Premessa
L'Italia è una nazione al cui
nome è legata una delle più importanti tradizioni cinematografiche del Ventesimo
Secolo: nel nostro paese sono nati e hanno operato autori come Roberto
Rossellini, Vittorio De Sica, Luchino Visconti, Federico Fellini, Michelangelo
Antonioni, Pier Paolo Pasolini, Pietro Germi, Ermanno Olmi e molti altri. Un
patrimonio artistico inestimabile che ci è giustamente invidiato da tutto il
mondo.
Intere generazioni di registi, e le politiche
cinematografiche a loro legate, sono purtroppo entrate in crisi agli inizi degli
anni Ottanta. Da una parte abbiamo assistito al diffondersi improvviso e
magmatico di decine e decine di emittenti televisive; dall'altra, al parallelo
declino di quella che una volta eravamo soliti chiamare "industria
cinematografica".
Con il sorgere delle nuove forme di comunicazione
visiva negli anni Novanta - CD rom, Internet, Web Design, telecamere digitali -
possiamo affermare che ha avuto inizio una nuova fase creativa e produttiva,
legata soprattutto alla economicità e al facile uso di questi nuovi supporti
tecnici; una nuova fase in cui sembra prevalere la contaminazione tra linguaggi
visivi diversi, con conseguenze produttive e artistiche affascinanti, benché del
tutto imprevedibili.
Il problema fondamentale - a nostro parere -
consiste nel fatto che negli ultimissimi anni non si sia sviluppata una
corrispondente cultura della educazione e della formazione alle immagini, quasi
bastasse avere la possibilità di acquisire una telecamera per comprendere il
complesso linguaggio audiovisivo.
L'Italia - è un dato curioso - è la nazione del
mondo occidentale in cui oggi sono quasi del tutto assenti le scuole di
formazione al linguaggio e alla tecnica degli audiovisivi. Nonostante la
richiesta sul mercato italiano di figure professionali del settore audiovisivo
abbia conosciuto un forte incremento negli ultimi anni, il panorama delle scuole
di cinema e di televisione in Italia ha perso la forza propositiva e formativa
del passato: tra queste, la celeberrima Scuola Nazionale di Cinema (ex Centro
Sperimentale di Cinematografia) attiva fin dal 1935, alla quale hanno accesso
solo una trentina di alunni a biennio. Un numero insufficiente rispetto alla
domanda formativa da parte di centinaia di migliaia di giovani italiani.
Intolerance, intolleranza, ovvero il nome che
abbiamo scelto per il nostro seminario, non è soltanto il titolo di un
celeberrimo film di D. W. Griffith - uno dei primi e più importanti autori della
storia del cinema - ma ben traduce la nostra chiara e costruttiva "intolleranza"
(lungi, sia chiaro, da ogni pregiudizio artistico legato a generi o stili) nei
confronti di una crescente diseducazione nel vasto campo delle immagini in
movimento.
Il pericolo, ora come in passato, è sempre quello
di appiattirsi alle molteplici forme di omologazione culturale e artistica del
mondo contemporaneo.
Un progetto culturale
Viste le premesse - e grazie all'elaborazione del progetto didattico realizzato dal regista Paolo Benvenuti e dell'operatore culturale Mario Cereghino - è nata l'idea di promuovere un seminario introduttivo al linguaggio delle immagini in movimento, che sia a un tempo:
- un seminario di etica audiovisiva in cui sia
prevalente la necessità di educare i giovani al
complesso mondo delle immagini in movimento;
- un seminario di sperimentazione maieutica che
promuova l'acquisizione, in maniera creativa, del linguaggio delle immagini in
movimento.
- un seminario che consenta l'inserimento
organico dei suoi migliori allievi nelle attività didattiche e formative della
società civile, sia pubbliche che private.
Grazie alla sua caratteristica modulare e alla
sua particolare didattica maieutica, il seminario consente a ciascun allievo di
acquisire la piena padronanza del linguaggio delle immagini in movimento.
Le esperienze basiche trasmesse dai docenti sono:
- nozioni basiche di fotografia;
- nozioni basiche di produzione audiovisiva con diapositive;
- nozioni basiche di linguaggio audiovisivo e sua applicazione nella didattica;
- nozioni basiche sull'uso delle strumentazioni audiovisive digitali;
- nozioni basiche di analisi strutturale per la lettura di un prodotto
audiovisivo.
Il seminario forma un operatore audiovisivo di
base, figura didattica particolarmente richiesta, ad esempio, nell'ambito della
Scuola Media (Inferiore e Superiore).
Obiettivo principale è la formazione
professionale consapevole della funzione educativa della comunicazione
audiovisuale e del ruolo insostituibile che questo linguaggio ha nella civiltà
contemporanea. Sappiamo inoltre che la comunicazione audiovisuale, attraverso il
cinema, la televisione e una pubblicità totalmente incontrollate, è strumento
quotidiano di forme e contenuti fortemente diseducativi, strumento di diffusione
di violenza e aggressività, strumento di pornografia. Si tratta, in sintesi, di
iniziare a creare una vera e propria etica della comunicazione.
Il fondamentale fine pedagogico che Intolerance
si propone è quello di formare professionalmente una nuova leva di operatori
della comunicazione audiovisuale, consapevoli della responsabilità che il
proprio ruolo assolve nella società civile.
Tema del seminario: che cos'è una inquadratura
cinematografica?
È importante sottolineare che il tema del prodotto audiovisivo realizzato dagli
allievi - un documentario o una fiction - potrà essere liberamente scelto
dall'ente locale (comune, provincia o regione) che ospita il corso Intolerance.
Attraverso la diffusione di cassette vhs, betacam e dvd e la partecipazione a
festival nazionali e internazionali, sarà così possibile per ogni pubblica
amministrazione diffondere un elaborato audiovisivo capace di promuovere, ad
esempio, le realtà artistiche, storiche, paesaggistiche ed economiche del
territorio.
Il seminario Intolerance è realizzato in collaborazione con l'Ufficio Cultura
del Comune di Viareggio
Sono aperte le iscrizioni per i corsi 2005, che
si terranno dal 21 novembre al 16 dicembre.
Info:
Giulio Marlia,
Villa Paolina
via
Machiavelli 2
Viareggio.
Tel: 0584.966334
Fax: 0584.966333
e-mail:
gmarlia@comune.viareggio.lu.it