Accordo quadro 17 maggio 2000

... E L'AREA FU


editoriale di Giorgio Rembado

(Fonte: sito www.anp.it)

Pubblichiamo in anteprima l'editoriale di Giorgio Rembado che comparirà sul numero 4, 5 e 6 di A&D Autonomia e dirigenza ora in tipografia. L'intervento del presidente risponde ai dubbi che provengono dai colleghi che hanno nei giorni scorsi sottoscritto documenti nell'ambito dei corsi di formazione o, come a Bologna, a seguito di riunioni provinciali di presidi e direttori.

… E L'AREA FU

di Giorgio Rembado

A conclusione di una trattativa rapida nella fase negoziale, ma successiva ad un lungo e faticoso travaglio nella interpretazione della normativa di riferimento e nel confronto interno al mondo sindacale, si è definita la collocazione dell'area relativa alla dirigenza delle scuole all'interno delle aree dirigenziali già determinate con apposito accordo quadro del 25 novembre 1998. La scelta delle parti si è orientata per la costituzione di una "quinta area autonoma", che si aggiunge alle precedenti quattro, comprendenti i dirigenti degli altri comparti del pubblico impiego.

La nuova area, come le altre, è caratterizzata dall'avere un contratto separato rispetto a quello del personale del comparto scuola, con tutto quello che ne consegue in termini di determinazione di un autonomo atto di indirizzo da parte del Governo, di individuazione di un apposito "budget", di rappresentanza delle organizzazioni sindacali rappresentative dell'area. Si configura pertanto come una contrattazione di area a pieno titolo, a riconoscimento della tipicità dirigenziale dei capi di istituto coll'entrata a regime dell'autonomia delle scuole.

Con questo accordo ci auguriamo possano venir definitivamente archiviate "le guerre di religione" che hanno contrassegnato l'intero percorso dell'approvazione della legge sulla dirigenza prima e di tutti i provvedimenti attuativi subito dopo, per poter concentrare finalmente gli sforzi nella costruzione di un primo contratto della dirigenza che affronti i veri nodi della disciplina pattizia, da quello della definizione degli istituti normativi a quello del trattamento retributivo.

Quella della "quinta area" era una delle opzioni ipotizzate dall'Associazione fin dai primi confronti in materia e la soddisfazione di veder coronato uno dei nostri traguardi non ci fa dimenticare che le nostre preferenze andavano verso la "prima area", comprendente i dirigenti dei comparti dei ministeri, degli enti pubblici non economici, delle aziende ed amministrazioni dello Stato anche ad ordinamento autonomo, delle istituzioni ed enti di ricerca e delle università. Ciò non tanto per quello che sostiene una "vulgata" intenzionalmente distorsiva della verità circa l'obiettivo, a noi caparbiamente attribuito nonostante le nostre numerose smentite, di voler assimilare la dirigenza delle scuole alla dirigenza amministrativa. Lasciamo ai nostri avversari a corto di idee, anche sul piano polemico, di volersi rappresentare la realtà secondo i loro schemi precostituiti. I motivi della nostra preferenza erano di altro tipo e si riferivano per esempio ad una più agile disciplina in tema di mobilità, come pure all'opportunità di superare definitivamente il problema della collocazione del contratto degli ispettori tecnici - quelli davvero assimilati alla dirigenza amministrativa - essendo rimasto in tal modo il loro contratto all'interno di quello dei ministeriali. Ma tant'è; è chiaro, ed è sicuramente superfluo ripeterlo, ogni accordo discende da una mediazione politica, perché tutti i soggetti (in questo caso CGIL, CISL, UIL e CIDA) debbono ritrovarsi su di un testo che non riproduce la posizione di partenza di nessuno ed in cui tutti possano almeno in parte riconoscersi.

Quest'ultima, insieme al condizionamento discendente dalla legge istitutiva della nostra dirigenza, è la ragione che ha fatto inserire nel testo dell'accordo il riferimento al comparto scuola. Ciò che importa, comunque, è la sostanza del problema che sta, è bene ribadirlo, nella separatezza dei contratti e nella diversità dei soggetti trattanti. Ed ancor più interessa che con la firma dell'accordo sia stato rimosso l'ostacolo che impediva l'apertura della contrattazione vera e propria, rispetto alla quale la collocazione dell'area fra le altre dirigenziali rappresentava un passaggio obbligato.

Ora il problema vero resta quello delle risorse, che il Governo dovrà individuare per consentire alle parti di avere concreta materia negoziale da discutere.

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