Come gli studi più approfonditi e come le scoperte
archeologiche (rotuli del Mar Morto) hanno contribuito a dimostrare la figura
evangelica di Gesù, i suoi insegnamenti pubblici e la sua tragedia umana, non
sono Storia ma idealizzazione di un fatto che, per mancanza di prove
documentarie scientifiche, ci pare arduo definire storico. Da qui la nostra
totale distanza da operazioni come quella compiuta da Roberto Rossellini col suo
Messia, perché a noi pare che, nonostante le sue affascinanti premesse per una
educazione integrale di tipo laico, gramsciano, nell'affrontare la figura di
Gesù nel suo Messia, egli abbia contribuito allo stesso modo di autorevoli
religiosi (vedi Padre Ricciotti, per esempio) a storicizzare l'immagine
evangelica del Cristo, compiendo in questo modo una operazione che a noi pare
culturalmente mistificatoria. Noi riteniamo che la figura del Cristo quale ci è
stata tramandata dai Vangeli, non sia storica ma mitica, e nella
evangelizzazione di questa idea-mito si sia sviluppata appunto l'ideologia del
cristianesimo. Questa premessa ci pare atta a chiarire il punto di vista
culturale dal quale intendiamo affrontare il problema. L'idea che noi proponiamo
pur essendo sconosciuta a molti non è nuova e risale addirittura ai primi
secoli del cristianesimo. La setta agnostica dei cainiti, giustificando il
tradimento di Giuda come atto indispensabile alla salvezza dell'umanità,
dichiarava che costui era una vittima sacrificata per la nostra salvezza quale
strumento di redenzione. Giuda infatti, rendendo possibile la morte di Gesù, ha
dimostrato di essersi levato sino alla gnosi e di aver compreso, meglio degli
altri apostoli - che il maestro doveva morire. Questa proposta di lettura è
certamente ardua, ma ci sembra che caratterizzando la figura alquanto
evanescente del Giuda dei Vangeli, dandogli cioè il volto di un personaggio
colto, intelligente ed estremamente convinto dell'ideale di vita che il suo
maestro proponeva alle genti, il mistero del tradimento che da secoli inquieta
teologi e psicologi trovi finalmente una logica spiegazione. Nella nostra
ipotesi le figure di Gesù e Giuda vengono ricondotte alla loro naturale
dimensione mitica, e cioè all'interno dei loro ruoli predestinanti nei quali
l'equivoco millenario del tradimento assuma la precisa connotazione di gioco
delle parti. È evidente che tutta l'impostazione del film dovrà essere ad un
livello stilistico nel quale il mito possa chiarirsi all'interno di una
struttura da tragedia epica.
(...) sono entrato in contatto con il mondo contadino e il teatro del maggio. Da
quel momento ho cominciato ad approfondire la cultura delle classi subalterne e
sono giunto così a conoscere il teatro epico. Il mio modo di lavorare con gli
attori, di mettere in scena, la stessa idea di sacra rappresentazione del mio
film "Il bacio di Giuda", nascono da questa adesione alle forme artistiche della
cultura contadina a cui mi sento profondamente legato