WWF di Bisceglie (BT)

COMUNICATO STAMPA N° 3/2010

Nessuno tocchi Ripalta

Si chiamano “Interventi per la difesa, il recupero, la fruibilità del litorale di Bisceglie (BT) zona Pantano Grotte di Ripalta” e sono appaltati dalla Provincia di Bari con Deliberazione della Giunta provinciale n. 37 del 4 aprile 2008. Fanno parte del piano di attuazione della Provincia di Bari degli interventi previsti dal programma regionale per la tutela dell’ambiente, giusto DGR 1440/2003, 1963/2004 e 1087/2005. Sfoggiano tutte le autorizzazioni di enti e autorità competenti ma qualcosa non ha convinto il ROAN della Guardia di Finanza di Bari che nella mattinata di lunedì 10 maggio è intervenuto sul cantiere, in collaborazione con le Guardie Ambientali volontarie del WWF Puglia e il WWF di Bisceglie. Per chi ha conosciuto, vissuto e amato le bellezze della zona sconsigliamo il sopralluogo: i lavori interessano la conca naturale di Ripalta e hanno già modificato i luoghi, abbattendo i muri a secco secolari, dissotterrando le chianche e spazzando a colpi di ruspa tutta la flora alofila del sito. Immediatamente sono scattati i controlli e i lavori sono stati sospesi, ad eccezione di quelli per il ripristino dei muretti a secco. Successivamente i finanzieri hanno visitato gli uffici comunali e acquisito tutta la documentazione, che è stata trasmessa al P.M. di turno al Tribunale di Trani, il dott. Savasta.

LA ZONA PANTANO RIPALTA

È d’obbligo ricordare che stiamo parlando della Zona Pantano Ripalta, ricadente nella più vasta area dell’Oasi di Protezione “Torre Calderina”, che è stata riconfermata nell’ambito dell’attuale Piano Faunistico Venatorio regionale. Ma la normativa più importante è il Decreto Ministeriale del 1/8/1985 (meglio conosciuto come Decreto Galassino), pubblicato sul Supplemento Ordinario alla Gazzetta Ufficiale della Repubblica Italiana n. 30 del 6 febbraio 1986 – Serie Generale: “Dichiarazione di notevole interesse pubblico di una zona costiera a sud di Bisceglie sita nei comuni di Bisceglie e di Molfetta”. Inoltre secondo il PUTT Puglia – NTA - Art. 3.13.4 – “Aree protette” afferma che nelle Oasi di Protezione non sono autorizzabili piani e/o progetti e interventi comportanti grave turbamento alla fauna selvatica e modificazioni significative dell’ambiente, le arature profonde e i movimenti di terra che alterino in modo sostanziale e/o stabilmente la morfologia del sito. Che la zona abbia una importantissima funzione naturalistica, paesaggistica e ambientale lo testimoniano le  decennali battaglie ambientaliste, che hanno sempre visto in prima fila il WWF, la annuale “Festa delle Grotte di Ripalta” ed il costante pellegrinaggio di studiosi, naturalisti, scolaresche e semplici cittadini che vorrebbero l’istituzione di un’Area naturale Protetta.

UNA STORIA LUNGA

Già alla fine degli anni ’80 un intervento opinabile ingabbiò orribilmente con grate in ferro parte delle Grotte di Ripalta. Del nuovo progetto della Provincia di Bari il WWF ebbe notizia nel 2006 solo attraverso vaghe notizie di stampa. Legittimamente incuriositi ne chiedemmo copia all’ex assessore all’Ambiente della Giunta Divella, la prof.ssa Marchetti: inoltrammo ben tre istanze senza mai ottenere perlomeno la visione del progetto. Non avendo ricevuto alcun riscontro decidemmo comunque di inoltrare alla Provincia di Bari le nostre osservazioni sulla Zona Pantano-Ripalta, nelle quali affermavamo con argomentazioni fondate e documentate la nostra assoluta contrarietà a qualsiasi intervento sulla costa.

I NOSTRI INTERROGATIVI

Ci chiediamo se il progetto dovesse essere sottoposto a valutazione di impatto ambientale. Ricordiamo che l’allegato I del D.Lgs. 152/06 dal titolo “Criteri per la verifica di assoggettabilità di piani e programmi di cui all'articolo 12” parla di “impatti su aree o paesaggi riconosciuti come protetti a livello nazionale, comunitario o internazionale” e l’allegato IV dal titolo “Progetti sottoposti alla verifica di assoggettabilità di competenza delle regioni e delle province autonome di Trento e di Bolzano” parla di “opere costiere destinate a combattere l'erosione e lavori marittimi volti a modificare la costa, mediante la costruzione di dighe, moli ed altri lavori di difesa del mare”. Ma sulle questioni giuridiche ed amministrative non vogliamo esprimere alcun giudizio, sia perché sarà la Magistratura a valutare questi aspetti sia perché vorremmo vedere finalmente il progetto ed vagliarlo nel merito. Ringraziamo il ROAN e il coordinatore delle Guardie ambientali volontarie del WWF Puglia, Pasquale Salvemini e lanciamo un appello a tutte le forze politiche e sociali affinché si prodighino per bloccare definitivamente questa trasformazione irreversibile della costa sulla quale esprimiamo tutta la nostra contrarietà.

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