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Il primo salto


Il mio primo salto

Il Bungee Center di Paderno, presso il ponte S. Michele, fu inaugurato il 30 aprile 1994 ma già qualche tempo prima si potevano trovare sui giornali locali dei trafiletti sull'argomento. Fu uno di questi articoletti letti casualmente sui banchi universitari che accese in me e nel mio amico Alberto la curiosità e il desiderio di provare una simile esperienza. Detto fatto, il giorno dell'inaugurazione andammo sul posto ad informarci, ma purtroppo era già tutto esaurito. Anche per il giorno successivo c'erano pochissime speranze. Rassegnati, tornammo a casa e decidemmo di organizzare per il sabato seguente (il 7 maggio 1994). Per non farci "rubare il posto" da nessuno il giorno stabilito di buon'ora andammo ad acquistare i biglietti con l'intento di tornare poi a saltare nel pomeriggio, quando sarebbero venuti i nostri amici ad assistere. Inutile dire che per l'emozione a pranzo quel dì ebbi qualche difficoltà a mangiare qualcosa, visto che la bocca dello stomaco era già chiusa dalla tensione. Finalmente giunse l'ora e accompagnati da due "supporter" (muniti anche di cinepresa) ci recammo alla tenda del bungee. Dovemmo aspettare ancora parecchio tempo, perché la gente in fila era molta e gli indaffaratissimi membri del team faticavano non poco a tenere a bada tutti quanti. Finalmente si trovarono le imbracature e i moschettoni di sicurezza e, dopo la preparazione, ancora una piccola attesa, spesa scherzando un po' con tutti, anche per nascondere la tensione ormai alta. Finalmente cominciamo a salire sul ponte, dapprima sulla ripidissima scalinata in pietra che porta alla base dell'arco, quindi camminando sull'arco stesso sulla scaletta di servizio. Dopo qualche minuto, e qualche sosta intermedia per ammirare il panorama da un punto d'osservazione privilegiato, arriviamo finalmente in cima all'arco e veniamo accolti amichevolmente. I ragazzi altoatesini che lavorano sul posto, sono distrutti dalla fatica ma contenti del proprio lavoro e disponibili a scherzare con tutti. La stessa cosa che cercai di fare io stesso quando, qualche anno più tardi, mi trovai al loro stesso posto per lavorare nel Team. A questo punto, uno per uno fummo ripesati e preparati con cavigliere e cordini di sicurezza. Era quasi il nostro turno… L'altezza del ponte al momento non mi faceva terrore, forse anche a causa delle mie numerose esperienze in alta montagna. Ora la grande tensione aveva lasciato il posto alla bella sensazione causata dalla buona compagnia che si era improvvisata sul posto e dal bel paesaggio circostante accarezzato dai raggi del sole al tramonto. Una volta uscito in pedana, mentre finivano di legare Alberto, mi guardai attorno e mi sembrò di essere il protagonista di un bel film; molte persone attorno che osservavano incuriosite l'evento e tra queste i miei amici, ma non riuscendo a scorgerli salutai tutti per non fare torto a nessuno. Dopo Alberto, arrivò finalmente il mio turno e la tensione ricominciò a salire piano piano, mentre si sistemavano tutte le sicurezze e si stabiliva la lunghezza del salto in base al peso. Da ultimo mi fu attaccata la pesante bungee cord alle caviglie e per poco il suo peso non mi trascinò giù. Ma non ero ancora pronto, mancavano le ultime verifiche e le istruzioni del Team Captain (o TC). Finalmente parte il countdown: 3, 2 , 1 … bungee.

La mia testa che si era allontanata dalla realtà, scherzando per dimenticare la paura, vi fu istantaneamente riportata da un'accelerazione mostruosa che mi trascinava verso le acque del fiume. Un paio di secondi, che in ogni modo sembrano un'eternità, poi l'elastico si tende e una nuova poderosa forza ti catapulta verso il cielo. I sensi sono completamente confusi e non hanno nemmeno il tempo di assaporare la fantastica sensazione che si ha quando si annulla la forza di gravità che, nuovamente, si è richiamati bruscamente verso la terra. Poi, una volta esaurite le grandi oscillazioni dell'elastico, si è calati verso il fiume, dove una barchetta è pronta per accoglierti e riportarti a riva. Ora, giunti dinnanzi alla tenda di partenza, ci si spoglia dell'attrezzatura e si cerca di esprimere ai prossimi saltatori, o semplicemente ai curiosi, ciò che si è provato e ciò che succede. Un bel diploma e la stretta di mano dei membri del Team, sono una prova di avere avuto il coraggio di saltare, ma la cosa più grande è l'emozione provata che ci accompagnerà per molto tempo con i ricordi, difficilmente trasmissibili a chi non abbia provato qualcosa di simile.

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Aggiornato il 04/05/2002