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MEDICINE NON CONVENZIONALI IN ONCOLOGIA |
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L'USO DELLE TERAPIE NON CONVENZIONALI DA PARTE DEI MALATI DI TUMORE L'uso delle medicine non convenzionali da parte dei malati di tumore è particolarmente diffuso. La questione è pertanto di particolare importanza, non soltanto per la sua ampiezza, ma soprattutto per la gravità della patologia. E'' questo infatti il caso in cui la sostituzione della medicina scientifica con quella alternativa può causare danni irreparabili, soprattutto nei casi in cui la medicina accreditata è in grado di bloccare il progredire della malattia solo se l'intervento è tempestivo. Anche nei casi in cui si tratti di medicine complementari, che vengono affiancate a quelle ufficiali per attenuare la sintomatologia della patologia o gli effetti avversi dei farmaci, in caso di un uso improprio delle terapie non convenzionali si rischia di peggiorare la situazione, creando pericolose interazioni tra le sostanze utilizzate. E' per questi motivi che il Ministero della Salute e l'Istituto Superiore di Sanità, oltre ad organizzazioni private, si sono più volte occupati del problema, pubblicando studi sul fenomeno e guide per un uso il più possibile apprpriato delle terapie complementari. Tali studi sono stati sollecitati anche dalla constatazione di una carenza italiana nel settore, di cui ci si è accorti quando già da molti anni altri paesi, tra cui soprattutto gli USA, si effettuavano costose ricerche sull'argomento. Per conoscere le caratteristiche attuali del problema è utile leggere i risultati di uno studio pubblicato sulla rivista inglese "Annals of oncology" e riportato dall'ISS (2009), riassunto nelle righe seguenti.
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Il Ministero della
Salute in collaborazione con l'ISS e le associazioni di volontariato che si occupano
di malati oncologici, nel 2007 ha messo a punto una guida per orientare il malato e la
famiglie nel campo delle medicine non convenzionali. Si è reso infatti conto che in
Italia (a differenza di quanto avviene per es. negli USA, dove il National Cancer
Institute studia da tempo il problema), nonostante la diffusione di tali terapie, le
conoscenze su di esse sono molto limitate. La guida offre una panoramica sulle medicine
non convenzionali più utilizzate dai pazienti oncologici, fornendo dati sulle terapie
efficaci già sperimentate. Inoltre elenca una serie di azioni da intraprendere per
verificare l'attendibilità delle terapie proposte, dei professionisti, sel materiale
informativo (libri, siti internet, organizzazioni). Non conventional cancer treatments
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Appaiono infine particolarmente interessanti gli studi su alcune terapie promettenti effettuati da vari centri. Ad esempio il Gruppo Me.Te.C.O., Medicine e Terapie Complementari in Oncologia, a partire dal 6 Giugno 1998, all'interno di una struttura pubblica a carattere scientifico, la Fondazione IRCCS Istituto Nazionale dei Tumori di Milano, si occupa della valutazione della trasferibilità di esperienze di Medicina Complementare dalla Pratica Clinica alla Ricerca Scientifica e viceversa, al fine di migliorare la qualità di vita del malato oncologico. Le Terapie Complementari nel loro complesso utilizzate dagli aderenti al Gruppo di Studio sono state:
Presso la Divisione di cure palliative, riabilitazione e Hospice, le Terapie Complementari utilizzate, sia da personale strutturato, che da personale sanitario non medico esterno all'Istituto, sono state:
Lo studio prevede la valutazione di:
In particolare il gruppo cerca di realizzare progetti di ricerca scientifici randomizzati, sulle terapie complementari per la prevenzione ed il controllo degli effetti collaterali delle chemioterapie, della radioterapia e della chirurgia, al fine di permetterne il rimborso da parte del SSN. Esistono infatti problematiche derivate dalle terapie oncologiche o dalla malattia oncologica stessa, difficilmente risolvibili con le sole cure convenzionali: radiodermiti, osteradionecrosi, fistole viscerali e cutanee, sovrainfezioni recidivanti (flogosi cutanee da stafilococco), ulcere varicose in esiti di chemioterapia ipertermica, necrosi dei tessuti ecc. Le terapie complementari potrebbero essere in tali casi un valido aiuto per i pazienti. In generale tali terapie potrebbero ridurre gli effetti collaterali delle malattie neoplastiche e delle terapie mediche, con interventi mirati in aggiunta a quanto già eseguito dai terapisti della riabilitazione, sia sul dolore, sia in ambiti nutrizionali, sia nel supporto dei pazienti affetti da gravi sovrainfezioni opportunistiche, sia in ambito rigenerativo vascolare e tissutale in caso di fistole, ritardi di cicatrizzazione delle ferite, sia in affiancamento a terapie future che possano prevedere l'uso autologo di cellule staminali utilizzate per la rigenerazione di gravi lesioni organiche, in particolare cutanee. Gli studi si propongono inoltre l'obiettivo, (oltre a quello già citato di migliorare le condizioni del paziente) di far inserire le terapie risultate efficaci tra quelle a carico del Sistema Sanitario Nazionale, al fine di non costringere i pazienti a sostenere gravosi oneri per terapie indispensabili al mantenimento di un'accettabile qualità della vita. |
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Situazioni analoghe ai pazienti oncologici vengono vissute dai malati di aids, che utilizzano le medicine non convenzionali per alleviare i sintomi della malattia e gli effetti collaterali dei farmaci. Anche in questo campo cominciano a diffondersi i dati di sperimentazioni effettuate per valutare l'efficacia e la sicurezza di tali terapie, oltre alle interazioni con i farmaci antivirali.
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