Parole...

parole...
È stato strano, mentre mettevo a posto il cassetto della scrivania, aprire uno dei foglietti e ritrovare alcune parole, parole senza data ormai lontane, parole che lei gli aveva scritto quando erano ancora un "sogno", quando non erano ancora diventati due persone con la loro vita... con i loro mondi. Quei mondi che, forse, non avrebbero mai potuto essere veramente una cosa sola.
Quando ho letto quelle parole non ho provato nessuna sensazione in particolare, ho ripensato a quei momenti quasi con dolcezza, con l'ingenuità di chi non ha mai smesso di aver voglia di sognare.
Ho sentito soltanto il bisogno di avvicinarlo alle mie labbra... come se volessi sentire ancora, da lontano, le sensazioni legate a quei ricordi che, ormai, sono forse soltanto miei.

Udine, 30 agosto 2020

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