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IL ROCK NON MUORE MAI !!!

In un film in uscita nelle sale, << Quasi famosi >>, si definisce il giornalismo musicale come il prodotto di "gente che non sa scrivere che intervista gente che non sa parlare per gente che non sa leggere". E' una definizione che torna alla mente assistendo alla conferenza stampa degli Aerosmith: non perché i cinque componenti dello storico gruppo rock non sappiano parlare, ma perché i giornalisti di tutto il mondo, a Monaco di Baviera per il consueto circo degli incontri con la stampa, sembrano essersi fermati a tre domande: << Perché vi drogavate? >>, << Cosa si prova a non drogarsi più? >> e << Pensate mai di drogarvi ancora? >>.
Dato che gli Aerosmith sono impegnati da più di un mese (dalla fine di marzo, n.d.r.) in quella che le case discografiche chiamano "promozione", è facile immaginare lo stato d'animo di chi, trenta volte al giorno, per trenta giorni di fila, si sente chiedere la stessa cosa, ed è costretto a rispondere educatamente. Tutto sommato, il fair-play con cui il quintetto risponde all'interrogatorio è lodevole. E pochi tra i giornalisti, molti dei quali convinti di aver fatto domande originali e trasgressive, colgono lo sguardo di complice incoraggiamento alla pazienza che si scambiano
Steven Tyler e Joe Perry.
Da quando il nuovo album degli Aerosmith, "Just Push Play" è uscito, non è apparso un solo articolo che non abbia ricordato il soprannome coniato per loro negli anni '80, <<
Toxic Twins >>, i "gemelli tossici": è ampiamente noto, infatti, che i leader della trentennale band si sono drogati in quantità industriali, ma il caso è talmente comune nel rock che non fa certo notizia. Il fatto sensazionale, piuttosto, è che, a differenza di tanti altri colleghi, gli Aerosmith siano arrivati vivi alla cinquantina. Tyler, concedendosi alla morbosa curiosità della stampa, lo ammette serenamente: << Io stesso mi sorprendo di essere sopravvissuto. Almeno mille volte sarebbe bastata una dose in più, un bicchiere in più, e me ne sarei andato... >>. Racconta anche di essere stato fuori di testa per molti anni consecutivi, anni che in pratica non ha vissuto, perché non ricorda niente. O quasi. Le cose che ricorda non gli piacciono: per esempio quando, in macchina, chiese alla moglie di abbassare il volume delle radio, ma lei aveva capito di doverlo alzare e lui vuotò il caricatore della Walter Ppk contro l'autoradio. Non ricorda nemmeno i primi anni delle figlie Mya e Liv, entrambe conosciute tardi.
La cosa più sorprendente, quindi, è che i cinque nell'86 abbiano chiuso una volta per tutte con alcol e droga (su incitamento del loro manager
Tim Collins, dal quale tuttavia si sono recentemente separati per "inconciliabili divergenze artistiche"). E, altrettanto sorprendente, che siano ancora in grado di suonare, convincendo non un pugno di invecchiati nostalgici, ma anche ascoltatori molto giovani, affamati di suono duro e per niente indulgenti nei confronti di cedimenti sospetti. Ma tanto, di cedimenti, gli Aerosmith non ne hanno, nemmeno nel comportamento: << Non siamo qui a far prediche. L' ho detto a mia figlia Liv: se vuoi farti uno spinello fai pure. Te lo arrotolo io! Ma io sono contrario e non ne fumo, perché non voglio farlo. In casa mia ci sono birra e whisky, ma per gli altri. Io non ne tocco >>.

Foto di gruppo per la band americana degli Aerosmith, che in trentun'anni di carriera hanno venduto in tutto il mondo quasi 100 milioni di copie, con 13 album e una decina di raccolte: da sinistra, Joe Perry (classe 1950), Brad Whitford ('52), Steven Tyler (vero nome Steven Tallarico, '48), Joey Kramer ('50) e Tom Hamilton ('51).


Niente cedimenti neanche nella forma fisica: corpi più che tonici e senza un grammo di grasso. Né nella forma musicale: senza essere all'altezza di "Rocks" (1976) o di "Pump" (1989), "Just push play" prodotto in proprio da Tyler e Perry, negli studi "casalinghi" di Boneyard (Massachussetts) si difende, non solo per onesto e rodato professionismo, ma anche per momenti di ruspante sincerità, preferibili ai patinati effetti commerciali (ma comunque orecchiabilissimi) del precedente "Nine lives" (1997). C'è roba genuina e convincente, fatta in casa, come "Sunshine", "Under my skin" e "Luv lies". 

Intanto gli Aerosmith sono entrati nel
Rock & Roll Hall of Fame, il museo del rock di Cleveland (Ohio), che annovera personaggi come Paul McCartney, Michael Jackson, i Led Zeppelin, Aretha Franklin. Uno dei requisiti per entrarvi è aver completato il primo disco da 25 anni. << Siamo molto fieri >> commenta Tyler << ma un po' preoccupati: questo riconoscimento di solito lo danno a chi è a fine carriera. E noi non lo siamo! >>. Alla domanda: << Pensate mai di smettere ? >> si guardano stupiti: << Perché mai? Cos'altro potremmo fare? >>.
Nient'altro, risponderei io: il rock l'avete nel sangue...


Per quanto riguarda il disco, vi dico solo una cosa: inserite il Cd nel lettore e...

!!! JUST PUSH PLAY !!!

 

 

 

 

Just push play (2001)
Emi Records

 

  1. Beyond beatiful
  2. Just push play
  3. Jaded
  4. Fly away from here
  5. Trip hoppin'
  6. Sunshine
  
7. Under my skin

 

  8. Luv lies
  9. Outta your head
10. Drop dead gorgeous
11. Light inside
12. Avant garden
13. Face

Durata totale 53' 44''

 

Se vi interessa sapere altro sugli Aerosmith (magari anche sugli album precedenti...) scrivete a: 

    panocia81@inwind.it


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