WWF di Bisceglie (BT)

COMUNICATO STAMPA N° 13/2009

LA TUTELA DEL PAESAGGIO BISCEGLIESE

La Convenzione Europea del Paesaggio, sottoscritta a Firenze il 20 ottobre del 2000 e ratificata nel 2006, il Codice dei Beni Culturali e del Paesaggio creano i presupposti per riaprire nel nostro Paese il dibattito sulla conservazione e gestione del Paesaggio ed avviare una nuova stagione di pianificazione e programmazione territoriale in grado di assicurare la tutela e la valorizzazione sostenibile del territorio. L’art. 9 della nostra Costituzione richiama esplicitamente la tutela del Paesaggio, riconosciuto come un valore fondante della Repubblica, un bene comune, un patrimonio collettivo che appartiene a tutta la Nazione.

I diversi provvedimenti legislativi con cui si è cercato di fissare norme e principi generali per la gestione del paesaggio, dalla Legge del 1939 alla più nota Legge Galasso del 1985, hanno affrontato il tema essenzialmente attraverso la disciplina della tutela delle bellezze naturali o dei beni ambientali. La Legge Galasso aveva comunque promosso una prima importante pianificazione paesaggistica – ambientale individuando precisi ambiti territoriali da sottoporre a tutela e sottrarre alla cementificazione dilagante. Sul territorio Bisceglie furono individuate tre aree: la Zona Pantano-Ripalta, la Lama di Croce e la lama Paterna.  Dopo oltre venti anni il bilancio di quella stagione di pianificazione, affidata alla responsabilità delle Regioni, è stata complessivamente deludente, come testimoniano i tre condoni edilizi approvati dai diversi Governi degli ultimi ventitre anni, dal primo del 1985 all’ultimo del 2003.

LA MISSION DEL WWF

Il WWF Italia in più occasioni ha sostenuto ed argomentato la tesi della stretta correlazione tra la pianificazione paesaggistica e la conservazione della biodiversità. Volendo definire le politiche per un sostenibile governo del territorio, in grado di identificare gli obiettivi di qualità paesaggistica ed i relativi piani di azione ed intervento per la tutela ed il restauro degli ecosistemi come elementi costitutivi del paesaggio, la partecipazione delle comunità locali viene oggi riconosciuta da tutti come la condizione pregiudiziale per prevenire l’ennesimo fallimento della nuova stagione di pianificazione paesaggistica avviata con la Convenzione Europea del Paesaggio e con il Codice dei Beni culturali e del Paesaggio.

Il WWF si è posto l’ambizioso obiettivo di coinvolgere il maggior numero possibile di attori sociali ed economici, dai semplici cittadini ai rappresentanti delle Istituzioni, dalla comunità scientifica al mondo della cultura e dello spettacolo, per impedire la perdita di territorio vitale, essenziale per il benessere degli ecosistemi e dell’uomo.

L’ISTANZA DEL WWF IN PUGLIA

Il WWF di Bisceglie da un decennio ha posto al centro della questione ambientalista locale la problematica della tutela paesaggistica e lo ha fatto con decine di iniziative che vanno dal coinvolgimento degli attori locali al ricorso al TAR contro il Motel al Pantano. In questa nuova fase il WWF di Bisceglie, con il sostegno del WWF Puglia, ha chiesto di inserire nel redigendo Piano Paesaggistico della Regione Puglia alcune aree ricadenti nel territorio di Bisceglie e Molfetta. I presupposti di questa iniziativa sono nascono dalla stessa “mission” del WWF Italia che vede nella tutela del paesaggio locale la base per la conservazione della biodiversità.

TORRE CALDERINA

La prima zona che abbiamo segnalato per l’inserimento nel redigendo Piano Paesaggistico è l’Oasi di Protezione Torre Calderina per un’estensione di 540 ettari. Essa si estende nella fascia costiera compresa tra il mare Adriatico, Carrara San Francesco (alla periferia di Bisceglie), la Madonna dei Martiri di Molfetta e la strada 16Bis, escludendovi quelle zone già ricadenti in aree artigianali o industriali. La perimetrazione precisa su cartografia elettronica e cartacea è stata già depositata presso l’ufficio Caccia e Pesca della Provincia di Bari in occasione della redazione del Piano Faunistico Venatorio provinciale. Questa zona fu dichiarata di notevole interesse pubblico da un decreto ministeriale cosiddetto “Galassino”  del 1985 che ne sanciva l’importanza sotto i profili naturalistici, botanico e faunistico. Successivamente nel 2000 la stessa zona è stata inserita nel P.U.T.T. della Regione Puglia quale ambito territoriale distinto “ area protetta”.

Le norme di tutela insistenti su tale area sono state riprese anche da sentenze del TAR Puglia circa alcuni tentativi  di insediamento alberghiero. L’importanza  botanica è ampiamente documentabile da centinaia di foto e relazioni di esperti della materia. Va segnalato, a tal proposito, che gli esperti naturalisti del WWF di Bisceglie hanno individuato nell’ultimo periodo 10 differenti specie di orchidee spontanee selvatiche appartenenti ai generi Ophrys, Orchis e Serapias. Si segnalano tra le altre le specie Ophrys apulica, Anacamptis pyramidalis e Serapias parviflora, con varianti cromatiche albine. La zona è inoltre una importantissima stazione di sosta della avifauna migratoria lungo la rotta adriatica e numerosissime sono le specie volatili riscontrabili come documentato da centinaia di foto. A tal fine va osservato che ben 24 specie di quelle osservate nell’area sono contemplate nell’allegato della direttiva 79/409/CEE. L’area in questione costituisce inoltre l’unica discontinuità nel paesaggio antropizzato tra Bari e Barletta: da questo punto di vista è l’ultima opportunità per dotare il nord barese di un’area protetta direttamente affacciantesi sul mare e che tra l’altro potrebbe costituire lo sbocco sul mare del Parco dell’Alta Murgia. Per la costituzione dell’area protetta in questa zona ai sensi della legge regionale 19/97 sono state raccolte migliaia di firme.

LAMA DI CROCE

La seconda zona di cui abbiamo chiesto l’inserimento nel Piano Paesaggistico è la Lama di Croce, detta comunemente “Santa Croce”, per un’estensione di 800 ettari. Si tratta di una lama ricadente nel territorio di Bisceglie che ha una eccezionale valenza proto botanica, nel senso che sono state rinvenute specie botaniche presenti nella preistoria. Il sito infatti è stato per secoli poco fruibile e questo ha assicurato la conservazione di specie autoctone che non hanno mai vissuto l’intervento dell’ uomo. Anche questa zona è stata da noi perimetrata e purtroppo non è stata più inserita nel Nuovo Piano Faunistico Venatorio 2009 – 2013, dove era presente nel precedentecome zona di ripopolamento e cattura (ZRC). Rappresenta un corridoio ecologico di inestimabile valore che collega la Murgia al mare e a cui vanno applicate norme di salvaguardia e di prevenzione, per esempio contro gli incendi, come ultimamente capitato.

TRA SPERANZE E CERTEZZE

Attualmente ia l’Oasi di Protezione “Torre Calderina” sia la “Lama di Croce” sono tutelate dal Decreto Ministeriale del 1/8/1985 (meglio conosciuto come Decreto Galassino) e quindi dal vincolo di tutela paesaggistica ai sensi del D. Lgs. n. 42 del 22 Gennaio 2004 (il cosiddetto Codice Urbani), e successive modifiche e integrazioni (Codice Unico dell’Ambiente). Tuttavia riteniamo tali norme di tutela piuttosto labili e fragili. Occorre a nostro avviso che il nuovo Piano Paesistico regionale assicuri a tali zone una protezione integrale contro la speculazione edilizia che però permetta lo sfruttamento naturalistico a fini turistici. A tal fine chiediamo prescrizioni normative tecniche che confermino lo status di area protetta e che siano coerenti con gli obiettivi illustrati dianzi.

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