla cittadinanza democratica
nasce come necessità di far fronte al deficit di
etica pubblica dilagante, alle scelte continue a
tutti i livelli per il proprio tornaconto
personale, all’indifferenza diffusa, al rischio
del consolidarsi della sudditanza, nemica della
libertà di pensiero e di parola.
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Allegato
il codice etico
Codice
etico dei dirigenti scolastici delle scuole
autonome.
Premessa
L’A.N.DI.S.
(Associazione Nazionale Dirigenti Scolastici), in
coerenza con la propria specificità associativa,
con la cultura e l’impegno civile che la
contraddistinguono, ha promosso un’ampia
riflessione sull’etica pubblica ed ha elaborato
il Codice Etico del Dirigente Scolastico.
L’A.N.DI.S.
nasce, infatti, da una forte istanza etica,
politica e culturale di ridefinizione del ruolo
del dirigente scolastico cui spetta la
responsabilità della scuola come principale e
specifica agenzia pubblica formativa statale.
Nei
suoi quindici anni di attività l’A.N.DI.S. si
è legittimata, inoltre, come soggetto
partecipativo, impegnato nel conseguimento
dell’autonomia e della dirigenza, per realizzare
una nuova idea di scuola, più aderente ai bisogni
dei soggetti e promuovere un rinnovato assetto
"deontologico" della funzione dirigente.
La
storia dell’A.N.DI.S., evitando spinte
corporative, ha interpretato un ruolo
politico-culturale profondamente radicato
nell’etica pubblica, considerata come valore
orientativo dell’azione dirigenziale.
Su
questo piano l’ A.N.DI.S. profonde un impegno
che va oltre l’etica delle figure dirigenziali
nei settori pubblici, in quanto il dirigente
scolastico è preposto ad una istituzione che, per
dettato esplicito della legge, deve formare le
giovani generazioni alla cittadinanza responsabile
e solidale.
L’idea
di scuola
La
necessità di un codice è fortemente avvertita
tra i dirigenti scolastici.
La
dirigenza è, infatti, fondamentale elemento di
sostegno dell’autonomia intesa non solo come
attribuzione di poteri alle amministrazioni
periferiche, comprese le singole istituzioni
scolastiche, ma anche come valorizzazione di spazi
di erogazione diretta e partecipata dei servizi,
in risposta ai bisogni e alle aspettative dei
cittadini e a garanzia della soddisfazione dei
relativi diritti.
In
tale prospettiva al dirigente scolastico è
affidata la funzione di garantire la centralità
dei soggetti studenti, il diritto al rispetto e
alla valorizzazione della loro identità, compresa
quella di genere, il diritto all’educazione e
all’istruzione, offerte sempre e comunque ai più
alti livelli.
La
particolare natura del servizio scolastico impone
al dirigente l’assunzione piena e responsabile
della leadership educativa affinché l’azione
formativa della scuola, in tutti i suoi aspetti e
momenti, sia pedagogicamente orientata verso i
fini istituzionali.
Le
giovani generazioni debbono essere incoraggiate ad
esplorare in modo più rigoroso le speranze per il
"futuro", sia verso la società sia
verso il pianeta.
Lo
spazio e il tempo costituiscono le due maggiori
coordinate dell'esistenza umana.
Per
quanto attiene lo spazio, la scuola deve porre
l'accento sul bisogno degli alunni di
esplorare il rapporto globale/locale (glocal)
e il concetto chiave di interdipendenza.
Per
poter interpretare qualsiasi evento, il contesto
mondiale diventa oggi ineludibile.
Per
quanto attiene il tempo, nei curricoli c'è uno
squilibrio a favore del passato (storia) e del
presente.
Poca
attenzione viene ivolta al futuro o alla
riflessione "critica" sulle conseguenze
delle azioni presenti che si riverberano nel
futuro.
L'etica
della responsabilità implica, invece, come sia
importante includere la visione del futuro, di un
futuro auspicabile versus un futuro
probabile, nel progetto della scuola.
L’educazione
va orientata soprattutto al futuro per quanto
riguarda l’uso della cittadinanza attiva, la
salute del pianeta, la visione di un mondo
migliore per tutti, le pari opportunità.
In
questa ottica assume valore il senso della
co-evoluzione di tutti i soggetti che fanno parte
dell’istituzione scolastica autonoma e degli
altri partner del territorio.
La
scuola è la prima istituzione che ogni soggetto
incontra: ha la responsabilità di trasmettere
attraverso "comportamenti esemplari" i
principi riferiti all’etica pubblica come il
perseguimento del bene comune, essenziale per
costruire il senso di cittadinanza.
Avere
il senso del bene comune significa temperare il
criterio della convenienza individuale e
rinunciare a qualcosa per la costruzione
dell’interesse della collettività.
Il
dirigente scolastico dovrà farsi promotore e
conduttore di riflessioni critiche tendenti a
dotare la comunità scolastica di una forte
progettualità formativa che comprenda la
rappresentazione del futuro.
Il
tessuto democratico si costruisce sul confronto di
posizioni diverse e sulle relazioni operative con
tutte le espressioni del territorio.
In
questa prospettiva la scuola si pone come una
risorsa culturale del territorio, promuovendone il
pieno sviluppo.
Sarà
suo compito, quindi, diffondere l’etica
della "cura" come esercizio
di responsabilità verso sé,
l’altro, l’ambiente.
Sarà
fondamentale anche veicolare i principi dell’autovalutazione,
intesa come autoregolazione, in funzione del
miglioramento del progetto formativo
e della sua realizzazione
autentica.
Questa
cultura dell’autovalutazione dovrebbe
permeare anche il corpo
docente.
Emerge
il bisogno di elaborazione e costruzione di una
identità professionale che per la sua peculiarità
e urgenza non può essere demandata a soggetti
altri e/o a tempi indefiniti.
Il
"codice", pertanto, rappresenta il primo
e fondamentale nucleo intorno al quale va
elaborata l’identità della dirigenza
scolastica, il cui spessore valoriale,
interiorizzato dalla categoria, deve esprimersi
nei singoli comportamenti professionali.
Titolo
1
L’azione
dirigenziale nella scuola
Principi
generali
1.
Il dirigente scolastico - all’interno
dell’istituzione a lui affidata - è, e deve
sentirsi, il primo garante del diritto del
cittadino studente al rispetto della sua persona
insieme al diritto alla prestazione educativa e
formativa più elevata possibile, sempre adeguata
ai bisogni di ciascuno.
2.
Il dirigente scolastico crea e rispetta le
condizioni di espressione della libertà
d’insegnamento sia nella dimensione individuale
che collettiva, consapevole che il vero
"titolare" del diritto ad un
insegnamento libero da condizionamenti culturali,
politici e ideologici è lo studente.
3.
Il dirigente scolastico, allo scopo di promuovere
il successo formativo per tutti, sollecita,
attraverso la libertà di ricerca e di
sperimentazione, l’arricchimento delle strategie
metodologiche, didattiche e organizzative per
rendere diversificato e individualizzato
l’insegnamento.
4.
Il dirigente scolastico valorizza tutte le energie
reali e potenziali che il territorio può
esprimere affinché tra scuola, amministrazioni
locali, organizzazioni sociali, culturali e
politiche e mondo del lavoro possa realizzarsi,
nel reciproco interesse, la più solida e
produttiva interazione e collaborazione.
5.
Il dirigente scolastico, come responsabile della
gestione unitaria dell’istituzione scolastica,
promuove tutti quei processi di condivisione di
valori e di comportamenti professionali, delle
risorse umane assegnate, valorizzandole e
organizzandole in modo da garantire la qualità
del servizio pubblico.
6.
Il dirigente scolastico ottimizza l’impiego dei
mezzi, delle dotazioni e delle risorse materiali a
disposizione della scuola affinché siano
impiegati perseguendo obiettivi di efficienza, di
efficacia e di equità del servizio.
7.
Il dirigente scolastico rispetta le scelte
educative assunte nell’ambito della famiglia ma
- in quanto responsabile di una istituzione
pubblica, e quindi luogo di riflessione aperta e
pluralista, attenta al confronto - non privilegia
nessun punto di vista o gruppo sociale a scapito
di altri.
8.
Il dirigente scolastico cura la propria
professionalità, conserva e accresce con
l’aggiornamento, la formazione e la riflessione
sulle esperienze - sia individualmente che con i
colleghi - il patrimonio professionale proprio e
di tutta la categoria.
9.
Il dirigente scolastico esercita
in piena autonomia i poteri
di gestione e di attuazione
tutelando il servizio e
l’istituzione al di là
delle proprie opinioni politiche,
religiose o sindacali che
possano comportare violazioni
al principio di imparzialità
e di laicità.
10.
Il dirigente scolastico, in quanto dirigente
pubblico, garantisce che la propria azione sia
caratterizzata dai principi che sono a fondamento
della Pubblica Amministrazione.
Si
impegna particolarmente:
a
– a rispettare fedelmente la Costituzione
intesa come carta dei diritti fondamentali e atto
di civile convivenza e di reciproca cooperazione
tra i cittadini, sottolineando come sia
fondamentale assumere il principio
dell’uguaglianza "sostanziale"
e non solo formale (art.
3) anche all’interno della
scuola, rifiutando quelle forme
di discriminazione, più o
meno implicite, che legittimano
la "disuguaglianza";
b
– ad agire nell’esclusivo interesse pubblico;
c
– a sostenere l’esercizio dei diritti dei
cittadini utenti - inteso come impegno a fornire
in modo chiaro informazioni utili alla fruizione
di tali diritti - e a semplificare le procedure
rendendo effettivo il legittimo accesso;
d
– a tutelare la riservatezza, intesa come
impegno a garantire il riserbo assoluto nei
confronti dell’acquisizione dei dati sensibili e
non, riguardanti gli utenti, per quanto
attiene ai propri comportamenti e a quelli dei
propri dipendenti;
e
– a promuovere la "partecipazione
attiva" dei cittadini al processo decisionale
e alla vita democratica, intesa come contributo
alla corretta gestione politica e amministrativa
del Paese e del Territorio;
f
- a favorire la libera
espressione delle opinioni e
la loro rappresentanza legittima
e il funzionamento degli
organi di gestione e partecipazione;
g
– a rendere conto con sollecitudine e
trasparenza di tutte le operazioni che permettono
la verifica della coerenza tra le proprie azioni e
gli obiettivi per i quali egli opera
(corrispondenza fra il dichiarato e l’agito);
h
– a salvaguardare la reputazione e l’immagine
dell’Amministrazione, per accrescere la fiducia
nello Stato e nella Pubblica Amministrazione,
presupposti indispensabili per promuovere e
diffondere l’etica pubblica.
TITOLO
2
L’azione
dirigenziale nella scuola
Principi
specifici nei rapporti interni ed esterni
1.
Il dirigente scolastico instaura con gli studenti,
le loro famiglie e con tutto il personale della
scuola, rapporti leali e corretti, dà
informazioni tempestive, affronta e gestisce i
conflitti, crea le condizioni migliori per
l’esercizio dei rispettivi diritti, assume
decisioni imparziali e trasparenti e garantisce la
riservatezza. Svolge il proprio
ruolo con pieno rispetto
di quello altrui, agisce
riconoscendo la dignità delle
funzioni degli altri operatori,
assicura loro le condizioni
per esplicarle al meglio
e ne valorizza le professionalità,
anche promuovendo e facilitando
la formazione e l’aggiornamento.
2.
Il dirigente scolastico pone attenzione a ciò che
si verifica nell'ambito dell'istituzione a lui
affidata in modo da poterne assumere la
responsabilità e spiegarne le ragioni. Esamina
tempestivamente le osservazioni, le proposte e gli
eventuali reclami provenienti dagli utenti
vagliandone la congruenza ed assumendo i
provvedimenti necessari a migliorare il servizio
3.
Il dirigente scolastico offre una costante
disponibilità all'ascolto nei confronti di
operatori, famiglie e studenti. Cura con
particolare attenzione, e si adopera in tal senso,
affinché all'interno della scuola e
dell’ufficio regni un clima positivo di serenità
e di reciproca collaborazione.
4.
Il dirigente scolastico assicura alle formazioni
sociali e ai gruppi portatori di interessi
l’esercizio dei diritti e delle facoltà
riconosciute dalla normativa, senza
discriminazione alcuna.
5.
Il dirigente scolastico opera, in piena autonomia,
indipendenza ed imparzialità - mediante contratti
- nei confronti delle imprese e delle
organizzazioni economiche destinatarie o
fornitrici di beni e servizi.
6.
Il dirigente scolastico svolge la propria attività
con l’impegno necessario al raggiungimento dei
risultati attesi; fornisce, nell’ambito
della propria autonomia professionale, corretti e
trasparenti elementi all’Amministrazione
Regionale e Centrale, anche per evidenziare
eventuali carenze e inadeguatezze che a suo avviso
potrebbero compromettere la qualità del servizio
scolastico.
7.
Il dirigente scolastico promuove ogni forma di
collaborazione, accordo e integrazione con le
altre amministrazioni pubbliche, allo scopo di
concorrere al buon funzionamento di tutta la
pubblica amministrazione e al raggiungimento del
miglior risultato possibile
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