REQUISITORIA DELL'INQUISIZIONE
Caccia alle streghe, svolgimento e incriminazione
A cura di Antoine Le Roy (traduzione dal francese di Marco Manzardo)

 

"Gostanza da Libbiano" costituisce l'ultima parte di un trittico che confronta le estorsioni della Chiesa cattolica alla Parola del Vangelo. Ma diamo la parola al regista Paolo Benvenuti e alla sua compagna Paola Baroni.

- Paolo Benvenuti: Nei miei film precedenti ho raccontato alcune cose che conoscevo molto bene del mondo maschile. Concepivo invece le figure femminili superficialmente, limitandomi al fascino della loro bellezza. Sullo schermo, quindi, risultavano di poco spessore. Per la prima volta, dovevo trattare un tema che toccava la femminilità nella sua intimità. Non ci sarei mai riuscito da solo. Mi ha aiutato Paola alla quale tengo lasciare la parola.

- Paola Baroni: Paolo ha avuto il coraggio di entrare in un mondo che non conosceva. Insieme, abbiamo lavorato sulle figure femminili con lo scopo che egli fosse in grado di fare propria la parte femminile di Gostanza. Non bisognava limitarsi alla sola psicologia del personaggio. Era diventato come un respiro comune.

Questa collaborazione è proseguita lungo tutta la fase delle riprese:

- Paolo Benvenuti: Durante le scene di tortura, che sono effettivamente menzionate negli atti del processo, Gostanza veniva spogliata e subiva gli interrogatori completamente nuda. C'era il rischio reale di compiacersi di fronte a questa nudità. Mi sono ben guardato dal cadere in questo errore. Quando Paola visionava il girato, verificava se queste sequenze erano state trattate con il corretto e dovuto rispetto verso un corpo violentato dalla Chiesa.

Paolo Benvenuti ha cercato di offrire alla protagonista principale, Lucia Poli, lo spazio che meritava affinché la sua interpretazione raggiungesse il massimo grado di bellezza e di potenza espressiva:

- Paolo Benvenuti: Lucia ha dovuto rinunciare alla sua trentennale esperienza teatrale, per poter penetrare al fondo di se stessa. Io le ho eretto attorno molti ostacoli, cancellando la luminosità dei suoi capelli biondi e confinando sullo sfondo la sua bellezza, allo scopo di mostrarla in una situazione di grande stanchezza, violentata e in preda ad una grande disperazione ma non completamente spenta. La mia messa in scena non le lasciava libertà di movimento, legandola ad un campo interpretativo molto stretto. L'obiettivo era raggiungere l'intimità femminile universale. Lucia è stata stupefacente, in tutte le sfaccettature di un ruolo così complesso. Laida eppure magnifica, sensuale eppure glaciale, Lucia ha recitato tutti i vari aspetti che fanno la grandezza delle donne.

- Paola Baroni: In verità, ho perfino dimenticato che questo film trattava un fatto storico accaduto durante l'Inquisizione. Abbiamo avuto una possibilità certamente unica: ritrovare le tracce di un'umile contadina pervenuteci attraverso i secoli e coglierne un'eccezionale testimonianza. Ma chissà quante altre donne violentate, schernite, rinnegate sono esistite ed esistono tuttora?

- Paolo Benvenuti: La Chiesa cattolica rappresenta un centro di potere molto forte. Per esistere, questa istituzione ha bisogno di nemici designati. Da sempre questi sono principalmente gli ebrei e le donne. Ma dare la vita è il fondamento femminile. Se un giorno la donna verrà completamente privata e impedita della possibilità di esprimersi, sarà la fine dell'umanità. Il mio film vuole mostrare come questo potere tenda con il tempo ad annichilire l'identità stessa delle donne, attentando alla loro forza e alla loro vitalità.