Intorno al 1927, in Dalì comincia a prevalere il desiderio di oltrepassare i limiti dell' arte figurativa, di sconfinare nel campo della letteratura, della poesia, del teatro e anche del cinema, per creare un' estetica nuova, completa.
Alla tematica dell' eros, si aggiungono quelle dello spettrale e orribile, intesi come aspetti della realtà in continuo movimento e cambiamento; così come l' inquietante scena dell' occhio tagliato dalla lama di rasoio nel film "Un chien andalou", girato nel 1928 con Bunuel.
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Il film si apre con la celeberrima scena in cui lo stesso regista taglia con un affilato rasoio l'occhio di una donna. Allo stesso momento, una nuvola taglia a metà la sagoma della luna. Seguono una serie di bozzetti surreali, la cui ispirazione è nata ai due artisti-sceneggiatori dai propri stessi sogni. Un uomo tenta invano di soddisfare il proprio desiderio nei confronti di una giovane fanciulla, che lo abbandonerà successivamente per un altro. I due si riuniscono infine, ma immobilizzati dalla sabbia che li ricopre fino al collo, incapaci di comunicare.
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Ancora in collaborazione con Bunuel, realizzerà nel 1930 "L' age d' or".
E' un' opera fortemente iconoclasta dai tratti violenti e ribelli, nella quale appaiono arcivescovi e ossa sulle rocce di Cap Creus, un cieco bistrattato, un cane sfracellato, un bambino che viene ammazzato dal padre e la figura di De Sade travestito da Cristo. Nel cinema dove il film veniva proiettato scoppiò una rissa tra avversari e simpatizzanti hitleriani, i "Camelots du roi". Il locale venne devastato e dovette intervenire la polizia. Ulteriori proiezioni del film furono proibite.
Nel 1945 Dalì disegnerà le scenografie per la famosa sequenza dell' incubo, nel film di Alfred Hitchcock "Spellbound" ("Io ti salverò"), opera non eccellente, ma resa preziosa proprio dalle immagini da lui inventate.
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