COMUNICATO STAMPA N° 18/2004

Verde pubblico tra speranze e certezze

Interveniamo nuovamente sul verde pubblico esprimendo alcune considerazioni su due polmoni verdi della città: il giardino botanico Veneziani e la piazza Vittorio Emanuele.

Il giardino botanico Veneziani

Prima di proprietà privata, poi pubblico dagli anni ’80, contava inizialmente una collezione unica di ficus (Moraceae), succulente (Cactaceae), aloe (Liliaceae), agavi (Agavaceae), Callistemon (mirtaceae) e specie varie tra cui Chorisia speciosa, Jacaranda, Brachychiton, Phoenix, ecc…

Oggi il giardino langue nel degrado: l’incuria, interventi errati, impianti errati, cattiva o scarsa manutenzione hanno causato la scomparsa negli anni di alcune specie, rimpiazzate successivamente con altre assolutamente fuori luogo (ad esempio alcuni ficus morti sono stati sostituiti con dei lecci). Il degrado è testimoniato da specie infestanti assai competitive per la loro rapidissima crescita, come l’Ailanto (Ailanthus altissima), l’Opuntia subulata, ecc… che hanno colonizzato vari angoli del giardino. Tale situazione, unitamente al deterioramento delle strutture murarie di cinta e all’assenza di cartellini che identificano le piante, rendono la visita al giardino un semplice momento di svago e nulla più.

La ricetta per impiantare o recuperare un giardino botanico è più complicata di quel che si possa pensare. Per prima cosa è bene definire con precisione gli obiettivi: stabilire se il giardino servirà per soddisfare passioni collezionistiche, se costituirà un richiamo turistico, se sarà utile allo studio della flora locale al fine di salvaguardarla e proteggerla, se farà della divulgazione botanica e quindi avrà finalità didattiche. È chiaro che la missione istituzionale può essere più di una, ma è bene che le finalità siano ben chiare, altrimenti il giardino avrà sempre una fisionomia incerta e confusa. È fondamentale contare sui finanziamenti per far fronte alle spese generali (acqua per irrigare, concimazioni, trattamenti antiparassitari, etichettatura, ecc…). Per far fronte alle tantissime necessità che la conduzione del giardino deve affrontare, è indispensabile individuare un certo numero di persone appassionate, determinate e soprattutto competenti per la corretta conduzione del giardino e per la sua continuità nel tempo. Per quanto riguarda le piante, è bene puntare sulla qualità che sulla quantità (non trasformando il giardino in una insalata mista!), perché il valore di un giardino botanico si misura dalla ricchezza e dalla completezza delle collezioni di piante che vengono coltivate.

Affinché il giardino botanico acquisti un proprio ruolo che gli compete nel campo didattico, di divulgazione botanica e richiamo turistico, avanziamo le seguenti proposte:

-          redazione di un programma di riorganizzazione delle aiuole con recupero delle collezioni presenti e loro miglioramento;

-          allestimento di un impianto di irrigazione a goccia;

-          etichettatura delle specie presenti;

-          elaborazione di un piano a lungo termine per una corretta gestione e manutenzione del giardino;

-          organizzazione di visite guidate.

Il WWF è pronto ad offrire un contributo concreto alla rinascita del giardino botanico, affinché si superi questa fase di degrado e la cittadinanza possa finalmente riappropriarsi di un autentico tesoro verde. 

La villa comunale di Bisceglie

Dopo il recente restauro, registriamo la morte di tre lecci (già sostituiti con altri esemplari) e di alcune siepi. Ma la situazione che dovrebbe essere corretta al più presto riguarda l’irrigazione. Per evitare pericolosi marciumi ai fusti delle palme, con conseguenze nefaste per la loro sopravvivenza, suggeriamo di regolare appropriatamente gli irrigatori in modo che i fusti delle palme non vengano investiti giornalmente dai getti d’acqua. È più che sufficiente irrigare il terreno.

Altra situazione che non ci soddisfa riguarda l’inquinamento luminoso diffuso dai nuovi lampioni: gradiremmo che le luci non si disperdessero verso il cielo, illuminando il nulla, ma fossero indirizzate verso la pavimentazione. Questo consentirebbe un minor spreco di energia elettrica, una illuminazione pubblica più efficiente e l’attenuazione della dispersione della luce che provoca non pochi fastidi.

Due anni fa, in occasione della Festa dell’Albero, in piazza fu piantato un giovane leccio, inesorabilmente estirpato durante gli ultimi lavori. Un’altra pianta sacrificata che aveva un elevato valore simbolico e non potrà mai essere rimpiazzata.

 Il Gruppo Attivo WWF di Bisceglie

wwfbisceglie@libero.it