Gruppo Attivo WWF di Bisceglie (BA)
COMUNICATO STAMPA N° 8/2006
Al via il nuovo piano spiagge della Regione Puglia
Con la Legge Regionale n. 17 del 23 giugno 2006, pubblicata sul BURP n. 79 del 27/06/06 sono state emanate le nuove disposizioni per la redazione dei Piani Comunali della Costa (PCC), comunemente detti “piani spiaggia”,
Uso e ripartizione del demanio
Una quota non inferiore al 60% del territorio demaniale marittimo di ogni singolo Comune costiero è riservata “ad uso pubblico e alla libera balneazione” .
Questo valore percentuale, che chiameremo per comodità “quota pubblica” ed è minimo del 60%, va computato al netto della porzione di costa inutilizzabile e non fruibile ai fini della balneazione, di quella portuale e di quella ricadente nelle seguenti aree e relative fasce di rispetto: lame, foci di fiume o di torrenti o di corsi d’acqua, comunque classificati, canali alluvionali, a rischio di erosione in prossimità di falesie, aree archeologiche e di pertinenza di beni storici e ambientali. Nelle suddette zone demaniali è vietato il rilascio, il rinnovo e la variazione di concessione.
Nelle aree classificate SIC e ZPS o comunque classificate protette (per esempio Zona Pantano-Ripalta), il rilascio e la variazione della concessione demaniale è subordinato alla preventiva valutazione favorevole d’incidenza ambientale effettuata dal competente Ufficio regionale.
Per esempio se supponiamo che il comune decida di destinare ad “uso pubblico e libera balneazione” la quota minima del 60% del territorio demaniale marittimo, al netto della porzione di costa inutilizzabile, all’interno di questa zona potranno essere realizzate strutture classificate “spiaggia libera con servizi”, nella misura non superiore al 40% della zona stessa suddetta, ovvero il 24%.
Di conseguenza le spiagge libere, nel caso di attribuzione del suddetto 24%, potranno occupare il 36% del demanio “utilizzabile”.
La restante parte del demanio “utilizzabile” (in questo esempio per una quota massima del 40%) è disponibile per ospitare lidi e stabilimenti balneari privati, con accesso a pagamento (o di pertinenza degli alberghi).
Il confronto tra vecchie e nuove regole
Le vecchie linee guida della gestione Fitto stabilivano che le spiagge concedibili a privati per stabilimenti balneari non potessero superare il 40% del totale delle aree destinate all’uso turistico ricreativo; nel rimanente 60% erano comprese le spiagge libere per una misura massima del 40% e nel restante 20% le spiagge libere con servizi.
Rispetto alla vecchia normativa risulta confermata la quota massima del 40% di spiagge concedibili a privati per stabilimenti balneari. Riguardo invece le “spiagge libere”, mentre con la vecchia norma era possibile arrivare ad un 40%, con le nuove regole, se viene concesso il massimo alle “Spiagge Libere con Servizi”, non si potrà andare oltre il 36% di spiagge libere, ovvero 4 punti percentuali in meno rispetto alla normativa Fitto.
I doveri del concessionario
Al concessionario è fatto obbligo di garantire:
a) l'accesso al mare da parte dei soggetti diversamente abili;
b) i servizi minimi (igienico-sanitari, docce, chiosco-bar, direzione);
c) il salvamento;
d) il parcheggio agli utenti, fatti salvi i casi di comprovata impossibilità per le concessioni esistenti;
e) il transito libero e gratuito al pubblico, per l’accesso alla battigia e al mare territoriale, qualora non esistano accessi alternativi in un ambito non superiore a metri 150, fatti salvi i casi particolari indicati nel PCC;
f) il mantenimento della pulizia delle aree limitrofe a quelle concesse, per una larghezza non inferiore a metri venti, su ciascun lato durante il periodo di sua attività.
Il ruolo dei comuni
È conferito ai Comuni costieri l’esercizio di tutte le funzioni amministrative relative alla materia del demanio marittimo, fatte salve la programmazione, indirizzo e coordinamento generale; l’individuazione delle aree di tutela e di conservazione ambientale; la gestione del sistema informativo del demanio (SID); il supporto e consulenza ai Comuni costieri; il monitoraggio e verifica dell'attività dei Comuni costieri; il rilascio della concessione di beni demaniali richiesti nell’uso del Comune medesimo; l’ esercizio dei poteri sostitutivi; l’ esercizio di attività qualificate regionali dal PRC; il rilascio di concessioni demaniali marittime per la realizzazione di opere di ingegneria costiera. Quindi la domanda per ottenere il rilascio, il rinnovo e la variazione della concessione deve essere rivolta al Comune. Così pure il Comune dovrà provvedere ad eventuali revoche delle concessioni, o ad autorizzare un sub - ingresso nella concessione.
La durata delle concessioni per finalità turistico-ricreativa è fissata ordinariamente in anni sei.
Avverso i provvedimenti adottati dai Comuni gli interessati possono produrre ricorso al Settore demanio della Regione Puglia.
È interessante notare come, rispetto alla bozza di legge, nel testo definitivo è scomparso l’obbligo, da parte del concessionario, di garantire “l'accesso e la fruibilità, libera e gratuita, della spiaggia al pubblico”. L’accesso è rimasto, è sparita la fruibilità.
Il regolamento d’uso
Il 6 Giugno 2006 è stato diramato dall’assessorato regionale al Demanio un regolamento che disciplina le attività sulle spiagge. In sintesi diciamo che tra gli obblighi dettati da esso ci sono: il divieto, sulla spiaggia, di accendere fuochi o fornelli, di montare tende, l’accesso e la sosta di moto e scooter, il divieto di attraversare a nuoto le corsie di lancio per imbarcazioni, windsurf e acquascooter, di portare animali, anche se al guinzaglio, di praticare sport con palloni, racchette e bocce; a tal riguardo i concessionari, nelle aree di loro pertinenza, o i Comuni, nelle spiagge libere, devono predisporre delle zone dove sia possibile portare gli animali al guinzaglio, così come delle zone dove sia consentito praticare sport. È inoltre vietato, sempre in spiaggia, tenere ad alto volume apparecchi di diffusione sonora (vanno spenti dalle 13.30 alle 16.00) e la distribuzione di volantini, se non autorizzata.
Si fa obbligo alle imbarcazioni di non navigare entro i 200 metri dalla riva (entro i 100 metri per la costa alta) e a tutti i mezzi, che non siano a remi, di servirsi dei corridoi di lancio; è fatto obbligo ai concessionari di installare gavitelli e boe di segnalazione dei 200 metri (limite di bagnabilità) (o di 100 metri per la costa alta); così pure di installare gavitelli e boe per indicare la profondità di 1 metro e 60 centimetri (per la sicurezza dei non esperti nuotatori); tali obblighi sono a carico del Comune per le spiagge libere; se il Comune non provvede a ciò, esso ha l’obbligo di installare sulle spiagge sprovviste di gavitelli e boe, dei cartelli (in 4 lingue), ben in vista, che richiamino l’attenzione sul fatto che i suddetti limiti di sicurezza non sono segnati. Infine è fatto divieto di rilasciare qualsiasi tipologia di rifiuto sulle spiagge.
Il PCC di Bisceglie
Ricordiamo che il Comune di Bisceglie era stato uno dei pochi comuni pugliesi ad elaborare il piano durante la gestione Fitto e a presentarlo alla Regione. Contro questo piano il WWF presentò ricorso per una serie di questioni formali (si veda sul nostro sito http://digilander.libero.it/pantanoripalta) e soprattutto perché fu disatteso lo strumento della concertazione.
Oggi il Comune ha 2 possibilità: una è quella di attendere le decisioni della Regione in merito alla conformità con le nuove norme del PCC varato dall’Amministrazione uscente; la seconda è quella di presentarne uno nuovo, usufruendo di eventuali nuovi spazi di manovra o semplicemente per rivedere il vecchio.
Quantitativamente le nuove regole della coalizione Vendola permetterebbero di innalzare le quote sia degli stabilimenti, sia delle spiagge libere con servizi, ma ricordiamo che non possono essere date concessioni in tratti ricadenti in lame come Lama Paterna e nella costa di levante (zona Pantano-Ripalta).
Conclusioni
Auspichiamo che lo strumento della concertazione possa trovare nel futuro PCC di Bisceglie una concreta applicazione, affinché i cittadini possano godere in piena libertà delle migliori spiagge biscegliesi.
Il Gruppo Attivo WWF di Bisceglie