Tragedia vicino a Terni (Maggio 2002)
CRONACHE
- Tragedia vicino a Terni: si lanciano in coppia per provare il brivido
del "bungee jumping", si schiantano a terra. UN
VOLO DI 100 METRI - I due sono precipitati da un'altezza di circa 100
metri, rimanendo uccisi sul colpo. L'incidente è avvenuto in località
Ponte Canale, in una gola tra Polino e Arrone. Si tratta di una zona dove
il bungee jumping veniva praticato ormai da diverso tempo. I giovani,
Alberto Galletti e Tiziana Accorrà, si sono lanciati da un ponte
costruito durante il fascismo, con delle campate particolarmente alte,
sotto al quale scorre un torrente che per la maggior parte dell'anno è
però in secca. Lui era un caporalmaggiore della Folgore, di Magliano
Sabina (Rieti). Proprio oggi il giovane avrebbe festeggiato il venticinquesimo
compleanno. Con lui è morta sul colpo anche la fidanzata. «L'impianto era già chiuso - ha detto il gestore intervistato ieri sera sera dal Tg3 dell'Umbria - e i due giovani mi hanno chiamato al telefono all'ultimo momento. Mi hanno detto che erano ad Arrone, pregandomi di non chiudere l'impianto, di aspettarli. È stata una fatalità». Approfittando della festività del primo maggio e della bella giornata, in molti avevano deciso di provare l'emozione del salto. Tutti gli altri lanci si erano svolti senza problemi. Una videocamera ha ripreso il salto della morte: la videocassetta è ora al vaglio dei carabinieri e del magistrato che coordina l'inchiesta. A chiedere di essere ripresi erano stati i due giovani. Per questo avevano pagato 70 euro, mentre il costo di un lancio senza ripresa e di 50 euro. Nel filmato - secondo indiscrezioni - si vedrebbero Accorrà e Galletti lanciarsi nel vuoto, ma non sarebbe inquadrata la «base di lancio» ancorata al ponte. Su questa struttura si sta concentrando l'attenzione degli investigatori che stanno cercando di capire le cause dell'incidente. 3 maggio 2002 |
Le mie impressioni Molto spesso il Bungee Jumping viene definito in maniera del tutto sbagliata come uno sport estremo. In realtà si tratta di un'attività estrema che richiede una preparazione specifica, soprattutto dal punto di vista tecnico. Il desiderio del mondo d'oggi di poter fare tutto, se si dispone del coraggio e del denaro sufficiente, avvicina persone e attività che normalmente se ne starebbero lontane. Il desiderio di essere sportivi a tutti i costi e la voglia di farsi vedere spingono persone normali a fare cose che sono fuori dalla loro portata, ad esempio impiegati d'ufficio che vogliono scalare l'Everest. La mia
non vuole essere un'accusa ai desideri delle persone, perché
i sogni fanno parte della vita. Un uomo senza sogni è un uomo
senza vita a mio giudizio. Purtroppo spesso i sogni dovrebbero rimanere
tali. Io ho lavorato per un paio di anni per Jochen Schweizer, il famoso stunt-man tedesco che coordina attentamente il più grande e professionale Bungee Center d'Europa (5 postazioni fisse tra Germania e Austria e circa 200.000 salti effettuati), e ne ho conosciuto il sistema e la professionalità. Nessuno poteva improvvisarsi saltatore o assistente tecnico del team; la preparazione, lunga e attenta, doveva svolgersi tra corsi, seminari semestrali nella sede di Monaco e l'esperienza pratica. Per arrivare al vertice della piramide (nella fattispecie il TC o Team Captain) occorrevano anni di esperienza, numerosi salti, i seminari obbligatori e infine il nulla osta del proprio capo. Girovagando
a volte per i Bungee Center in Italia e talvolta all'estero, difficilmente
ho osservato una pari professionalità. Ho spesso avuto l'impressione,
se non di improvvisazione, di modesta conoscenza di ciò che si
stava facendo. In questo modo gli incidenti crescono enormemente e diventano
potenzialmente molto pericolosi (vedi la raccolta pubblicata su Bungeezone). Speriamo che questo increscioso incidente non porti alla "morte" di questa incredibile attività ma serva da stimolo per definire una regolamentazione seria e validata da corsi a livello nazionale o internazionale obbligatoria per tutti i Team Members. |
Aggiornato il 18/06/2002