Gruppo Attivo WWF di Bisceglie (BA) |
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COMUNICATO STAMPA CONGIUNTO
NUOVO ‘PIANO FAUNISTICO VENATORIO PROVINCIALE’ PER IL QUINQUENNIO 2007 - 2011: WWF di Bisceglie e Legambiente di Trani ne sollecitano la revisione.
La proposta del nuovo ‘Piano Faunistico Venatorio Provinciale 2007 - 2011’ che dovrebbe concorrere, insieme a quelli delle altre province, a regolamentare l’attività venatoria in Puglia, è stata presentata dalla Provincia di Bari (Assessorato alla Caccia, Pesca e Risorse del Mare) alle associazioni ecologiste per un esame e per gli eventuali suggerimenti-osservazioni che ne potrebbero derivare.
Il Nuovo Piano Faunistico Venatorio (P.F.V.) rappresenta un importante strumento pianificatorio e normativo che presiede all’attività venatoria individuando, su scala regionale, le aree in cui la caccia potrebbe essere consentita unitamente alle aree in cui la stessa verrebbe vietata per scopi di tutela ambientale e alle zone in cui è previsto il ripopolamento e la cattura di talune specie da rilasciare su specifici territori opportunamente catalogati e perimetrati.
Il WWF e la Legambiente, in previsione della pubblicazione del nuovo strumento pianificatorio venatorio e dell’importanza che esso riveste per un intervallo temporale di oltre cinque anni, avevano provveduto ad avanzare proposte motivate e scientificamente supportate per l’inserimento di nuove aree protette in cui precludere la caccia e la parziale riperimetrazione di vecchie aree protette ormai assediate dalla soffocante espansione periferica delle aree urbane.
Tali istanze erano state precedute da incontri informali con l’assessore al ramo Avv. De Feudis e con i dirigenti provinciali preposti alla redazione del nuovo P.F.V.. In tali occasioni era stata dimostrata la massima disponibilità all’ascolto e al recepimento delle nostre proposte, previa presentazione di congrua documentazione. Ebbene il nuovo P.F.V. presentato dalla Provincia di Bari, in attesa che l’iter burocratico si concluda con la definitiva approvazione da parte della Regione Puglia, ha suscitato notevoli preoccupazioni.
Appare paradossale che a fronte dell’inconfutabile ed inesorabile calo del numero dei cacciatori in tutta Italia e in Puglia sia stato elaborato un P.F.V che non soddisfa le legittime aspirazioni ambientaliste. Il forte declino della popolazione venatoria da 7446 unità nel 1991 - 1992 a 5867 unità nel 2004 - 2005 è stato affiancato dal preoccupante e sconvolgente crescente numero di incidenti, spesso mortali, connessi alla caccia e dell’inquietante incremento del bracconaggio e dell’esercizio della caccia in zone abitate e in aree protette. Basti ricordare che le Guardie Ambientali del WWF Puglia nell’ultima stagione venatoria hanno elevato 53 denunce penali, 55 sanzioni amministrative per un totale di 5.600 € e sequestrato 42 richiami elettromagnetici per quaglie.
L’impatto della caccia sulla fauna è molto spesso considerato non eccessivo, ma nell’ultimo secolo ha avuto un ruolo chiave nel determinare il peggioramento dello stato di conservazione di molte specie di uccelli, tanto che il WWF Puglia nell’ultimo anno ha rinvenuto esemplari morti di falco di palude, fenicotteri rosa e cormorani nei pressi delle saline, storni nelle province di Taranto, Brindisi e Lecce, aironi cinerini a Foce Ofanto, barbagianni, gufi comuni e gheppi in tutta la Regione, poiane in tutta la Regione, calandre e cappellacce in agro di Spinazzola, Minervino, Gravina, Santeramo, Altamura e nel Foggiano.
Aree critiche per la sopravvivenza dell’avifauna sono la Z.R.C. ‘Lama di Croce’, l‘Oasi di Protezione ‘Torre Calderina’ (su alcuni documenti Caldenno) e la zona di ‘Boccadoro - Ariscianne’. Questo concetto era stato ribadito con specifiche istanze avanzate dalle scriventi associazioni con le quali si richiedeva l’istituzione della nuova area protetta, e quindi preclusa alla caccia, in Contrada ‘Boccadoro - Ariscianne’ e la riconferma delle altre due aree faunistiche, un atto dovuto così come detta l’articolo 10, comma 5, della legge regionale n° 27 del 1998.
Puntualizziamo, che il nuovo inserimento dei territori umidi costieri tra Trani e Barletta, collima con quanto stabilito dall’amministrazione comunale di Barletta con la delibera n°124 del 6 Giugno 2003 ed è ecologicamente legittimata dalla massiccia presenza nell’avifauna di specie incluse tra l’elenco delle specie non cacciabili. Inoltre, l’aggiunta dell’area ‘Boccadoro - Ariscianne’ poteva essere compensata dalla proposta di riduzione e riperimetrazione avanzata dalle associazioni ambientaliste dell’area protetta di ‘Torre Calderina’ (territorio tra il Comune di Bisceglie e Molfetta), in quanto nell’area di ampliamento successivo alla originaria istituzione, secondo la perimetrazione attuale, ricadono, incongruamente alle norme del PUTT/Puglia, la Zona Artigianale del Comune di Bisceglie e parte della Zona ASI del Comune di Molfetta.
Tali istanze, purtroppo, non sono state recepite dal nuovo P.F.V. 2007-2011. Per questi motivi le associazioni hanno chiesto ed ottenuto un nuovo incontro con l’Assessore De Feudis e con i funzionari provinciali, assicurandosi il preciso impegno dell’avv. De Feudis di esaminare e recepire, qualora vi siano i presupposti, le istanze presentate.
Per quanto esposto ci appelliamo alla sensibilità culturale ed ambientale degli amministratori della Provincia di Bari, iniziando proprio dal suo Presidente, dott. Divella, affinché si adoperino fattivamente per avviare una indispensabile inversione di rotta, reale segno di civiltà che, finalmente, anteponga gli oggettivi interessi della collettività a quelli della ristretta elite dei cacciatori.
Gruppo Attivo WWF di Bisceglie (BA) - Legambiente Circolo di Trani