Sezione WWF di Bisceglie (BA)
COMUNICATO STAMPA N° 09/2007
Incendiari e non piromani
E non dite che non vi avevamo avvertito. Gli allarmi per la sempre più precaria salute del pianeta terra si susseguono ininterrottamente da anni ed ora anche gli italiani stanno subendo le conseguenze del progressivo peggioramento delle condizioni climatiche. Non si ricorda a memoria d’uomo un’eccezionale ondata di caldo paragonabile a quella che ha infuocato l’Italia negli ultimi giorni. Nei racconti di qualche anziano riaffiorano i ricordi della lontana estate del ’43, caldissima, ma mai rovente come quella di quest’anno. Insomma i cambiamenti climatici sono già in atto, da tempo, e si palesano sempre più frequentemente con catastrofi naturali. Per questo il WWF è impegnato sul fronte dell’informazione e della sensibilizzazione e a tal proposito ricordiamo l’iniziativa “Generazione Clima – Efficienti per Natura” .
Puglia martoriata
Spietramento, desertificazione, alluvioni, incendi: la Puglia, regione ambientalmente accattivante e per questo ambita dai flussi turistici, è stata sconvolta da eventi di portata eccezionale. Ricordiamo l’enorme quantità d’acqua che lo scorso inverno provocò in provincia di Bari danni incalcolabili e diverse vittime, mentre mesi prima una enorme quantità di fango generatosi dalle abbondanti precipitazioni travolse la città di Palagiano nel tarantino. Alla furia degli elementi spesso, troppo spesso, si affianca la mano incosciente e troppo spesso criminale dell’uomo con gli spietramenti, gli incendi, lo spreco delle risorse idriche e la speculazione edilizia. Queste situazioni non solo causano gravissimi danni ambientali, ma spesso provocano la paralisi del sistema produttivo, traffico veicolare in tilt, collegamenti ferroviari interrotti e forniture civili bloccate, con ingenti danni economici.
Gli incendi
Le temperature da record non possono da sole giustificare l’apocalisse del Gargano: in realtà tra le cause principali vanno certamente annoverate la mano degli incendiari e la prevenzione inesistente. Per ammissione dello stesso Presidente del Parco Nazionale del Gargano, le poche decine di forestali e gli scarsi mezzi a disposizione dell’Ente Parco non avrebbero mai potuto domare un incendio di così vaste proporzioni, generatosi contemporaneamente in diverse zone distruggendo 1000 ettari di natura. Francamente crediamo poco alla favola del piromane, ovvero di quel soggetto che, a detta degli “esperti” prova un piacere “sessuale” nell’appiccare il fuoco, per cui più grande è il rogo maggiore è la sua “soddisfazione”. Esistono, ma sono rari. Pensiamo che piuttosto ci siano incendiari che per dolo o per colpa provochino l’accensione di un incendio che in condizioni estreme (vento caldo e temperature esagerate) devasta il territorio.
Lama di Croce
Anche a Bisceglie, nella Lama di Croce, martedì 24 luglio sono andati in fumo 4 ettari di vegetazione, per lo più mandorli, ulivi secolari e arbusti. Le cronache dei giornali lo avevano descritto come un incendio di immane proporzioni divampato in un’Oasi, in realtà l’oasi non è mai esistita (si tratta invece di una Zona faunistica di Ripopolamento e Cattura che non ha nulla a che vedere da un punto di vista legislativo con le aree naturali come Torre Guaceto!), delle dimensioni di un fuocherello se paragonato alle migliaia di ettari che ardevano nelle stesse ore nelle aree protette del Gargano, a Lama Balice e all’Oasi WWF Monte Sant’Elia, luoghi ove si stava consumando un’autentica tragedia. È bene precisare che sul territorio di Bisceglie non sono mai state istituite aree naturalistiche, per cui quelle che noi chiamiamo “oasi” sono aree di sicuro pregio ambientale ma sottoposte a fievoli regimi di tutela, solo lontanamente paragonabili alla protezione garantita da parchi e riserve. Per cui quelle che nell’immaginario collettivo, alimentato da certa stampa male informata e da qualche improvvisato ambientalista, sono considerate “oasi” sono a dir il vero aree nelle quali il decoro e la salvaguardia è, purtroppo, affidato “al buon senso del cittadino”, così come recitano alcuni tristi cartelli delle villette cittadine. Non per questo chi è preposto alla loro salvaguardia ha sottovalutato la situazione.
Dobbiamo ringraziare, infatti, l’intervento del dott. Pompeo Camero, esperto di protezione civile, che coordinando i mezzi del Vigiliae e dell’O.E.R. ha evitato che l’incendio intaccasse i piloni del ponte della Strada Provinciale Bisceglie-Corato. Gli uomini intervenuti hanno dapprima circoscritto il fuoco e successivamente hanno impedito che si propagasse, alimentato dal forte vento caldo che soffiava a 35 nodi. Due giorni dopo lo spettacolo era desolante: tizzoni ardenti, cenere, alberi che ancora bruciavano: sarebbe bastato un vento poco più sostenuto per alimentare nuovamente il rogo.
Prevenzione o pronto intervento?
Il bilancio nefasto non si conclude qui: se quello di lama di Croce è stato un incendio di piccole proporzioni, che dire allora di quello che ha interessato 6 ettari di preziosa macchia mediterranea del promontorio di Ripalta? Purtroppo, come ogni anno, lì va tutto in fumo, nell’indifferenza generale dei giornali e della gente che non sa o preferisce fregarsene. In questo contesto è difficile leggere un disegno criminoso, è più verosimile immaginare qualche sprovveduto bucolico che incendia, forse, stoppie e che quel “fuocherello” sfugga al suo controllo. Cosa dice la normativa a tale proposito? L’articolo 41 della L.R. 27/98 (Accensione delle stoppie) afferma che: “Nei territori della Regione Puglia, dal 1° marzo al 30 settembre, è vietato bruciare nei campi le stoppie delle colture graminacee e leguminose, le erbe di prato e le erbe palustri ed infestanti, anche negli incolti, nonché gli arbusti e le erbe lungo le strade comunali, provinciali e statali, lungo autostrade e ferrovie”. Con il Decreto del Presidente della Giunta Regionale del 21 maggio 2007, n. 412, è stato dichiarato lo stato di grave pericolosità per gli incendi boschivi valida per l’anno 2007, con relativi divieti, prescrizioni e comportamenti da tenere.
Ed allora plausi al pronto intervento, ma in assenza di prevenzione anche il più valoroso dei “pompieri” sarà costretto ad arrendersi all’odore acre del fumo. Perché, ad esempio, la Provincia di Bari ha stanziato solo dopo i roghi i fondi necessari alla loro prevenzione? E perché a Ripalta e al Pantano, ogni anno, scoppia un incendio senza che nessuno sia penalmente punito? Dove è quella brava gente che parla vanamente del “Parco delle Lame”, riducendo il nobile argomento ad una chiacchiera da bar?
Ben venga a Bisceglie la caserma del Corpo Forestale dello Stato, visto il gran numero di reati ambientali che negli ultimi anni hanno devastato il nostro territorio. Avanti con l’area Naturale Protetta di Pantano-Ripalta, solo così riusciremo a fermare questi scempi ambientali.
Documenti collegati
Le foto dell'incendio di Lama di Croce
La Sezione WWF di Bisceglie