13
agosto

Intervista a Lorenzo Cerrato, protagonista del premiato Gostanza da Libbiano

La voce dell'inquisitore

Cosa significa arrivare a Locarno con un film così particolare? 
«Sicuramente è il raggiungimento di un traguardo. Un obiettivo che Paolo Benvenuti è riuscito a trasferire in tutti coloro hanno lavorato a questo film. Paolo ha inseguito la storia di Gostanza da quando ha letto per la prima volta la sua storia e da allora aveva già tutto stampato in testa. Il suo accanimento e la sua cocciutaggine gli hanno permesso di trovare le persone giuste con cui lavorare. Ci aveva scelto ancora prima di trovarci, anche se ancora non ci conosceva».

Come sono stati scelti gli attori? 
«Paolo ha fatto di testa sua, non ha accettato imposizioni e nonostante abbia incontrato molti attori famosi non li ha scelti perché non erano adatti. Nella sua mente sapeva come doveva essere "fisicamente" ciascun ruolo, per il personaggio che poi ho interpretato io, Paolo aveva in mente un Leonardo da Vinci anziano ma con una certa luce negli occhi. Deve averla vista in me e, dai risultati ottenuti, non ha sbagliato».

Come ha preparato una parte così difficile? 
«Nella mia vita ho sempre lavorato nel cinema. Ho fatto tutti i lavori "dietro la cinepresa", aiuto regista, regista, montaggio, mai ero stato attore. Credo però che per una parte del genere non serva lo studio che ti imposta la voce e ti dice come muoverti, deve esserci una scintilla che ti permette di aderire al ruolo che devi interpretare».

Il risultato, se pur splendido, risulta un po' difficile per il grande pubblico? «Sicuramente Gostanza non è un film per tutti, da prima serata televisiva, è un film per un pubblico selezionato, non per forza intellettuale, ma in grado di comprenderlo a fondo e capace di trovare il suo vero significato. È anche per questo che è stato scelto il bianco e nero, ma Paolo ha dovuto lottare».

Benvenuti si è detto contento dopo aver saputo che in sala ci sono state risa del pubblico durante la confessione di Gostanza… 
«Premesso che il personaggio di Lucia Poli dica le stesse parole riportate dalle cronache e dai verbali autentici, dimostra come la sfrontatezza di una donna come Gostanza abbia demolito l'autorità di un inquisitore come il Costacciaro, che sarà colui che si accanirà in seguito con Giordano Bruno. C'è una lucida follia in Gostanza, quella che le permette di autoaccusarsi a tal punto che l'inquisizione non può credere alla verità di affermazioni così forti ed è costretta a non proseguire oltre. Una figura di Inquisitore che si discosta dalla visione di spietato cacciatore di streghe che abbiamo oggi».

Carlo Prevosti

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