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Tragedia vicino a Terni (Maggio 2002)


Sabato, 4 Maggio 2002
Corriere della Sera

CRONACHE - Tragedia vicino a Terni: si lanciano in coppia per provare il brivido del "bungee jumping", si schiantano a terra.
TERNI - Due giovani, un uomo di 25 anni e una donna di 26, sono morti la scorsa notte schiantandosi dopo un lancio di "bungee jumping"dal ponte di Polino, vicino a Terni. Intorno alle 20.00 hanno compiuto un lancio in coppia e invece di essere trattenuti dall'elastico si sono schiantati sul greto del torrente. Le indagini sono in corso per capire se e come abbiano ceduto i moschettoni che tenevano collegato al ponte il cavo elastico, trovato intatto dai soccorritori. Il ponte di Polino viene utilizzato da circa quattro anni dagli amanti della specialità estrema.

UN VOLO DI 100 METRI - I due sono precipitati da un'altezza di circa 100 metri, rimanendo uccisi sul colpo. L'incidente è avvenuto in località Ponte Canale, in una gola tra Polino e Arrone. Si tratta di una zona dove il bungee jumping veniva praticato ormai da diverso tempo. I giovani, Alberto Galletti e Tiziana Accorrà, si sono lanciati da un ponte costruito durante il fascismo, con delle campate particolarmente alte, sotto al quale scorre un torrente che per la maggior parte dell'anno è però in secca. Lui era un caporalmaggiore della Folgore, di Magliano Sabina (Rieti). Proprio oggi il giovane avrebbe festeggiato il venticinquesimo compleanno. Con lui è morta sul colpo anche la fidanzata.

«L'impianto era già chiuso - ha detto il gestore intervistato ieri sera sera dal Tg3 dell'Umbria - e i due giovani mi hanno chiamato al telefono all'ultimo momento. Mi hanno detto che erano ad Arrone, pregandomi di non chiudere l'impianto, di aspettarli. È stata una fatalità». Approfittando della festività del primo maggio e della bella giornata, in molti avevano deciso di provare l'emozione del salto. Tutti gli altri lanci si erano svolti senza problemi. Una videocamera ha ripreso il salto della morte: la videocassetta è ora al vaglio dei carabinieri e del magistrato che coordina l'inchiesta. A chiedere di essere ripresi erano stati i due giovani. Per questo avevano pagato 70 euro, mentre il costo di un lancio senza ripresa e di 50 euro. Nel filmato - secondo indiscrezioni - si vedrebbero Accorrà e Galletti lanciarsi nel vuoto, ma non sarebbe inquadrata la «base di lancio» ancorata al ponte. Su questa struttura si sta concentrando l'attenzione degli investigatori che stanno cercando di capire le cause dell'incidente.

3 maggio 2002


Le mie impressioni

Molto spesso il Bungee Jumping viene definito in maniera del tutto sbagliata come uno sport estremo. In realtà si tratta di un'attività estrema che richiede una preparazione specifica, soprattutto dal punto di vista tecnico.

Il desiderio del mondo d'oggi di poter fare tutto, se si dispone del coraggio e del denaro sufficiente, avvicina persone e attività che normalmente se ne starebbero lontane. Il desiderio di essere sportivi a tutti i costi e la voglia di farsi vedere spingono persone normali a fare cose che sono fuori dalla loro portata, ad esempio impiegati d'ufficio che vogliono scalare l'Everest.

La mia non vuole essere un'accusa ai desideri delle persone, perché i sogni fanno parte della vita. Un uomo senza sogni è un uomo senza vita a mio giudizio. Purtroppo spesso i sogni dovrebbero rimanere tali.
Il mio è invece un'attacco ai Bungee Center che aprono perché è affascinante fare qualcosa fuori le righe, dove si lavora in modo improvvisato e con una scarsissima preparazione tecnica mettendo gravemente a rischio l'incolumità di clienti fiduciosi.
Questo non riguarda nello specifico in centro bungee ora sotto accusa (anche perché lavora in maniera professionale da anni ed è il più famoso del Centro Italia), ma dal mio punto di vista l'incidente è comunque riconducibile ad un errore umano. Si torna quindi al discorso della qualità dei materiali impiegati e della preparazione tecnica dei membri del team...

Io ho lavorato per un paio di anni per Jochen Schweizer, il famoso stunt-man tedesco che coordina attentamente il più grande e professionale Bungee Center d'Europa (5 postazioni fisse tra Germania e Austria e circa 200.000 salti effettuati), e ne ho conosciuto il sistema e la professionalità. Nessuno poteva improvvisarsi saltatore o assistente tecnico del team; la preparazione, lunga e attenta, doveva svolgersi tra corsi, seminari semestrali nella sede di Monaco e l'esperienza pratica. Per arrivare al vertice della piramide (nella fattispecie il TC o Team Captain) occorrevano anni di esperienza, numerosi salti, i seminari obbligatori e infine il nulla osta del proprio capo.

Girovagando a volte per i Bungee Center in Italia e talvolta all'estero, difficilmente ho osservato una pari professionalità. Ho spesso avuto l'impressione, se non di improvvisazione, di modesta conoscenza di ciò che si stava facendo. In questo modo gli incidenti crescono enormemente e diventano potenzialmente molto pericolosi (vedi la raccolta pubblicata su Bungeezone).

Il saltatore ha già il suo bel da fare a tenere sotto controllo le sue forti emozioni e non può occuparsi anche della problematica tecnica (egli non ne avrebbe né la conoscenza e né la capacità), dunque per questo motivo si fida dei suoi "boia". Solo un occhio esperto può vedere la differenza...

Speriamo che questo increscioso incidente non porti alla "morte" di questa incredibile attività ma serva da stimolo per definire una regolamentazione seria e validata da corsi a livello nazionale o internazionale obbligatoria per tutti i Team Members.


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Aggiornato il 18/06/2002