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Sito telematico dedicato all'informazione, al confronto, al dibattito sui problemi connessi con il CONTRATTO DEI DIRIGENTI SCOLASTICI – a cura del D.S. Paolo Quintavalla  in servizio presso la Direzione Didattica 3° Circolo di Parma - In Rete dal maggio 2000 –

 

 

 

 

NEWS 

 

 

Resoconto del Seminario sulla sicurezza a Milano

 

Fonte: sito web ANDIS - 15 febbraio  2003  

La coordinatrice regionale ANDIS Lombardia, Rosy Prudente, ci ha inviato un breve resoconto del seminario svoltosi a Milano sull'applicazione del 626\94. La nota contiene spunti utili per tutti al fine di attivarsi presso le Direzioni regionali coinvolgendole nel delicato processo di tutela del dirigente scolastico.

"I dirigenti scolastici e il D. L.vo n.626/1994: quali responsabilità"

Resoconto di un seminario milanese

Grazie all'A.N.DI.S., sezione provinciale di Milano, che ha saputo coinvolgere nell'iniziativa tutte le sigle sindacali, il 10 febbraio 2003 si è svolto - nel capoluogo lombardo - un seminario di approfondimento sui vari aspetti di responsabilità che investono la categoria sul fronte della tutela della sicurezza negli edifici scolastici.

Il tema, sempre di scottante attualità, ha stimolato la partecipazione di una folta rappresentanza di dirigenti scolastici, provenienti dalle varie province della regione e dalle regioni limitrofe.

Il programma antimeridiano ha visto intervenire gli avvocati Laura Paolucci e Giuseppe Pennisi.

Si fornisce una sintesi delle due relazioni con la sola ambizione della chiarezza espositiva, allo scopo di offrire concreti spunti di riflessione anche a coloro che non hanno avuto l'opportunità di ascoltarle. 

La dott.ssa Paolucci, che da tempo collabora con l'A.N.DI.S. elargendo il prezioso contributo di un'appassionata competenza, si è soffermata sugli aspetti organizzativi della sicurezza.

I problemi connessi alla "questione sicurezza" sono riconducibili da un lato ad una cattiva conoscenza della normativa, peraltro facilmente rimediabile, dall'altro ad una cattiva applicazione della norma, aggravata da assenza di disponibilità economica, aspetto meno facilmente rimediabile.

La contestazione dell'attributo di "datore di lavoro" che vede ancora parecchi ricorsi pendenti al T.A.R., peraltro tutti riferiti al periodo antecedente l'attribuzione della qualifica dirigenziale ai capi d'istituto, trova un supporto nella rigida definizione derivante dalla direttiva comunitaria: soggetto che ha poteri di gestione di spesa.

La sicurezza è un processo continuo e comporta un approccio globale. La maggior parte dei compiti previsti è delegabile, fatta eccezione per quelli elencati dall'art.4 del D. L.vo n.626/94. Occorre cercare di gestire le deleghe in termini di efficacia.

Il punto di partenza è costituito dal piano di valutazione dei rischi. Il vero tecnico della situazione è il Responsabile del servizio di prevenzione e protezione, sebbene - in spregio alle direttive comunitarie - la normativa nazionale non preveda il possesso di specifiche competenze per questa figura chiave. Presto uscirà un decreto che rimedierà all'omissione; ciò comporterà il ricorso all'esternalizzazione del servizio.

Poiché tutto parte dal RSPP, occorre investire su questa figura, sollecitando appositi finanziamenti da parte del MIUR.

Trovato il soggetto competente, sarà possibile elaborare un vero e proprio piano di valutazione dei rischi. Già in fase di attribuzione dell'incarico, ossia in fase contrattuale, il dirigente scolastico potrà porre delle regole, stabilire responsabilità, ottenere garanzie.

Un altro compito del RSPP, fino ad oggi poco e mal applicato in Italia, è quello di tenere conto dei rischi non normati (es. mobbing).   

Dopo aver ottenuto il documento di rilevazione dei rischi sarà possibile fare richieste formali agli enti locali.  

Gli interventi cautelari gravano comunque sul dirigente scolastico, ossia su chi è "in situazione".

Nel penale funziona il gioco dello scarica barile. Occorre prestare attenzione alle deleghe nell'ambito dell'organizzazione scolastica.

E' necessario scindere la responsabilità del dirigente da quella del preposto (sono preposti, ad esempio, il responsabile di plesso, l'addetto ai laboratori o alla biblioteca,…). E' opportuno che vi siano atti formali di attribuzione d'incarico con relative responsabilità.

L'ASL e i VV.FF. effettuano controlli senza l'obbligo di comunicarlo al dirigente scolastico. Soprattutto in presenza di plessi esterni, è auspicabile avere un referente che gestisca queste situazioni, che aiuti e informi l'organo accertatore, per evitare che il dirigente diventi destinatario della denuncia penale.

Le associazioni di categoria rispetto al problema sicurezza possono svolgere un ruolo significativo sia per la richiesta di fondi, sia per evidenziare la specificità delle istituzioni scolastiche.

Un utile coinvolgimento potrebbe essere quello degli Uffici Scolastici Regionali; alcune realtà territoriali si stanno muovendo in tal senso.

L'intervento dell'avvocato Pennisi ha approfondito gli aspetti connessi alla responsabilità.

Un primo elemento di responsabilità per il dirigente scolastico è rappresentato dalla scelta del RSPP, del quale si devono accertare le competenze tecniche.

Occorre scindere due aspetti: 

a) la pura prevenzione (D.L.vo n.626/94)

b) le situazioni di pericolo (DPRn.547/55).

La norma è finalizzata a prevenire, per poterlo fare è necessario accertare le situazioni di rischio per poi attivare l'informazione al proprietario in merito agli interventi necessari, evitando le indicazioni generiche.

Un altro problema che si ripropone annualmente è quello della formazione dei lavoratori, per questo è opportuno che si costituiscano reti di scuole.

I sopralluoghi da parte dell'ASL o dei VV.FF. avvengono o per segnalazione da parte di utenti o ad infortunio/evento dannoso avvenuto.

L'organo di controllo viene per accertare, quindi prescinde da quanto il referente può dire. C'è un aspetto patologico nel comportamento degli accertatori: puntano a trovare la violazione della norma.

La sola individuazione del pericolo non esime dall'intervenire nella situazione. C'è l'obbligo della tutela immediata, occorre perciò adottare accorgimenti che limitino il pericolo (ad es. la disattivazione di un'aula, di un ambiente), questo è compito e responsabilità del dirigente scolastico.   

Occorre chiarire che nessuna polizza assicurativa - per disposizione di legge - può coprire violazioni di carattere amministrativo/penale per mancato rispetto degli adempimenti.

Ricevuto il verbale di sopralluogo dell'organo di controllo, in caso di violazioni riguardanti la struttura e gli impianti, va mandato all'ente locale con invito a provvedere entro i termini della prescrizione. Spesso si tratta di termini incongrui, perché troppo brevi.

Occorre scindere la responsabilità civile in relazione allo specifico infortunio (per questa è prevista la copertura assicurativa) dalla responsabilità penale.

Il verbale deve essere comunque trasmesso all'autorità giudiziaria. Il procedimento non viene attivato fino a quando non è scaduto il termine per la prescrizione dell'intervento. Se non è possibile l'oblazione, che fa decadere il procedimento, si va in giudizio.

Agli interventi è seguito un acceso dibattito che ha evidenziato le preoccupazioni e i problemi che la categoria deve quotidianamente affrontare. Le repliche dei relatori hanno sottolineato la possibile delega di responsabilità (preposti, DSGA come preposto per il personale ATA), oltre alla potestà sanzionatoria nei confronti dei lavoratori che non si attengono alle norme impartite per la sicurezza, denuncia alla Procura della Repubblica compresa.

I lavori del pomeriggio sono stati introdotti dal Vicepresidente nazionale A.N.DI.S., Nicola Casaburi, ed hanno visto protagonisti i rappresentanti della UIL Scuola (Patriarca), della CGIL (Catalano), della CISL (Guglietti) e dell'ANP (Petrolino).

Quale contributo d'avvio alla tavola rotonda, Casaburi ha proposto il tema dell'identità di un'associazione professionale rispetto al sindacato, individuando la distinzione nel perseguimento di una tutela diretta del dirigente scolastico come dipendente dell'Amministrazione (sindacato) e in quello di una tutela indiretta, ossia d'immagine e di ruolo, della categoria (associazione).

Rispetto all'applicazione delle norme sulla sicurezza l'associazione professionale può portare all'Amministrazione specifici problemi (es. segnalare lo stato di tensione dei dirigenti scolastici connesso all'accumulo di responsabilità derivanti dalla individuazione quali datori di lavoro).

Al di là delle sigle, gli interventi dei sindacalisti si sono concentrati su obiettivi condivisi: costruire una rete di protezione del dirigente scolastico sviluppando una cultura della sicurezza in tutto il Paese; risolvere il problema della polizza assicurativa dei dirigenti scolastici, prevista dal contratto e bloccata alla Corte dei conti; istituire tavoli di approfondimento, avviando intese a livello regionale (esempi del Piemonte e dell'Emilia Romagna); rendere le scuole sicure anche per i dirigenti scolastici in quanto lavoratori.

Rosy Prudente

 

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