Tassa sui rifiuti solidi urbani


Scadenze legge 626


Iniziative Anp - 5 dicembre 2000

Comunicati ANP dal sito www.anp.it

Il panorama degli impegni professionali della categoria si va facendo denso di impegni a misura che ci si avvicina alle tradizionali scadenze di fine esercizio finanziario, rese quest'anno ancora più impegnative dal processo di dimensionamento e dalla condizione di esercizio provvisorio in cui si trovano molti bilanci.

Agli impegni consueti se ne sono però aggiunti altri, legati in qualche modo a patologie di sistema, anziché al suo ordinario funzionamento: ed in particolare due. Si tratta della questione "tassa sui rifiuti solidi urbani" e delle scadenze previste dalla legge 626.

Nel primo caso, si assiste ad un paradossale balletto di competenze fra gli Enti locali (che rifiutano di riconoscere la validità di una circolare del Ministero dell'Interno, concordata con quello della Pubblica Istruzione), e le istituzioni scolastiche che non hanno fondi in bilancio per pagare la relativa imposta. In qualche caso si è arrivati al paradosso di comuni che hanno fatto pignorare gli arredi scolastici, che sono di loro proprietà! L'Anp, con una lettera che qui riproduciamo, ha preso posizione in merito, sollecitando i due ministeri interessati a coordinarsi fra loro ed a ricondurre le rispettive articolazioni a comportamenti coerenti con l'esigenza dell'ordinato funzionamento del servizio scolastico.

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Roma, 4 novembre 2000

Al Signor Ministro della Pubblica Istruzione

Al Signor Ministro dell'Interno

LORO SEDI





Oggetto: tassa di rimozione rifiuti solidi urbani. Richiesta di coordinamento.

E' certamente noto alle SS.LL. che, con distinte circolari - entrambe emanate nel gennaio 1999 - codesti Ministeri impartirono disposizioni alle strutture rispettivamente subordinate affinché la tassa per la rimozione dei rifiuti solidi urbani prodotti dalle scuole gravasse sul bilancio degli enti locali anziché su quello delle istituzioni scolastiche stesse.

E' noto del pari che il Comune di Brescia, ritenendo tale onere non dovuto, ha promosso azione giudiziaria, ottenendo una pronuncia favorevole della Corte di Cassazione. Tale pronuncia, per quanto autorevole, ha per il momento efficacia esecutiva solo per il caso in cui è stata resa.

Malgrado ciò, numerosi enti locali si sono mossi e si stanno muovendo autonomamente, nel senso di iscrivere direttamente a ruolo l'imposta, ponendola a carico delle scuole: le quali, d'altro canto, non hanno in bilancio i fondi per provvedere. Quand'anche li avessero, sarebbero bloccate dal decreto ministeriale sul controllo dei flussi di cassa, che impedisce loro di far lievitare i pagamenti rispetto al passato. E, in ogni caso, si tratterebbe di una distrazione di fondi dall'uso per il quale sono stati assegnati, visto che le istruzioni ricevute dall'amministrazione di appartenenza indicano tale onere come non dovuto.

In tale intreccio di comportamenti non coordinati, si verificano anche fatti paradossali: il comune di Caltanissetta - tramite la propria concessionaria del servizio di riscossione tributi - ha fatto pignorare gli arredi di una scuola media del capoluogo; arredi che sono di proprietà del comune stesso. Il dirigente scolastico è stato nominato "custode giudiziario": con il risultato che, se un banco si rompe o una sedia sparisce, ne risponderà penalmente di fronte alla legge. La scuola in questione - per memoria - riceve complessivamente dodici milioni di lire l'anno per il proprio funzionamento ed è stata iscritta a ruolo per quattordici milioni.

Episodi come questo sono tutt'altro che isolati: e non giovano certo né all'ordinato funzionamento delle scuole né al prestigio delle istituzioni pubbliche tutte. Un conflitto di competenze fra amministrazioni dello Stato va risolto nelle sedi istituzionali e non lasciato marcire nelle sedi periferiche, con discredito e disfunzioni generalizzati.

E' per tali motivi che questa Associazione - rappresentativa della maggioranza dei dirigenti delle scuole - si rivolge alle SS.LL. perché vogliano provvedere a coordinare i comportamenti delle amministrazioni di rispettiva competenza. E, se sarà ritenuto che l'orientamento espresso dalla Magistratura va generalizzato, si provveda ad assegnare alle istituzioni scolastiche i fondi necessari a sostenere la spesa. Quel che non può evidentemente accadere è che si continui a far finta di niente, lasciando le scuole a fronteggiare pignoramenti ed azioni esecutive cui non possono far fronte perché impaniate nella mancanza dei fondi e nel regime vincolato che presiede al loro utilizzo.


Distinti saluti.

Giorgio Rembado
Presidente nazionale Anp

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Nel secondo caso, l'Anp chiede un breve rinvio - circa sei mesi - per la scadenza degli adempimenti previsti dalla legge 626, attualmente fissata al 31 dicembre. La politica del rinvio non è parte del nostro costume: ma, nel caso specifico, il panorama edilizio delle scuole è profondamente mutato - solo quattro mesi fa - per effetto del dimensionamento. Parallelamente, molti dirigenti hanno mutato sede e si trovano a far fronte ad innumerevoli problemi, inclusi quelli dell'esercizio provvisorio di bilancio e dei limiti ai flussi di cassa. Un breve rinvio tecnico si impone - in queste condizioni - come doveroso. In questo senso, è stata inviata una lettera ai Ministeri della Pubblica Istruzione, del Lavoro e della Sanità, che hanno competenze in merito.

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