La domanda che rappresenta ormai un luogo comune nei discorsi di tutti i giorni č la seguente: il CLIMA del nostro pianeta sta davvero cambiando? E' sufficiente guardare ciò che avviene in un inverno particolarmente caldo, basta leggere i giornali o vedere alla Tv le notizie sui sempre più frequenti nubifragi con il loro morti e danni, per farci ammettere che, forse, il tempo non è più quello di una volta. Al Nord e in parte del Centro Italia piove ormai da due mesi e si continuano a registrare alluvioni sempre più violente: le inondazioni dei fiumi, le mareggiate, le frane che distruggono case, strade e raccolti, e purtroppo anche le vittime, non si contano più. La Liguria è sicuramente la regione più colpita, dove soltanto nel mese di novembre 2000 ci sono state tre alluvioni.
Il maltempo sembra essersi accanito, fenomeno molto inconsueto, proprio nella nostra regione tradizionalmente simbolo delle temperature mitigate da un sole sempre splendente. Parliamo della stupenda fascia costiera che si estende da Genova a Ventimiglia, proprio nei luoghi che da tempo sono considerati il paradiso dei turisti e dove divi, vip internazionali, zar, re e regine trascorrono le loro vacanze rilassandosi nel tepore mediterraneo. Mentre l'acqua continua a rovesciarsi nel Centro-Nord, il sole splende sempre più al Sud, dove si registrano temperature molto al di sopra dei soliti valori stagionali: a novembre a Catania si registravano 25° e la gente faceva il bagno in mare come d'estate.
C'è sicuramente qualcosa di inedito e di sinistro in quello che sta accadendo e che spinge a chiederci: è veramente iniziato uno sconvolgimento climatico? Se la domanda viene rivolta agli scienziati che studiano le condizioni meteorologiche, le risposte fanno venire i brividi. Gli studiosi di tutto il mondo si sono interrogati proprio su questo argomento durante la sesta Conferenza Internazionale sul clima nel mondo all'Aja, in Olanda, e da tutti i loro interventi è apparso uno scenario apocalittico su quello che sta succedendo e su quello che potrebbe succedere in futuro.
Fino dall'inizio dei lavori si è intuito un certo pessimismo, quando Godwin Obasi, segretario dell'Organizzazione Meteorologica mondiale, ha preso la parola. "Il 1999", ha detto, "è stato uno degli anni più caldi e nello stesso tempo più piovosi del secolo. Molte regioni, come la Francia, la Gran Bretagna, l'Italia, l'India, il Mozambico e il Vietnam, sono state inondate da catastrofiche alluvioni. Al contrario, altre come il Corno d'Africa, sono state colpite da eccezionali siccità. È certamente in corso una mutazione climatica che ha delle cause ben precise".
"Per mezzo secolo la nostra atmosfera è stata inondata dai gas della produzione industriale: anidride carbonica, dovuta alla combustione dei prodotti petroliferi, metano e tante altre sostanze. Questi gas hanno creato il cosiddetto effetto serra nell'atmosfera (lasciano filtrare i raggi solari impedendo al calore di disperdersi all'esterno, ndr), cioè hanno intrappolato il calore che prima si disperdeva. Da qui, l'aumento di piogge, alluvioni e uragani in alcune aree e di periodi di secco straordinario in altre aree. È purtroppo una tendenza destinata ad aumentare nei prossimi 20 anni. Le piogge aumenteranno e assumeranno carattere monsonico: saranno più brevi, concentrate e violente. I mari si alzeranno a causa dello scioglimento dei ghiacci dei Poli: alcune isole e coste potrebbero sparire. La desertificazione là dove piove meno potrebbe aumentare anche del 30%. Le tempeste marine, infine, si moltiplicheranno. E, proprio per il peggioramento degli eventi climatici e dell'inquinamento che lo provoca, 8 milioni di vite sulla Terra potrebbero essere a rischio".
Quella del massimo rappresentante mondiale della meteorologia è una previsione credibile oppure è eccessivamente catastrofica? Ecco cosa ne pensa Roberto Bertollini, direttore del Centro europeo per l'ambiente e la salute, intervenuto alla Conferenza dell'Aja: "La stima di 8 milioni di vittime del futuro peggioramento del tempo è, purtroppo, abbastanza attendibile, anche se da prendere con una certa cautela: le variabili in gioco sono numerose. Ma basta osservare ciò che è avvenuto nel mondo nell'anno in corso per rendersi conto che non si tratta di allarmismo ingiustificato".