Le idee per lo sviluppo sostenibile della Zona Pantano-Ripalta
Progettazione di carattere generale La costa di Levante Ripalta-Pantano rappresenta indubbiamente un esempio di ecosistema ad altissimo valore paesaggistico, ambientale e storico-archeologico. Attualmente ha un valore essenzialmente naturalistico legato alla suggestività dei paesaggi che si aprono lungo la costa, alla presenza di specie tipiche della macchia mediterranea e alla persistenza del processo di formazione dei ciottoli peculiare delle coste biscegliesi, unico nel suo genere, fenomeno purtroppo cancellato in epoca recente sulla costa di Ponente da interventi di risanamento opinabili. Non sono state attivate altre forme di valorizzazione e fruizione per scopi didattici, educativi, scientifici ed eco-turistici. Tale situazione è determinata dalla mancanza di un organismo di gestione dell'area, ma anche da una carenza di progettualità adeguate a sfruttare appieno la valenza e le potenzialità inespresse della zona di Levante quale centro di interesse multidisciplinare, in grado di attivare processi di sviluppo socio-economico nel territorio, di cui l'area protetta è il baricentro. Bisogna pensare ad operare nell'ambito di una nuova economia che sia florida e duratura nel tempo e che miri a organizzare un turismo di valori: ricerca della tranquillità, della salubrità dei luoghi, rispetto del prossimo, amore per la natura e la vita sana. Per raggiungere questi scopi è stato avviato un ampio processo di sensibilizzazione della popolazione attraverso le numerose manifestazioni che si sono tenute e i convegni/giornate di studio organizzate. Il risanamento da ogni tipologia di rifiuto, la creazione di accessi pubblici alla spiaggia, l'aggiornamento della segnaletica turistica, la bonifica della caletta Pantano sono alcuni tra gli interventi prioritari, facili da eseguire e che non necessitano di grandi progetti né di oneri gravosi. Sul territorio della Zona Pantano-Ripalta sussiste la presenza contemporanea di più beni distribuiti a "macchia di leopardo". Non siamo certamente di fronte all'Oasi delle Cesine, nonostante ciò in base alle caratteristiche geo-morfologiche, naturalistiche e antropiche possiamo abbozzare la suddivisione dell'area in quattro tipologie zonali, che dovranno essere regolate e controllate da un organo di gestione:
A - ZONE DI CONSERVAZIONE Di rilevante interesse naturalistico, geomorfologico e antropico, sono territori immodificabili e destinati ad una tutela integrale. Si caratterizzano per la presenza contemporanea di più tipologie di beni di valore rilevante quali insediamenti preistorici, specie botaniche e faunistiche sottoposte a tutela, grotte e lame. Non sono destinate allo sviluppo turistico e l'accesso è consentito solo per motivi di ricerca o tutela. E' vietato l'uso di qualsiasi mezzo di locomozione motorizzato. B - ZONE DI RIPRISTINO Di particolare interesse naturalistico, geomorfologico e antropico, sono territori parzialmente modificabili. Non sono consentiti interventi deturpanti o diretti a sconvolgere significativamente lo stato dei luoghi. È consentita la riforestazione e il ripopolamento animale. Sono utilizzabili per scopi turistici con accesso in gruppi programmati, attraverso percorsi predefiniti. La mobilità all'interno dell'area è assicurata da mezzi di locomozione ecologici non motorizzati. Non sono previste altre attività economiche. C - ZONE DI RISPETTO Territori di transizione tra le "ZONE DI RIPRISTINO" e le "ZONE DI RECUPERO" delle aree compromesse. La loro estensione deve garantire un margine di distanza sufficiente alla sopravvivenza dell'ecosistema "ZONA DI RIPRISTINO". Non sono consentiti interventi deturpanti o diretti a sconvolgere significativamente lo stato dei luoghi. È consentita la riforestazione e il ripopolamento animale. Tra le attività economiche sono previste l'agricoltura biologica, le fattorie-scuola, agriturismo, il trekking e le escursioni guidate, senza limite al numero dei visitatori, su percorsi prestabiliti. La mobilità all'interno dell'area è assicurata anche da mezzi di locomozione elettrici. È consentita l'attività sportiva su percorsi predefiniti. D - ZONE DI RECUPERO FUNZIONALE Presenza di strutture (edifici, fabbriche dismesse, insediamenti economici, territori costruiti) senza valore funzionale, né tantomeno artistico o storico, che sono sostanzialmente estranee alla conformazione originaria del territorio e, comunque, non riconducibili alla sua vocazione turistica. Sono destinate ad una sostanziale modifica della destinazione d'uso, con riconversione in: punti accoglienza visitatori, infermeria, centro informazione, aree per il tempo libero, parco giochi, verde attrezzato, centro di documentazione ambientale. La riconversione delle strutture esistenti deve avvenire secondo i principi della bio-architettura. Le nuove strutture dovranno essere "non fisse" e compatibili con il paesaggio e l'ambiente circostante. E' consentita la mobilità con mezzi ecologici. Ecco, di seguito, gli interventi prioritari proposti dal Comitato per la riqualificazione, la tutela ed il rilancio economico della Costa di Levante di Bisceglie:
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