Paolo Vannucchi

Ceramiche artistiche

Paolo Vannucchi
ceramiche

Le ceramiche di Vannucchi

I rapporti con la sua terra e il fiume Serchio nelle opere dell'artista

Sempre più richiesto il ceramista Paolo Vannucchi, che ha frequentato il corso della sezione ceramica all'Istituto d'arte della nostra città ed ha avuto come insegnante Guglielmo Malato.
Successivamente ha conseguito il diploma di specializzazione presso il Magistero di Firenze. La sua prima personale avvenne nel 1979 presso la Galleria d'arte S.Croce e le sue opere sono andate ad abbellire case private, negozi e gallerie.

Nelle sue molteplici esecuzioni su ceramica, riesce a mescolare ossidi, a manipolare pigmenti e plasma abilmente la creta, su cui, con prodigio quasi magico, posa con leggerezza straordinaria volti familiari, scolpisce porte, ritrae finestre di borghi e profili marini.

Nella presentazione del catalogo, curato da Patrizia Baldi, della mostra che tiene a Fiumalbo viene sottolineato dalla stessa autrice, che il maestro va ricoprendo, con misteriosi, lucenti panni di argilla, ideali sagome femminili, figure animali, forme paesaggistiche che vagano, come smarrite, in un labirinto spaziale alla ricerca di un artista, che le riconduce alla vita reale. “Sottili impercettibili linee sollecitano alla memoria borghi della natale terra toscana, in cui corti, colline, mare, scandiscono la vita vissuta. Nella sua casa-laboratorio di Ponte S.Pietro, nei suoi lavori, si sente scorrere la corrente del vicino fiume Serchio”.

L.N., La Nazione, domenica 5 Agosto 2001

Mostra di Lucca 9 Settembre 2002

Paolo Vannucchi, sulle Mura, presso la Casermetta S.Croce, in mostra con “Con la terra e con il fuoco”. L'esposizione che sarà inaugurata Lunedì 9 Settembre alle ore 18,30, metterà in luce come con la sua felice ispirazione l'artista abbia continuato a ricoprire “con misteriosi, lucenti panni di argilla” forme archetipe che vagano come smarrite nell'universo.

Nei colori, negli accordi, nei contrasti, nelle sfumature, oltre che nelle forme, l'artista evoca momenti precisi della vita quotidiana: paesaggi, uomini, animali, che suscitano ricordi e provocano emozioni, sentimenti mai sopiti, che si risveglianocome nell'ascoltare certi brani musicali.

Oggi, dove l'horror pleni ha quasi sostituito tutto il silenzio, il maestro trova spazio per le sue creazioni che rimangono estranee al sovrappporsi degli inenarrabili eventi, senza invadere, senza violare lo spazio di nessuno.

L'arte spalanca l'anima, sonda sentimenti, suscita vibrazioni, in questo caso il maestro lo fa sommessamente.

Patrizia Baldi

Le semplici bellezze della Toscana

Rivivono nelle ceramiche plasmate dal maestro Paolo Vannucchi

S.ANDREA. La mostra antiche camelie della Lucchesia può essere ricordata anche per un' offerta artistico-culturale di notevole interesse. Ci piace pensare che la vetrina biennale del Borgo delle Camelie possa diventare anche il contesto ideale per chi vuole uscire allo scoperto, senza necessariamente affidarsi all'ufficialità di una mostra.

Così può capitare, mentre ci si inoltra per le strade di Pieve e S.Andrea di Compito, di incontrare artisti come Paolo Vannucchi che ha il merito di far parlare le sue ceramiche, di offrire a chi le osserva sensazioni e emozioni che non ti aspetti di poter vivere in un contesto così naturale. Vannucchi “con la terra e con il fuoco” ci vive: non solo perché l'artista ne ha fatto professione permanente, bensì perché fa vibrare di sensazioni le sue figure che plasma con sincera abilità di fronte a chi lo guarda lavorare.

Le sue opere non lasciano dubbi: donne, paesaggi, scorci di panorami tutti improntati alle “bellezze semplici” toscane, dimostrano che egli è padrone della materia, ma non la soverchia. Allora ecco le sue donne dai corpi esili, ma con gambe ben piantate a terra, talvolta racchiuse in contenitori che, a essere maligni, potrebbero dare adito a più cortesi che irritate rivendicazioni del mondo femminile.

Ma sono esposte con dolcezza, non c'è malignità nell'inserire corpi femminili all'interno di semplici scatole. La forza di Paolo Vannucchi, il suo amore, la sua ricerca, invece, di un confronto-raffronto, emerge dai suoi paesaggi marini, dai quali si possono scorgere profili di donna che fanno da primo piano a orizzonti marini. Vannucchi esercita la sua forza artistica comunicando il tepore delle emozioni, quelle semplici, di tutti i giorni, da non dare per scontate, però. I suoi paesaggi o le piccole finestre dalle quali si scorgono “sguardi in collina” fanno venire il desiderio di aprire quel chiavistello, reso concreto e familiare dalla intensa capacità dell'artista di averlo realizzato con semplicità e maestria. I “gatti e i cani”, quasi si trattasse di figure egizie, anch'essi ben saldi a terra, fanno dire a Patrizia Baldi che ha curato la presentazione del catalogo che “il maestro va ricoprendo, con misteriosi, lucenti panni di argilla, ideali sagome femminili, figure animali, forme paesaggistiche che vagano, come smarrite, in un labirinto spaziale alla ricerca di un artista, che le riconduca alla vita reale”.

Il Tirreno